17.

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Come avevo previsto Max era una furia, "Domani lo faccio fuori, gli tolgo quel sorrisino del cazzo dalla faccia, vedrai", cercai di tranquillizzarlo in tutti i modi e con molta pazienza e fatica, ci riuscii.

Uscii dal MotorHome RedBull per prendere aria, " Ahhh che bella giornatina leggera" borbottai ironicamente tra me e me. Decisi di fare due passi per schiarirmi le idee e mettere ordine ai miei pensieri, la scena a cui avevo assistito poco fa è un duro colpo da digerire, stavo per tornare dal mio migliore amico quando qualcuno mi prese per il braccio, mi caricò a sacco di patate sulla spalla e mi portò via da lì; mi ritrovai seduta sul lettino della stanza del pilota numero 16 e la sua possente figura era difronte a me. "Perchè non rispondi alle mie chiamate e messaggi? silenzio, "Perchè mi eviti? Che ho fatto di male?" al suono di questa domanda che devo ammettere, mi ha lasciato piuttosto sbigottita, sentii tutta la rabbia che avevo tenuto sotto controllo in questi giorni, esplodere, così gli urlai "Cosa hai fatto? Hai abbattuto tutte le mie barriere senza chiedermi il permesso, ti sei intrufolato nella mia vita scombussolandola, mi hai fatto innamorare di te, mi hai portato a casa tua e come la tua ex ti ha fatto gli occhioni tu mi hai lasciato lì, da sola, come una cretina davanti alla tua famiglia. Per non parlare del fatto che te ne sei andato senza una spiegazione, ma con tre parole del cazzo e hai il coraggio di chiedermi cosa hai fatto?!" quando finii di parlare, mi trovavo in piedi difronte a lui, avevo il fiatone, gli occhi mi pizzicavano a causa delle lacrime che volevano uscire ma le fermai, non gli volevo dare la soddisfazione di vedermi piangere. Charles per un istante non parlò, mi guardò sorpreso dalla mia reazione e con un filo di voce sussurrò "Tu sei innamorata di me..", forse credeva che non lo avrei sentito ma in tutta risposta gli dissi "Stai sereno, ho capito di non essere ricambiata, ora però lasciami in pace", prontamente lo sorpassai e cercai di uscire dallo stanzino che il monegasco aveva chiuso a chiave. Lui mi abbracciò da dietro, tenendomi salda, nonostante cercavo di liberarmi dalla sua presa; mi appoggiò al muro della stanza e mi obbligò a guardarlo negli occhi e mi disse "Non posso spiegarti ora cosa sta succedendo per ora , ma io in questi giorni non l'ho toccata, nemmeno con un dito. Nemmeno ho mai pensato di sfiorarla.." - "Perchè? Noi non stiamo nemmeno insieme e lei oltre a essere bellissima, l'hai amata tanto" - "È vero, ma lei non è te. Nessuno riesce a togliermi dalla testa il nostro primo bacio, i momenti vissuti insieme e .. Non mi fa perdere la testa al pensiero che condivide la stanza con due uomini". Le nostre labbra erano pericolosamente vicine ma prima che potessero unirsi, qualcuno busso alla porta dello stanzino, era Charlotte che aveva portato il pranzo al monegasco. "Vaffanculo" ringhiai mentre lo allontanavo da me, raccolsi tutte le mie forze per uscire il più dignitosamente da questa stanza. Mentre stavo per uscire dal MotorHome Ferrari, Joris mi fermò, provò a dire qualcosa ma lo interruppi solo col gesto della mia mano, non volevo sentire niente. Ormai non riuscivo a trattenere le lacrime e quando lui le vide, mi appoggiò dolcemente il suo cappellino in testa e mi sussurrò "Prima o poi capirà che sta sbagliando", non dissi nulla e corsi via.

Decisi di scappare dal paddock, non andai nemmeno in hotel, scrissi solo un messaggio a Daniel dicendogli che sarei tornata la sera e di non preoccuparsi.

Presi un taxi e mi recai nel centro città e da lì iniziò la mia lunga passeggiata che durò tutto il pomeriggio e non solo. Ormai si erano fatte le 3 del mattino, chiamai un Uber che mi portò in hotel, ove ad aspettarmi c'era un infuriatissimo, direi fumante, Max Verstappen pronto a farmi la predica. Non fece in tempo ad aprire bocca che crollai tra le sue braccia. Il mio migliore amico, mi adagiò a terra e con l'aiuto della receptionist chiamarono il medico dell'albergo per capire la causa del mio svenimento improvviso. 

Quando riaprii gli occhi erano le 11.30 del mattino, accanto a me c'erano i miei due compagni di stanza, Max aveva gli occhi rossi e leggermente gonfi e Daniel era appoggiato al muro e si mordicchiava le unghie della mano. Mi mossi lentamente cercando di non fare troppo rumore ma al minimo movimento i due portarono subito la loro attenzione su di me e il mio migliore amico mi aiutò a sedermi sul letto. La preoccupazione del pilota di punta della RedBull era evidente, tant'è che gli misi una mano sul viso e lo accarezzai col pollice della stessa, "Scusate se vi ho fatto preoccupare, non era mia intenzione" dissi, Max in risposta mi strinse forte a sé e Daniel dopo pochi secondi si unì al nostro abbraccio. Ero consapevole di essere fortunata ad avere amici così.

Tutto sommato stavo bene, mi era salita la febbre abbastanza alta, ma nel trambusto di ieri, non me ne ero nemmeno accorta, avevo portato il mio corpo ad uno sforzo troppo grande e alla fine non ha retto. Per fortuna niente di grave, con qualche integratore avrei potuto prevenire questo evento in futuro, soprattutto nei paesi troppo caldi.

Max vinse la gara, non gareggiò in maniera molto sportiva in curva 1 con Charles, ma almeno non lo aveva sbattuto a muro come mi aveva preannunciato. Mentre aspettavo che i miei amici tornassero dal circuito sentii bussare alla porta ma decisi di non andare ad aprire.

Balla con me, ChérieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora