10.

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"Pole Position! Good job Charles!"

"WOAAHHHHH! Grazie Ragazzi!"

Charles fece la sua prima pole della stagione, un capolavoro, fece un giro perfetto. Un sorriso mi si presentò spontaneamente sul mio viso, ero felice, se lo meritava davvero. "Qui le cose si fanno interessanti scricciolo, eri con lui prima vero?" mi girai di scatto verso Daniel, ero appena stata scoperta?, lo vidi abbassarsi verso di me e mi sussurrò "Dopo passo da te e ne parliamo, anche perchè se Max lo dovesse scoprire scoppierebbe la terza guerra mondiale", sbuffai rumorosamente al pensiero e poi tornai a guardare il monitor davanti a me.

Le qualifiche erano finite da poco e mentre gironzolavo per il paddock decisi di andare a cercare Charles per congratularmi con lui. Entrai nel MotorHome Ferrari e un ragazzo mi venne incontro, "Lucia? Ciao sono Joris, lui ti sta aspettando al piano di sopra", ringraziai questo ragazzo così gentile, un pò imbarazzata a dire il vero, e salii al piano di sopra, mi stava davvero aspettando? Bussai ma nessuno rispose, aprii la porta e lo trovai steso sul lettino della stanzetta con le cuffie alle orecchie. Non dissi niente, mi appoggiai allo stipite della porta, braccia conserte, lo guardai per qualche secondo e dopo un rumoroso colpo di tosse aggiunsi "Ti sembra il modo di accogliere degli ospiti? Come siamo maleducati signorino" Charles, si girò di scatto, preso dallo spavento, cascò quasi dal lettino su cui era steso e la scena mi fece scappare in una fragorosa risata. "Congratulazioni per la pole, te la sei meritato" gli dissi sorridendo. Lui si avvicinò a me, si abbassò alla mia altezza, fissò i suoi occhi nei miei, mi sfiorò con un braccio per prendere la maniglia della porta, alle mie spalle, che era rimasta aperta e chiuderla, senza mai distogliere lo sguardo da me. L'attrazione che provavamo l'uno per l'altra era davvero forte, avrei voluto assaporarlo di nuovo e forse non ne avrei avuto comunque abbastanza, ma piuttosto che cedere, gli domandai ansiosa "Cosa vuoi da me Charles? Che stiamo facendo?" Il ragazzo difronte a me si allontanò, non disse niente, si girò dandomi le spalle e poggiò le sue mani sui suoi fianchi; rimasi un pò spiazzata e delusa da questa sua reazione, non pretendevo una dichiarazione ma almeno un tentativo di conoscenza, un minimo di interesse e invece niente. Dopo qualche instante di silenzio, mi voltai, misi la mano sulla maniglia e senza guardare il monegasco dissi "Io vado, buona fortuna per domani", feci per aprire la porta ma in una frazione di secondo si richiuse. Mi ritrovai la mano di Charles sulla mia e il suo corpo appoggiato al mio, appoggiò il suo volto sulla mia spalla e mi propose di conoscerci, "Se vinco, vieni a cena con me, dammi una possibilità". Annuì in segno di assenso e il monegasco affondò il viso nell'incavo del mio collo, abbracciandomi da dietro, stringendomi più forte che poteva. Io misi le mie mani sulle braccia, per ricambiare e sorrisi come mai non avevo fatto. Restammo così per un pò, a malincuore però mi dovetti staccare perchè dovevo andare da Daniel, avevamo un discorso in sospeso noi due. Charles non era per niente d'accordo con le mie frequentazioni, alla fine io era una ragazza RedBull a tutti gli effetti, che però tifava segretamente per la rossa. Il pilota numero 16 mi diede un bacio sulla fronte e mi lasciò andare. Salutai il ragazzo che avevo visto prima, Joris, e tornai il hotel.

La sera io e Daniel ci recammo sul tetto panoramico dell'albergo, con una pizza maxi e due coca cola. Sputai il rospo, confidai al mio amico tutte le sensazioni e le paure che avevo, non tralasciai nessun dettaglio. Ricciardo da un lato mi rincuorò ma dall'altro non nascose le sue preoccupazioni, effettivamente mi ero appena ripresa da uno dei dolori più grandi al mondo, perdere un padre. A questo si aggiunse anche quello del mio fidanzato che negli ultimi tempi mi trattava come una pezza e mi tradì con tutte le donne che gli passavano davanti lasciandomi senza dire niente, trovai solo la sua parte di armadio vuota. Il senso di solitudine generale che provai nell'ultimo anno mi aveva completamente demotivato, ero diventata un'ameba: apatica e statica. La vita mi scorreva davanti e piuttosto che provare a cogliere qualche stimolo, preferivo chiudere gli occhi e non vedere.

All'improvviso, mentre io e Daniel stavamo parlando, due mani si appoggiarono una sulla mia spalla e l'altra su quella di Ricciardo, facendoci sussultare. Ci girammo in contemporanea e vedemmo Max, che ci sorrise dolcemente e confessò "Vi ho sentito, non l'ho fatto di proposito, volevo venire qui per prendere un pò d'aria e concentrazione per domani, vi ho visti e la curiosità ha vinto contro ogni principio morale." Si girò verso di me, prese il mio viso tra le sue mani e continuò "Baby, non devi avere paura del mio giudizio, sono contento che ci sia qualcuno nella tua vita, che voglia prendersi cura di te, solo stai attenta perchè non voglio che tu soffra di nuovo. Inoltre di a quel coglione che se per sbaglio ti dovessi vedere anche solo dispiaciuta per qualsiasi motivo, lo sbatto a muro" mi commossi leggermente e abbracciai il mio campione più forte che potevo, avere la sua approvazione per me era un gran sollievo.

Daniel e Max sono stati da sempre come una seconda famiglia per me e so che posso contare su di loro qualsiasi cosa succeda e di questo ne sono grata, loro mi hanno protetto da chiunque, a volte anche da me stessa.

La serata finì con qualche balletto stupido e una forma pietosa di karaoke improvvisato, dove modestamente l'unica che si salvava ero io visto che so cantare abbastanza bene. In quel preciso momento non desideravo niente di più, noi, i magnifici 3 sul tetto del mondo. Per la prima volta, potevo dire di essere veramente felice.

Balla con me, ChérieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora