Tredici

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Smith non ha restituito la bacchetta a Riddle, per sottoporla a delle analisi più approfondite. 
Ammetto che provo un leggero godimento a saperlo senza bacchetta (ciò vorrebbe dire poterlo attaccare senza che io venga sottoposta ad una delle tre maledizioni), ma, al contempo, non è stato carino nei suoi confronti dubitare della sua onestà, nonostante ci siano tutte le motivazioni per farlo. 

Oggi è il mio primo giorno di prove nell'orchestra della scuola. 
Una grifondoro (partecipe anche lei alla classe di Vitious) è venuta ad avvisarmi circa un'ora fa che oggi ci saremmo dovuti trovare all'aula predisposta per le prove dell'orchestra. 

Onestamente l'idea non mi entusiasma molto, avendo sempre e solo suonato da solista, ma provare non fa mai male a nessuno, no?
Poi Vitious mi sembrava meravigliato quando mi ha sentita suonare e mi pareva di fargli un torto non accettare il suo invito. 

Quando arriva il momento, circa una quindicina di minuti prima dell'inizio, esco dalla sala comune e, munita del mio violino, mi avvio verso la classe. 
La stanza si trova al quinto piano della scuola ed è molto spaziosa. 
Quando entro, alcuni studenti stanno seguendo una lezione di arte, quindi, per non dare fastidio, mi limito a sedermi in una delle poche panche disponibili, per attendere la fine. 
Per far passare in fretta il tempo, sfilo il libro che sto leggendo dalla mia borsa, che mi accompagna ovunque. 
Si tratta di un classico babbano: "L'insostenibile leggerezza dell'essere". 
Uscì nel 1984 in Francia e quella che sto leggendo io è un'edizione del tempo, comprata da mio padre all'epoca. 
Non mi dispiace vedere tutte le sue annotazioni, mi aiutano a conoscerlo meglio.

Quando sento la voce del professore annunciare la fine della sua ora e vedo tutti gli studenti iniziare ad uscire, mi alzo. 
Sono contenta di fare la conoscenza del professore di arte, ma la gioia svanisce quando noto che a far parte della sua classe è quel coglione di Cameron. 

Cerco di ignorarlo, ma lui riesce comunque a non capire le mie intenzioni, iniziando a parlarmi.

«Senti» gli dico interrompendolo.
«Non so nemmeno  come ti chiami, non mi interessi neanche lontanamente e non uscirei con te neppure sotto tortura, quindi, ti prego, non parlarmi» concludo.
Lui rimane ammutolito. 

Mai stato rifiutato, Cameron? 
Non è un mio problema. 

Lui semplicemente se ne va, risparmiandosi un'altra umiliazione. 
Vengo sopraffatta da qualche istante di sollievo, quando vedo Riddle entrare. 

Ma mi sta seguendo? 
È il mio primo pensiero prima di ricordarmi che il professor Vitious mi aveva avvisato della sua presenza. 

Anche lui non sembra troppo entusiasta alla mia vista, infatti la prima cosa che fa quando mi nota è alzare gli occhi al cielo. 

Decido semplicemente di ignorarlo, come ho fatto negli ultimi tempi. 
In fondo, siamo noi che diamo importanza alle cose, quindi se decido di ignorarlo, la sua esistenza non mi toccherà minimamente. 

Mi avvio verso il centro dell'aula e Vitious assegna ad ognuno di noi una sedia. 
Io sono in prima fila, sotto lo sguardo attento del professore, che è costretto su una pedana per riuscire a vederci tutti. 
Ci viene consegnato uno spartito e lo analizzo brevemente: l'ho già studiato in precedenza, visto che si tratta di Paganini. Vitious mi fa un occhiolino complice, che sta a dire 'dimostra a tutti come suoni bene Paganini'. 
Sorrido leggermente prima di posizionare lo spartito sul leggio. 
Vitious mi insegna anche un incantesimo che fa girare le pagine da sole, cosa sicuramente molto utile. 

«Lei non ha una bacchetta, Riddle?» domanda il professore. 
«No» si limita a rispondere Riddle, che si accomoda innanzi al... pianoforte. 

Che cosa? 

Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora