Sono passati due giorni da quando mi hanno dimesso dall'infermeria.
Ora dovrò somministrare un antibiotico per un'altra settimana e poi potrò finalmente ricominciare a vivere normalmente.
In realtà non sarebbe mia intenzione far finta di niente, ma la McGranitt mi ha detto chiaramente che ora è il turno della scuola di risolvere i suoi problemi e che gli studenti hanno già dato abbastanza negli anni precedenti.Purtroppo per la preside però, l'indifferenza non è nel mio vocabolario, quindi sono due giorni che mi scervello per capire chi, come e perché abbia tentato di ammazzarmi.
Ora mi trovo in biblioteca, luogo che mi ha fatto scoprire Hermione.
Sono seduta come se fossi in un bar, con una scarpa sopra la sedia e la testa appoggiata al ginocchio. Sto riflettendo facendo sbattere il dorso di una matita contro la scrivania per innumerevoli volte, mentre mi sfioro un pezzo di caviglia che i miei jeans a zampa lasciano scoperti.Mentre sto scarabocchiando su un pezzo di fazzoletto, mi torna in mente la lettera di mia madre, che non ho ancora letto.
Di solito le apro appena arrivano, ma in questa so già che saranno presente una marea di lamentele, quindi ho ritardato il momento il più possibile.La sfilo dalla borsa e la apro strappando completamente la busta.
Estraggo il foglio e mi stupisco di quanto sia breve il testo:Cara Edith,
la scuola mi ha informata del terribile incidente che è accaduto la scorsa sera.
Mi hanno anche detto che, grazie a Dio, ora stai meglio e che ti serviranno solo alcuni giorni di riposo. Spero che questo non ti sciocchi troppo e che tu non voglia cambiare di nuovo scuola. Sai che qualunque sia la tua scelta, io ti appoggerò.
Ad ogni modo ti chiedo scusa per l'inattività nel mandarti lettere, ma tua sorella mi sta facendo impazzire.
Speriamo di rivederti presto, manchi a tutti.Un bacio,
Juliette....
Quando capisco che, purtroppo, è ora di parlare con Riddle, mi va il sangue alla testa.
Sfortunatamente, era lui lì con me l'altra sera ad Hogsmade, quindi è l'unico con cui io possa confrontarmi senza che mi prenda per pazza.
So che il rapporto instauratosi non è dei migliori, e non voglio che lo sia, ma se voglio collaborare per ottenere informazioni su mio padre, è l'unico modo.Mi chiedo se sia effettivamente la mia unica scelta e sì, lo è.
...
Non so come avrei fatto a trovarlo nella sua sala comune se non fosse stato in giro per la scuola, ma, grazie a Dio, lo è.
Lo vedo mentre parla con dei suoi amichetti (uno biondo, che Hermione mi ha detto essere un certo Malfoy, una ragazza, che sembra a tutti gli effetti un'oca scappata dalla fattoria di mio zio Charles, e infine un altri due tizi che appaiono completamente privi di personalità).
Si trovano al centro di uno dei cortili interni di Hogwarts e la loro disposizione è questa: Riddle seduto sulla panchina, al centro; ai suoi lati il biondo e l'oca e dietro a tutti i tizi senza personalità.Mi sto chiedendo che battute da maiali si stiano scambiando quando sento una mano che mi si appoggia sulla spalla.
«Edith» dice Dean.
«Ciao» lo saluto cercando di sforzare un sorriso.Ammetto che mi abbia dato fastidio che non sia più venuto a chiedermi come stavo, ma non l'ho nemmeno visto aggirarsi per i corridoi, quindi forse era davvero fuori scuola.
«Scusa se non sono passato a salutarti prima, ma sono tornato a casa in questi due giorni» si giustifica.
La ragazza a cui hai chiesto di uscire per poco non finisce in coma e tu vai a fare un picnic con i tuoi?
Ma stai bene, Dean?
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Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||
Fanfiction«Questo non è un gioco, tesoro». Linguaggio volgare