Capitolo Ventuno

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                          Viktor

Era strano.
Vedere Andrej e Cassiopea lì, insieme, studiarsi in silenzio.
Analizzare ogni parte l'uno dell'altra, come se stessero cercando di capire chi realmente avessero davanti.

Chi era quell'uomo enorme, pieno di tatuaggi e dall'aria burbera che sfiorava con delicatezza sua moglie ogni volta che le passava accanto?

E chi era quella piccola donna, dallo sguardo duro e impenetrabile che schiavava ogni tipo di contatto sociale ma notava anche il minimo dettaglio di chi le stava intorno?

Così distanti, così diversi eppure così simili entrambi.
Era strano vederli interagire in silenzio... eppure niente mi era mai sembrato più giusto.

Non si erano più parlati dopo la presentazione in giardino, neanche quando Vega ci aveva invitati a fermarci per cena con loro, nemmeno durante tutta la suddetta cena cucinata dai padroni di casa. Più da Phoenix che Vega.
Si erano semplicemente guardati.
E basta.

Conoscevo abbastanza bene entrambi da sapere cosa stavano facendo.
Era come giocare alla preda e al predatore solo che davanti a me c'erano due predatori esperti.

Ed erano così simili da mettere i brividi. Zora raccontava qualcosa di stupido ed entrambi ghignavano.
Vega e Phoenix bisticciavano sul condimento giusto per la carne? Sopracciglio inarcato e occhi al cielo da parte di entrambi.

Io parlavo di quanto fossi bravo e magnifico? Due sbuffi sarcastici da parte loro.
Che poi come potevano negare quell'evidenza?

Li avevo tenuti d'occhio per tutto il tempo, con il cuore ballerino e uno strano vorticare alla bocca dello stomaco.

«Per quanto ti fermerai?»

Stava chiedendo Phoenix versando a tutti due dita di whisky nel salotto all'interno della serra dove ci eravamo spostati una volta finita la cena.
Alya era andata via subito dopo aver ingurgitato l'arrosto in tre bocconi urlando un grazie sconclusionato e parlando di un appuntamento con qualcuno ed eravamo rimasti solo noi sei.

Andrej sollevò le spalle facendo girare il liquido ambrato nel bicchiere di cristallo prima di portarlo alla bocca.

«Per tutto il tempo che sarà necessario, anche se non era questo il motivo principale della mia visita. Avevo già in mente di venire a trovare Zora poi gli eventi sono cambiati.»

Zora si poggiò alla sua spalla con un sospiro sedendosi sul bordo del pouf sul quale stava Andrej e gli passò una mano nei capelli con movimenti lenti e delicati.

«Quanti anni avete di differenza?»

Proruppe Cassiopea voltandosi verso di noi restando però in piedi vicino a una pianta dai fiori di uno sgargiante rosso corallo. Indossava un leggero prendisole verde salvia prestatole dalla sorella dopo la doccia fatta prima di cena.
Amavo vederla con quel colore, era lo stesso del vestito che aveva indossato la sera della cena a casa mia e le stava una meraviglia.

Le risaltava la carnagione chiara e i capelli scuri ma più di tutto metteva in evidenza quegli smeraldi sempre troppi cupi che aveva al posto degli occhi e le labbra rosse.
Stupenda.

Mi riscossi dai miei pensieri notando Andrej spostare l'attenzione su di lei.

«Tre.»
«E com'è? Essere il fratello maggiore dello squalo di San Diego, il grande avvocato della West Coast che non perde mai.»

Si soppesarono con lo sguardo per qualche secondo prima che Andrej rispondesse senza mai staccare gli occhi da quelli di lei.

«Sfiancante, a tratti irritante.»

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