TOM
Ero tornato tardi dal mio impiego, davo una mano all'officina del padre di Gustav, e qualche volta ci faceva un salto anche lui. Abbiamo perso tempo a chiacchierare bevendo una Corona, non mi accorsi dell'orario sul mio orologio da polso.
-A domani Gus, pronto per l'intervista!-
Gli dissi incamminandomi verso l'appartamento che, da poco meno di qualche mese, condividevamo io, mio fratello e la piccola Tesh.Perché si, per me lei era ancora la piccola bambina di quel sabato sera, primo giorno del mese di agosto, che mi aveva donato sé stessa senza saperlo. Non avevo più aperto bocca sulla faccenda di quella Ines, che non si era fortunatamente più fatta viva. Non ne era necessario, almeno credevo. Ma seppellendo un morto, finisci per avere diversi scheletri nell'armadio.
Mangiai con gusto l'omelette preparata da mio fratello, che appena finito di cenare corse in bagno, era noto il suo stomaco alquanto debole, o magari aveva cucinato davvero un'omelette di merda, non lo seppi mai, avevo troppa fame per accorgermi del sapore dell'uovo.
Ero poggiato al balconcino quando estrassi una sigaretta dal pacchetto delle Marlboro. Un vecchietto le aveva dimenticate in officina e le avevo sgraffignate dal bancone.Pensai a quello che era successo dopo il compimento dei miei sedici anni: la mamma di Tesh l'aveva abbandonata, eravamo andati a vivere da soli, il nostro primo disco aveva scalato le classifiche in pochissimo tempo. I Tokio Hotel erano tra gli artisti più ascoltati d'Europa, per dei ragazzini di sedici anni scarsi erano passi da gigante! Ma ormai è inutile fingere, il mio chiodo fisso, per il quadro perfetto, era sempre lei.
Aveva incasinato la sua vita incastrando impegni di lavoro, perché per noi ormai la musica era quello oltre che una passione, alla scuola e al suo stupido lavoretto come babysitter, perché credeva che la nostra fama non sarebbe durata a lungo.
-Da quando fumi?-
Fu allora che la vidi, come due anni prima, illuminata dalla sola luce della luna, disordinata, con i capelli riccioluti che le contornavano il viso angelico dai lineamenti eleganti e signorili.
Le risposi in modo scortese, innescando una discussione non necessaria.-Come se non ti importasse niente di me! Ecco come! Perché davvero sembra che io non conti più un cazzo per te, tu non hai cercato di chiarire, sai quanto sei importante per me? Davvero io non capisco come...-
La guardai per tutto il tempo del suo discorso senza fine, non cogliendone il minimo significato, ero incantato dalle sue movenze che, anche se accentuate per la scarica di rabbia, erano comunque raffinate. Non resistetti, la tirai a me facendola sussultare, non se lo aspettava.Incastrai le mie labbra alle sue, facendo in modo da dare l'accesso alla mia lingua sul suo palato. Era ancora più calda di ciò che mi aspettassi. Stretta a me e con la luna ad abbagliarci, sembrava un deja-vù.
Fu lei a distaccarsi da me, io non ebbi nemmeno il tempo di pensare a come rispondere a quella vagonata di cose che prima mi aveva detto, non che le avessi sentite, sia chiaro.-È questo che sono per te? Una cazzo di ragazzina ossessionata da te come quelle ai tuoi fottuti concerti?!-
Disse d'un tratto, o forse aveva iniziato un altro discorso, non saprei dirlo, stavo prestando attenzione ancora alle sue labbra carnose e morbide e calde e... Mie. Quella labbra erano, dopo tutto, ancora mie. Mi scossi perché era definitivamente ora di dare una risposta.
-No Tesh! Cosa cazzo ti passa per la testa?! È perché ti ho baciata? È questo il problema? Io bacio chi mi pare quando mi pare! E tu continuavi a sparare stronzate!-Forse non avrei dovuto dirlo, l'ultima parte intendo, o forse anche la prima, forse non avrei dovuto aprire bocca. Con lei avevo sempre sbagliato: nel modo di pormi, di parlarle, di starle accanto, addirittura di baciarla. Lei, una come Tesh, sarebbe stata meglio con uno come mio fratello Bill, e me ne resi conto soltanto pochi minuti dopo. La ricciolina uscì di casa dicendomi che avrei dovuto pensare prima di agire o di parlare, quando andò verso la porta, girata di spalle, ancora una volta mi parve la piccola Tesh, forte come una roccia. Roccia che io stavo scalfendo nel modo sbagliato.
-Che succede Tom, perché Tesh è andata via?-
Chiese preoccupato Bill, appena uscito dal bagno, con il suo pigiama di flanella.
-È andata a buttare la spazzatura-
Inventai, ma io sono un ragazzo tutt'altro che furbo. Le parole di Tesh mi rimbombarono come un eco sordo nella testa "Dovresti pensare prima di parlare, o di agire!" il che era vero: io non pensavo affatto!
-Quella l'ho buttata io, dopo la cena-
Il corvino si portò le braccia al petto, incrociandole e sospirando, come fanno le madri stufe delle stupidaggini dei propri figli.-Che hai combinato?-
Nonostante tutto, con me Bill era sempre stato molto apprensivo, nonostante gli avessi sempre piantato molte grane, anche se non aveva chissà quanta scelta dato che eravamo gemelli.
-Potrei averla fatta arrabbiare con me, di nuovo... Bill io non so cosa fare!-
-Diglielo-
Disse soltanto, ma non capii. Ero talmente stupido che ancora non avevo capito che la mia paura di poterla perdere derivasse soltanto dall'amore che provavo nei suoi confronti.
-Cosa?-
-Che la ami Tom! Come un pazzo! Che senza di lei non riusciresti a vivere! Perché è fottutamente così! È tutto merito suo se siamo qui! Se tu sei qui! E se non sei in grado di amarla lasciala andare!-
Sbraitò tutto d'un fiato, allora capii che là situazione sarebbe degenerata.Io e Bill litigavamo raramente, ma quando lo facevamo era per buone motivazioni, e Tesh era spesso una di quelle.
-Ma di cosa cazzo parli?! Lasciarla andare?! Lei è mia!-
Gli avevo urlato dopo che aveva avuto il coraggio di dirmi che avrei dovuto allontanarla da me.
-Lei non è tua, tu non hai alcun diritto su di lei!-
-Perché tu si?!-
Spurai acido, ci stavamo avvicinando sempre di più, ero in punte per fingere una sorta di superiorità. Ma nonostante fosse ritto sulle piante dei suoi piedi quarantuno, Bill non dava cenno di demordere.-Io... Io... No, nemmeno io. Ma tu, tu la stai facendo impazzire brutto stronzo!-
Mi disse, ormai con gli occhi castani intrisi di lacrime, si stava trattenendo per non farsele scivolare via dalle orbite.
-Ora, se non ti dispiace, vado a rimediare al danno che hai fatto!-
Disse prima di prendere il suo chiodo di pelle e sparire dietro la porta.Era questo che gli invidiavo, il fatto che lui sapesse tutto di Tesh: il suo colore preferito, il suo cibo preferito, che cosa la rendeva triste e che cosa la rendeva felice, dove trovarla quando si sentiva giù di morale... Lui la conosceva meglio di me, meglio di quanto conoscesse sé stesso, e io lo invidiavo, perché se solo non fossi stato così antipatico e distaccato quando la conobbi, sarei stato io al suo posto adesso, a consolarla, ad abbracciarla, a... Baciarla.
Ma Bill era Bill, e lei gli voleva bene, tanto bene, troppo bene per i miei gusti. Loro si completavano, ed era in momenti come quello che credevo che davvero io sarei dovuto uscire dalle loro vite, per semplificarle o stronzate simili, ma poi mi ripetevo che non c'era niente di male e ci dormivo un po' su. Mi sedetti con la schiena attecchita alla porta e piansi, perché Tesh era una delle persone più importanti per me, come lo era Bill, e io avevo appena litigato con entrambi. Iniziai a sbattere la testa contro l'anta di legno, e pensai, una buona volta, a cosa avrei potuto fare per migliorare la situazione.
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[Tom che pensa è proprio uno spettacolo da non perdere! Ora abbiamo visto come entrambi i gemelli Kaulitz provino invidia e gelosia per il reciproco rapporto con la piccola Tesh! Sta vivendo il sogno di tutte, in pratica! Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una stellina⭐️non cosa fa niente!
Un grande abbraccio,
Arabelladoove❤️]
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ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]
Fiksi PenggemarAvere tredici anni e un sogno nel cassetto così ingente diventa davvero difficile quando vivi in una cittadina come Lipsia. Ce la faranno Tesh e i suoi amici a realizzare il proprio sogno? Lo scopriremo soltanto leggendo! Started: 06/05/2023 Ended:...