23. P.S. We Should Be Together Too

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TESH

Se a quindici anni non ero minimamente intenzionata ad intraprendere questo lungo e tortuoso viaggio verso l'America, ormai Bill mi aveva convinto. Li avevo piantati in asso, e per questo mi sentii in colpa per giorni e notti intere, non riuscivo quasi a prendere sonno e rimurginavo spesso su come sarebbero andate le cose se solo non avessi accettato quell'offerta.

Il mio nuovo manager, Rob, amico di Peter, fu gentile e disponibile con me già dal principio, come Eminem.
-Hai stoffa ragazzina, non vedo l'ora di iniziare a lavorare con te-
Mi disse il rapper non appena dissi che quello studio sembrava una tana per rettili come quella dello zoo di Berlino, gli piacqui sin da subito. Aveva detto di ritenermi la sorellina minore che non aveva mai avuto, forse un po' troppo minore. Trovai sintonia nel lavorare con lui, accettò quasi tutte le mie idee, ritenendole forti o geniali. Per la prima volta sentii di avere una figura genitoriale alle spalle, oltre ai genitori di Bill e Tom, e Hoffmann ovviamente.

Per quanto riguarda loro, avevo provato a chiamarli giorno e notte, ma oltre al fuso orario che mi impediva la comunicazione, il mio telefono non ne voleva proprio sapere di funzionare, e nemmeno ne comprai un altro. Scrivevo lettere su lettere, indirizzate sia a Tom che a Bill, ma dedussi che non arrivassero a nessuno dei due, dato che non ebbi mai una risposta. Forse era perché scrivevo troppo velocemente l'indirizzo e la mia calligrafia era pressoché indecifrabile, o mettevo qualche francobollo di troppo. Mi mancavano tantissimo.

Nel duemilasei uscì finalmente la nostra collaborazione, che parlava proprio di questo, della mia situazione, mescolata a quella di Eminem con qualche sua fan, ma rendemmo riconoscibile il timbro: tutto il mondo avrebbe dovuto sapere che quella canzone parlava di me.

Nel duemilasette sentii alla radio il loro nuovo singolo, sento che avevano continuato a lavorare sodo, in mia assenza, e fui contenta.

"We have to go a 1000 Oceans wide
1000 dark years from time has died
1000 stars are passing by
We have to go a 1000 Oceans wide
1000 times against an endless tide
We'll be free to live our lives"

La voce roca di Tom che accompagnava quella acuta e liscia di Bill mi fece commuovere, stava cantando per me, o forse no, ma a me piaceva convincermi di ciò. Mi trattenni tre anni in più del dovuto, infondo la California non era poi così male, neanche lavorativamente parlando. Incisi un disco da sola, con una compilation di assoli di chitarra e una canzone da solista, Berlino Baby. Dove parlavo implicitamente di Tom.
Infatti, la canzone recitava:
"Well, my boyfriend's in a band
He plays guitar while I sing Monsoon
I've got feathers in my hair
I get down to Beat poetry
And my jazz collection's rare
I can play most anything
I'm a Berlino baby"

Sperai la sentisse, prima o poi, e sperai che capisse si trattasse di lui, e si, era una sorta di riadattamento a quella canzoncina che cantavo insieme a Bill durante quella fredda sera su una delle panchine del nostro quartiere, dopo una delle tante litigate con il suo gemello, che mi mancava da morire. Avevo passato il mio diciottesimo compleanno da sola, insieme soltanto a Rob, e non ero potuta essere presente nemmeno alla festa dei gemelli.

Nei due anni a seguire continuai il mio lavoro, tentando di aprire una mia etichetta discografica, purtroppo fallendo, ma non demorsi.
Per i miei vent'anni, Rob mi regalò un viaggio di sola andata per Berlino.
-È quello il tuo posto, Peter sarà contento di rivederti-
Mi aveva detto, dopo avermi spiegato che aveva comunicato soltanto a lui del mio ritorno, sarebbe stata una sorpresa.

Così feci la valigia schiaffando alla rinfusa tutti i possibili vestiti al suo interno, il mio stile non era poi cambiato così tanto, i miei capelli erano molto più lunghi, riccissimi come sempre, e avevo fatto un septum al naso, sembravo quasi una mucca. Mi tatuai anche, in quegli anni, fu Eminem a regalarmelo quel tatuaggio, intimandomi che fosse stato il primo e ultimo e che avrei dovuto sceglierlo bene, non ci pensai due volte: tatuai sul mio avambraccio sinistro "Please don't drift away from me, 1000 Oceans wide".
Frase presente all'interno della sua canzone.

Lo ringraziai, era stato il miglior regalo di compleanno di sempre, dopo la Gibson SG '61 che mi aveva regalato Tom prima che partissi.
Mi misi in contatto con Peter tramite Rob, e mi raccomandò di vestirmi elegante per quando sarei atterrata: mi sarebbe venuto a prendere lui stesso per portarmi alla festa di compleanno della fidanzata di Gustav, che si teneva nella sua villa privata. In quegli anni Gustav si era fidanzato, e gli altri? Georg stava ancora con quella ragazza dai capelli lunghi e biondi? E Bill era fidanzato? Tom... Tom mi aveva rimpiazzata?

Queste domande mi frullarono in testa durante il lungo viaggio dall'America all'Europa, e fui contenta di atterrare con circa trenta minuti di anticipo, prima mi muovevo, prima avrei visto com'erano cambiate le cose.
Quando arrivai al check-out, vidi Peter, leggermente più invecchiato, con i capelli più brizzolati e un pizzetto sul mento tra il bianco e il grigio, non appena mi vide, mi abbracciò forte, stringendomi a sé.
-Ti ho lasciata ragazzina... E ti ritrovo donna. Sei cresciuta in fretta piccola Tesh-
Sorrisi prendendo la mia valigia stracolma di vestiti.

-Andiamo agli studi, sono sicuro che non ci sia nessuno, potrai cambiarti-
Chissà com'era cambiato lo studio di registrazione. Mi sorpresi nel vederlo uguale e identico a come lo avevo lasciato, con le stesse sedie, il mio microfono che probabilmente non era mai stato toccato, quello personalizzato di Bill, che ancora conservava.
Mi cambiai in fretta, indossando un vestito azzurro e dei tacchi argentei, abbinati alla mia pochette Prada, non stavo bene in equilibrio, probabilmente li avrei tolti prima della fine della serata, ma facevano la loro porca figura.

-Come stanno gli altri?-
Chiesi a Peter, una volta rimontati in macchina.
-Da quando sei andata via... Tutti sono un po' più tristi, tu eri la luce per loro Tesh-
Ed ecco che riprendevo a sentirmi in colpa.
-Tom?-
-Lui è... Cambiato-
Mi disse soltanto, suscitando in me una certa preoccupazione. Era cambiato in meglio o in peggio? Era stata la mia assenza a farlo cambiare? Gli avevo recato così tanto male? Decisi che non appena l'avrei visto gli avrei chiesto scusa, se non fosse stato con la sua nuova ragazza. Al solo pensiero mi si strinse lo stomaco e sperai soltanto che quel presentimento non fosse vero.










[Tesh viene a sapere che Tom è cambiato, ma in meglio o in peggio? Quando lo rivedrà, quale sarà la sua reazione? Due capitoli per oggi perché non sono sicura di riuscire a pubblicare domani, godeteveli e fatemi sapere cosa ne pensate!
Un forte abbraccio,
Arabelladoove❤️]

ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora