11. To All The Time We Were Apart Of Each Other's Lives Heart To Heart

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TESH

Tom non era vergine, e lo sapevo bene, spesso si metteva a raccontare delle sue serate all'insegna dell'erotismo sul divano, con me e Bill che cercavamo di seguire gli annunci del notiziario.

Tom aveva le nocche insanguinate e qualche goccia rossa ormai secca sul viso. Connor era diventato uno stress da quando ero tornata a scuola dopo la prima tournée e non faceva altro che fare apprezzamenti sconci su di me, sulla mia musica e sui ragazzi. Non era la prima volta che alzavo le mani, ma fu la prima che lui bloccò il mio colpo. E mettersi ad urlare come un pazzo in uno spiazzale colmo di studenti quando sei un personaggio pubblico emergente non era di sicuro una grande idea. Ma Tom era fottutamente Tom, e con questo intendo dire che era fottutamente stupido e poco prudente nelle decisioni che spesso affrettava.

La sua risposta non arrivò mai, restò lì, muto come un pesce, a fissarmi e cercare di leggermi negli occhi che cosa avrebbe dovuto dire per farmi stare leggermente meglio e non sentirmi per l'ennesima volta presa per il culo.
-Come pensavo-
Gli tirai una sberla così forse che vidi la sua testa girarsi completamente, prima che iniziassi a correre lontano da lui, lontano da Tom, che in tutti quegli anni non aveva mai cacciato le palle per dirmi chiaro e tondo cosa provava nei miei confronti.

Che fosse stato amore, desiderio, disgusto, riluttanza, possessione, non aveva mai aperto bocca per chiarire la sua situazione con me. Ma per lui probabilmente era meglio, d'altronde ero la sua amica d'infanzia che poteva stare sempre ai suoi comodi quando non aveva alcuna puttanella da portarsi a letto.

Corsi per isolanti interi, tra le lacrime e l'affanno per la corsa, piombai all'interno del lavoretto part-time di Bill senza nemmeno pensarci due volte. Lavorava come commesso in un negozio di sneakers, fortunatamente aveva appena terminato il suo turno.
Non appena uscito dallo shop gli saltai al collo, ormai avevo finito di piangere, ma il mio mascara colato e gli occhi eccessivamente rossi e gonfi potevano far saltare all'occhio che qualche minuto prima avevo versato così tante lacrime da riempirne l'Atlantico.

-Tesh che succede?-
Chiese Bill preoccupato, mentre mi teneva per le spalle, cercando di non farmi cadere.
-Andiamo a casa, ti prego-
Camminammo per un po' in silenzio, quando poi, sotto il nostro appartamento, Bill non chiese cosa fosse successo, leggermente irritato, capendo che suo fratello rientrasse nella faccenda.
-Cos'ha fatto adesso Tom?-
Esordì infilando le chiavi nella serratura della porta di legno intonacata di bianco e aprendola.
Ci sedemmo sul divano, quando gli raccontai tutto, di tutto ciò che avevo provato e di come lui si era comportato, ancora una volta.

-Tesh lui... Posso assicurarti che ti ama, da quando avevate sei anni ma lui...-
-È troppo preso dal sesso occasionale per poter prestare attenzione ad una singola persona e prendersene cura? Codardo!-
Lo interruppi, incrociando le braccia al petto. Avevo struccato gli occhi dal mascara ma rimasero comunque gonfi di lacrime.

Bill mi teneva con un braccio intorno alle spalle stretta a sé, lui era l'unico che davvero mi conosceva, come io conoscevo lui. Eravamo cresciuti tutti e tre insieme eppure, nonostante non fossi io la sua gemella, potevo benissimo capire come lui si sentisse in qualsiasi momento, capire cosa stesse pensando, e lo stesso accadeva a lui nei miei confronti.

-Tesh io... Non permetterò che per colpa sua ti allontani da me, io voglio esibirmi con te, fare tour mondiali con i Tokio Hotel, voglio te e solo te-
La persona sbagliata al momento sbagliato, quelle erano le esatte parole che avrei voluto sentir pronunciare a Tom, che era rimasto zitto e muto senza proferire parola.

-Ti voglio bene-
Disse infine, il che mi fece rasserenare i pensieri che la frase precedente mi aveva scombussolato.
-Tra poco ci sarà una tournée europea, Peter mi ha già dato tutti i luoghi in cui ci esibiremo: andremo anche in Italia Tesh!-
Iniziammo così a parlare della tournée e di tutte le tappe che avremmo fatto, comprese di interviste e reportage, l'essere una rock star stancava parecchio.

Ci saremmo esibiti nella capitale, in Spagna a Madrid e Barcellona, in Italia a Roma, nel Regno Unito a Londra, in Francia a Parigi e nello stato di Monaco, per poi ritornare qui a Berlino per ultima tappa. Sapevo già che sarebbe stato faticoso.

Tom tornò la sera, con un'aria stanca, tant'è vero che si mise subito a letto. Bill si mise in mezzo, quando succedevano cose del genere, e succedevano spesso, era lui a sacrificarsi per spartire le acque e soprattutto calmarle.

Esattamente una settimana dopo, partimmo per la tournée, settimana in cui non avevo rivolto parola a Tom, nemmeno per scambio.
-Bene ragazzi, tutti pronti? Georg il tuo basso è a posto? Possiamo fargli fare un'ultima controllata per essere sicuri... Gustav abbiamo perso il tuo charleston ma tranquillo stanno già provvedendo a ritrovarlo. Bill? Tutto bene? Hai preso qualche mentina?-
Peter era un uomo preciso, attento ai minimi dettagli, le nostre performance grazie a lui erano impeccabili.

Al basso di Georg si era spezzata una stringa, ma era stato tutto aggiustato in tempo, fortunatamente. Quando arrivammo in aeroporto per il check-in, fui contenta di sapere di avere il posto accanto al finestrino sul jet. Stavamo partendo per la nostra prima tappa: Madrid. Supposi che avrebbe fatto caldo lì, quindi per l'occasione avevo portato abiti leggeri. Ma non saremmo tornati a casa prima della fine del tour e quindi, dato che probabilmente in Francia avrebbe fatto forse maggiormente freddo, avevo portato anche abiti leggermente più pesanti.

Prima di partire avevamo salutato la madre e il patrigno di Bill e Tom, che ci raccomandarono di stare attenti ma, soprattutto, di divertirci e spaccare, e che loro ci avrebbero seguito tramite radio o tv. Ero contenta di averli con me, insomma: erano gli unici ad essere rimasti, come figure adulte per me intendo, dopo Peter, che per quanto si preoccupava sembrava quasi una tata.

Una volta atterrati, andammo alle camere d'hotel per sistemare i bagagli e subito dopo ripartire per i soundcheck, fu in quel momento che capii che non avremmo avuto un solo istante di tregua fino alla fine della tournée.










[Bill è il riparo di Tesh, il suo unico porto sicuro, ma purtroppo non è il gemello giusto...
Un abbraccio,
Arabelladoove❤️]

ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora