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Dopo la festa in casa Ferrari, salutai Charles e mi diressi in cerca di Max, mentre camminavo per il paddock vidi Daniel venirmi incontro, senza dire nulla mi prese per mano e mi portò dal mio migliore amico correndo. Verstappen non era ancora uscito dal suo stanzino e non apriva a nessuno, nemmeno a suo padre. Chiesi ai presenti di lasciarci soli, solo Daniel si spostò di qualche metro ma restò nei paraggi; presi coraggio e bussai tre volte, nessuno rispose. "Max sono io, apri", silenzio, "Lo sai che sono capace di sedermi qui davanti e restare qui fino a quando non ti toccherà uscire. A meno che non pensi di marcire lì dentro, in 15 mq di stanza. È questo il tuo piano Emilian?" ancora nessuna risposta, ma sentii il click della chiave, mi aveva aperto. Guardai Daniel, gli feci cenno col capo per fargli capire che c'era uno spiraglio di speranza ed entrai; trovai la camera sottosopra e il mio migliore amico era seduto su una sedia, chinato in avanti con le mani nei capelli. Non lo avevo mai visto così dispiaciuto, non sapevo cosa dirgli, niente lo avrebbe rincuorato, così decisi di adottare una strategia diversa: mi inginocchiai difronte a lui, misi le mie mani sulle sue e con fare goffo iniziai a cantare una canzoncina stupida "Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile
E i tuoi malanni puoi dimenticar.. In fondo, basta il minimo, sapessi quanto è facile.. Trovar quel po' che occorre per campar
" Max alzò lo sguardo verso di me, ci guardammo per un secondo, era così basito dalla mia canzone che incredibilmente scoppiò a ridere. "Sei proprio scema, cosa devo fare con te?" mi disse abbracciandomi. "So che qualunque cosa io dica non ti farebbe sentire meglio, hai dominato la gara e avresti potuto vincere, ma il mondiale non si sarebbe comunque deciso oggi, avete pari punti ora è vero ma anche se tu avessi vinto oggi la prossima gara sarebbe stata comunque un incognito, ne sappiamo qualcosa no?" mi rivolsi a Max con fare gentile, ponderavo ogni parola per cercare di non peggiorare la situazione. Alla fine riuscii a calmarlo e tenergli alto, per quanto possibile, il morale, così uscimmo da quella stanzetta minuscola e ci recammo nel MotorHome per eseguire il solito briefing post gara per analizzare cose fosse andato storto, anche se lo sapevano già tutti perfettamente.

Mentre aspettavo che la riunione finisse, mi raggiunse Charles, siamo stati un pò insieme e tra una coccola e l'altra gli dissi che non sarei andata con lui a cena, avrei fatto compagnia ad un desolatissimo Max Verstappen ma che comunque lo avrei aspettato per dormire insieme e così fu.


GP DI ABU DHABI

Le due scuderie erano pronte a festeggiare la vittoria dei loro rispettivi piloti, la RedBull avrebbe festeggiato sicuramente il campionato costruttori, ma c'era in ballo quello piloti. I fan e le testate giornalistiche stavano impazzendo per questi due ragazzi, due giovani appassionati che in questa stagione ci avevano fatto sognare. Fu un campionato pieno di colpi di scena, sorpassi e nuove scoperte, infatti Nyck De Vries aveva stupito tutti con la sua ottima performance, fu abbastanza costante, un punto fermo per il team.

Ormai eravamo agli sgoccioli, 58 giri e avremmo saputo chi sarebbe stato il campione del mondo. Max aveva ottenuto la pole, questa fu una magra consolazione dopo quanto era successo a Las Vegas ma ormai lo aveva già dimenticato perchè era focalizzato su questa ultima gara.

Decisi di essere la svizzera questa volta, andai dai miei due piloti ad augurare loro buona fortuna, ma non guardai la gara da nessuno dei due box, presi le mie due amiche Isa e Carmen e guardammo la gara dall'alto, sul terrazzo sopra i box.

Finito il giro di formazione si accesero i semafori, al loro spegnimento vedemmo una lunga bagarre tra Leclerc e Verstappen, la meglio l'ha avuta quest'ultimo che riuscì a rimanere in testa ma Charles non mollava. Dalle inquadrature della regia, potevo vedere i suoi occhi, erano infuocati, ci credeva, ci credeva più di tutti. Fu una gara molto complicata per tutti, vi furono 2 bandiere rosse e molte safety car, i due piloti erano incollati tra loro, Leclerc aveva DRS su Max e proprio a due giri dalla fine riuscii a superarlo.

"UNBELIEVABLE CHARLES! YOU DID IT! SEI CAMPIONE DEL MONDO!

"Mamma mia ragazzi, grazie mille a tutti! Non ci credo davvero!!! WOOOOOOAAAAHHHH"

Charles rallentò la sua corsa e fece un segno di rispetto nei confronti di Max che ricambiò prontamente, quando ritornarono al traguardo, i due fecero delle donuts e tutti i tifosi li acclamarono in segno di gratitudine per tutto lo spettacolo che ci avevano regalato.

Finita la gara corsi verso il podio e mi misi al centro tra le due scuderie pronta a festeggiare le due persone più importanti per me insieme a Daniel ovviamente. Ci fu una festa incredibile, fuochi d'artificio, lacrime, gioia, urla.. era una splendida caotica festa dove il campione del mondo veniva sollevato per aria e acclamato da tutti.

Nessuno di noi potrà mai dimenticarsi quella sera, nessuno di noi riuscì a dormire per colpa dell'adrenalina che non voleva abbandonare i nostri corpi e per la gioia che aveva fatto esplodere i nostri cuori. Ora bisognava solo replicarlo l'anno prossimo, facile no?

Festeggiammo per tre giorni ininterrottamente, fino alla sera del gala dove avrebbero consegnato a Charles, il trofeo del pilota del mondo e quello come pilota dell'anno; al tempo stesso Max avrebbe ricevuto il premio come vicecampione e al team RedBull avrebbero consegnato il trofeo per la vittoria del campionato costruttori. Quella sera fu memorabile, durante il discorso di ringraziamento del monegasco verso il suo team, si girò verso di me e mi ringraziò per averlo stimolato, per averlo spronato e per essere stata sempre al suo fianco. Ad un certo punto si inginocchiò, prese una scatolina dalla tasca della sua giacca e gli occhi pieni di amore mi chiese "Lucia, so di non essere perfetto e di aver sbagliato con te ma oggi sono qui, dinanzi a tutti per chiederti se sei disposta a ballare con me per tutta la vita. Vuoi sposarmi?" ero incredula, non mi sarei mai aspettata un gesto del genere, le lacrime di gioia mi rigavano il volto e non riuscendo a parlare gli sussurrai con convintissimo "Si!", ci baciammo e poi mi mise al dito il bellissimo anello che aveva scelto per me.

Balla con me, ChérieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora