ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]

6. Baby You're The Baddest Girl And, Uh, Nobody Else Matters

BILL

-Vaffanculo Tom! Tu e i tuoi fottutissimi rasta!-
Urlò Tesh, in preda all'agitazione e io, che avevo osservato tutta la scena come spettatore esterno, la tirai verso di me per un braccio ancorandola al mio petto, per evitare che prima del concerto mio fratello Tom si ritrovasse con un occhio nero e che la ragazza si ritrovasse senza la sua chioma bionda sulla testa.

-Forza andiamo-
Controvoglia la ricciolina mi seguì dentro, quando ci venne annunciato che tra pochi minuti il live sarebbe cominciato.
Tom si era sbarazzato di quella ragazza, della quale neppure io conoscevo la provenienza. Se me lo avesse detto magari, in un modo o nell'altro, avrei potuto coprirlo.

Sul palco, con rabbia, Tesh collegò la sua chitarra al jack, in quel momento pensai che le sue emozioni avrebbero potuto infierire sull'andazzo del concerto. E, invece, come già previsto da me, lei tenne il palco in maniera eccezionale.
Aperto il sipario, si piazzò accanto a me, con la sua chitarra stretta tra le mani e il plettro alle labbra, poi lo prese con la mano destra e la levò in aria, per guadagnarsi l'attenzione del pubblico, e ci riuscì anche egregiamente.

Se la portò poi all'orecchio facendo cenno agli spettatori di prestare attenzione, ma erano già tutti rapidi da lei e le sue movenze che, anche se elementari, li avevano ipnotizzati, come avevano ipnotizzato me.
Portò di nuovo la mano verso il cielo e, con uno scatto repentino, la fece scivolare lungo le corde della chitarra elettrica, producendo un suono gradevole ma al contempo ritmato e acuto. Fu quello che mi ricordò che sul palco c'ero anche io e che dovevo iniziare a cantare.

Georg e Gustav si davano da fare tra il basso e la batteria mentre Tom era quasi sopraffatto dalla bravura di Tesh che, ancora arrabbiata, sembrava quasi ostinata nel far scivolare su e giù le sue dita lungo il manico, ebbi più volte l'impressione che volesse quasi spaccarla sul palcoscenico, luogo per cui, ribadisco, era nata. Teneva l'attenzione di tutti su di sé e pensai quasi non stessero prestando attenzione alla vera e propria canzone, fin quando anche lei si avvicinò al mio microfono per cantare con me.

-And when I lose myself, I think of you
Together we'll be running somewhere new
Through the monsoon
Just me and you!-
Cantammo in simbiosi, scambiandoci sguardi di complicità e, in quell'esatto momento, capii che questo volevo farlo per mestiere. E non intendo cantare o diventare il sex symbol della band, ma stare insieme a lei, insieme a Tesh, su di un palco, mentre ci guardiamo come se esistessimo solo noi e nessuno ci stesse osservando.

Quasi non seppi cosa fare quando si avvicinò al mio microfono, sembravo davvero uno che era lì per puro caso, ma lei era talmente persuasiva che gli spettatori non se ne fecero problema, e né tantomeno io.
L'unica cosa che sentivo forte e chiara in quel momento, era lo sguardo tagliente di mio fratello Tom su di noi, come una lama affilata dritta nel fianco, che ti squarcia la carne.

Fu allora che avvicinai ancora di più Tesh a me, che iniziammo a cantare ancora più forte e in simbiosi, come se fossimo una cosa sola. Ancora dovevo capirlo, che lei era destinata a Tom, intendo. Ma ero comunque un ragazzino dalla forte ostinazione e la mia intenzione non era certo quella di arrendermi, almeno non in quel momento che l'avevo finalmente stretta a me.

Finito il concerto passammo ai ringraziamenti, fummo tutti entusiasti di sentire gli applausi del pubblico, che più di tutti acclamava Tesh, definendola un vero e proprio talento del Rock.
-Grazie Berlino! E grazie a tutti voi!-
Disse infine Tom, uscendo dal palco.
-Sei bellissimo Tom!-
Fu urlato sugli spalti, dalla folla che lo acclamava. Tesh storse il naso, poi uscimmo tutti dal palco, andando da Peter che ci aspettava dietro le quinte.

-Siete stati formidabili ragazzi, davvero i miei complimenti-
Ci disse il nostro manager, raccogliendo i in un forte abbraccio, fui contento di quel successo ottenuto, era davvero un ostacolo insormontabile per me che, timido e leggermente ansioso dell'evento, ero davvero su di giri.