TOM
Eravamo ai soundcheck della Universal Music, dopo che la Sony BMG ci aveva piantato in asso. Tesh era stata la prima a ribellarsi, scatenando una vera e propria lotta tra la band, Peter, i manager e lo staff. Lei era davvero cazzuta.
Il suo piccolo sogno, che custodiva gelosamente tra le mani, le stava scappando via, ma lei non lo avrebbe permesso.
I tempi cambiarono: Bill aveva i capelli più lunghi ma ancora li acconciava con quel ciuffetto ben pettinato davanti all'occhio sinistro, io avevo ancora i dread, molto più lunghi e tendenti al biondo sulle punte. Tesh diventava ogni attimo sempre più bella, o era quella l'impressione che mi aveva dato, crescendo di primavera in primavera sempre più. Dormivamo ancora insieme però, lei dormiva con Bill, ma nella notte cercavamo l'uno lo sguardo dell'altra.
Io avevo preso ad uscire con una certa Ines, che poi avevo piantato in asso. Per quanto mi sforzassi, credetti che era per colpa di Tesh che non avevo una ragazza, e non perché lei mi facesse il malocchio o cose simili. Perché il termine di paragone era proprio lei. Nessuna avrebbe potuto mai equipararla.
Quella sera presi coraggio. Tesh si era alzata per andare a prendere da bere, lo capii dal brutto rumore che fece il frigorifero, la sua anta cigolava. Scesi rapidamente le scale, arrivando in cucina, dove i raggi candidi della luna filtravano dalla finestra senza tende. Nostra madre non aveva un buon gusto per quanto riguarda gli arredi.
Anche con quel pigiama a bretelline sottili e gambe scoperte, in piena notte e con il viso impastato dal sonno, la trovai meravigliosa. Era estate. Il primo di agosto, per essere precisi. Sul comodino della mamma c'era un libro di William Shakespeare. Ricordo tutto di quel giorno o, meglio, di quella notte.
Spotty, il nostro cane, era appisolato nella sua cuccetta poco lontano dal sottoscala, si sentiva quasi russare. Nel lavello c'erano ancora le tazze sporche della mattina prima, non avevamo avuto la cura di lavarle. E infine c'era lei. Illuminata da un fascio di luce perlacea, che le colpiva le gambe sottili, il busto coperto dalla lunghezza del pigiama e i suoi capelli ricci... Quei ricci che non vedevo l'ora di toccare. Me li aspettavo morbidi e setosi, ed effettivamente lo erano.
Mi avvicinai a lei mettendole una mano nei capelli. Anche io avevo indosso il pigiama e i miei dreadlocks erano sciolti e in disordine.
-Sono morbidissimi-
La sentii ridere a voce bassa, per evitare di svegliare gli altri.Subito dopo ci affondai la faccia dentro, profumavano anche. Di frutti di bosco, per essere precisi. Presi a giocherellare nervoso con il mio piercing e lei lo notò. Lei notava tutto, era una ragazza precisa e attenta, anche ai minimi dettagli.
-Cosa ti rende nervoso Tom?-
Mi aveva chiesto, staccandomi dai suoi capelli profumati e guardandomi dritto negli occhi.Vidi le sue iridi dilatarsi per la poca luce, cercava il mio sguardo. Sussultai quando mi mise la mano destra sul viso, era fredda e morbida, la presi con la mia, calda e ruvida.
-Sei congelata-
Sorrise di nuovo e sperai che la mia mente una volta anziana non mi facesse dimenticare di questo momento, di tutti quelli passati con lei... Di Tesh. Se l'avessi dimenticata, avrei dimenticato anche me stesso, in fin dei conti.Mi leccai le labbra, per farle sembrare più idratate e carnose, anche se al buio della cucina non si vedeva quasi nulla. La distanza continuava a ridursi, perché io mi avvicinavo sempre di più al suo viso tondo. Sentivo il suo respiro regolare, ancora per poco, sul mio collo. Tesh era più bassa di me. La guardavo con la testa china mentre lei alzava di poco lo sguardo.
-Hai già dato il primo bacio?-
Le chiesi, sperando che da quel momento in poi fosse solo mia. Per un ragazzo di quattordici anni era ancora inconcepibile fare sesso su tutti i fronti, ma per uno di sedici nemmeno un po'.Con imbarazzo scosse la testa in segno di negazione, fui sollevato. Tesh era pura, casta, immacolata. Era mia. Solo mia. Ingoiai un groppo di saliva e leccai di nuovo le mie labbra, prima di fiondarmi sulle sue. Erano morbide, carnose, idratate, vellutate. E mie. Le sue labbra erano finalmente mie. Avrei voluto mangiarla, come si degusta il proprio piatto preferito. Non chiusi gli occhi, io volevo vederla mentre ci baciavamo, volevo vederla diventare calda sotto il mio tocco.
-Buon compleanno Tesh-
Le dissi. Lei compiva gli anni quel giorno. Fu l'unica cosa che mi venne in mente da dirle, per smorzare la tensione. Lei sorrise, in imbarazzo. Forse non credeva che il suo bacio fosse dei migliori, data la poca esperienza, ma con lo sguardo le assicurai che era il più bel bacio che io avessi mai dato, ma tutt'oggi non saprei dire se lei lo capì.Continuammo a baciarci per tutta la notte. Baci lenti e casti. Labbra contro labbra. Sentivo il mio piercing premerle sulla bocca provocandole un leggero solletichio. Baci bisognosi, almeno per me, perché probabilmente la mattina dopo li avrei rimpianti tutti, uno ad uno. Mi sarebbero mancati come l'aria a quelli che praticano apnea, o forse non è il termine di paragone giusto, non ce n'è uno che possa essere paragonato a quanto io volevo i baci di Tesh.
Il giorno seguente, sarebbero iniziate le tappe per la tournée. Eravamo tutti in ansia. Bill si era più volte dato la matita nell'occhio destro e aveva preso a lacrimare. Georg era impassibile come sempre e Gustav era sovreccitato. Tesh era in ansia, la prima tappa sarebbe stata molto vicina, a Berlino con esattezza, la nostra città natale.
Sul retro del pullman che ci avrebbe scortati fino alla capitale, c'era la ricciolina pensierosa, stretta alla sua chitarra, pensierosa. Mi sedetti accanto a lei, circondandole le spalle con un braccio.
-Che succede?-
-Chiamami Bill-
Disse soltanto, e fu allora che venni pervaso da una gelosia senza limiti. Perché voleva parlare con mio fratello? Perché lui e non me?Annuii solamente, andando poi da lui, che parlava tranquillo con Georg. Non feci caso al loro discorso, il senso di invidia nei suoi confronti mi attanagliava troppo per prestare attenzione a qualcos'altro che non fossero le mie mille domande.
-Bill, Tesh vuole parlarti-
Gli dissi soltanto, prima di vederlo scattare in piedi e raggiungerla sul retro.Li osservai per tutto il tragitto, mentre parlavano e di tanto in tanto si scambiavano una risata. Bill si era fatto voler bene sin da subito, e Tesh non rinnegava il bene per nessuno.
Se uno sguardo avesse potuto uccidere, mio fratello sarebbe morto sul colpo da almeno mezz'ora, e il viaggio per Berlino fu ancora lungo.Lei era tra le braccia di Bill e io, che l'avevo resa mia, perché lei era solo mia, li guardavo con gli occhi di un leone affamato, che ha perso il primato sulla sua antilope, cedendola ad una pantera di passaggio.
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[Tom geloso di Bill, ma ormai Tesh è sua e lo sarà forse ancora a lungo, chi lo sa, 10 stelline per saperlo amiche, ormai conoscete la regola😂
Al prossimo capitolo,
Arabelladoove❤️]
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ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]
FanficAvere tredici anni e un sogno nel cassetto così ingente diventa davvero difficile quando vivi in una cittadina come Lipsia. Ce la faranno Tesh e i suoi amici a realizzare il proprio sogno? Lo scopriremo soltanto leggendo! Started: 06/05/2023 Ended:...