16.

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La famiglia di Charles mi ha messo a mio agio, mi sono sentita parte integrante del loro nucleo familiare, erano così uniti e vedere il pilota numero 16 così felice e rilassato mi ha riempito il cuore di gioia.

Dopo cena, ho aiutato la mamma del monegasco a rigovernare e poi ci siamo sedute al bancone della cucina a parlare: lei è una donna di una estrema dolcezza, ha una forza interiore da fare invidia al mondo ed è molto legata ai suoi figli. "Cara, so che anche tu hai avuto un passato difficile, me lo hanno accennato i miei figli, mi dispiace tanto, capisco perfettamente il tuo dolore. Sai, non vedevo Charles così sereno da un bel pò; tra tutti lui è quello che ha sofferto di più, si sentiva ricoperto di aspettative e responsabilità che ha reagito come meglio ha potuto, ha ingoiato un macigno ed è andato a lavorare", la donna fece una pausa, aveva la voce leggermente tremante, quasi come se stesse trattenendo il pianto, così appoggiai le mie mani sulle sue e le confessai "Io ho sempre stimato suo figlio, per me è sempre stato simbolo di grande forza ma anche di un grande amore, verso la sua famiglia e le persone a lui care. Charles è passione, determinazione ed è ... amore. Ognuno reagisce al dolore come meglio crede, a volte si sente solo il bisogno di cercare di restare in piedi, di respirare. Lei non deve sentirsi in difetto perchè quel giorno Charles fosse solo e senza sostegno da parte della sua famiglia, perchè mi creda, non era solo, non lo era per niente". La mamma del monegasco mi guardò con infinita dolcezza e istintivamente scesi dal mio sgabello e l'andai ad abbracciare. "Dimmi una cosa prima di tornare dagli altri figliola cara, cosa provi per il mio bambino? A questa domanda deglutii rumorosamente e mi guardai intorno per vedere che nessuno potesse sentire, presi coraggio e le risposi "Io non so cosa siamo io e suo figlio ad oggi, ma posso dirle che io ne sono innamorata. Non so cosa provi lui nei miei confronti ma spero di essere corrisposta" - "Cara, se tu oggi sei qui vuol dire che sei importante per lui, fidati di me" e dopo questa frase, tornammo dagli altri in sala.

Quello che non sapevamo però, era che Arthur aveva sentito tutto e aveva registrato la conversazione con il cellulare per poi farla sentire al fratello in modo da togliergli qualsiasi dubbio avesse riguardo la nostra frequentazione.

Mentre eravamo tutti seduti sul divano in sala, suonò il citofono, Lorenzo andò a vedere chi fosse e dopo un silenzio assordante che durò un'infinità di tempo, chiamò Charles. Quando i due tornarono nel salone, vidi che con loro c'era una ragazza, l'avrei riconosciuta tra mille, era Charlotte l'ex fidanzata del monegasco. Mi si gelò in sangue, "perchè è qui? Continua a frequentare la famiglia come se fosse una parente?" mille domande mi passarono per la mente ed Arthur se ne accorse, tant'è che appoggiò la sua mano sulla mia, un tocco impercettibile agli occhi degli altri, che però mi trasmise un minimo di tranquillità. Il pilota numero 16 dopo avermi lanciato uno sguardo fugace, si rivolse alla madre, si congedò e prima di andare via con la sua ex fidanzata mi disse "Lorenzo ti accompagnerà a casa", poi sparì. Ero congelata, non riuscivo né a parlare né a muovermi, mi era mancata la terra da sotto i piedi, Charlotte era appena tornata ed io ero diventata invisibile, lo stomaco mi si contorceva e mi era salita la nausea. Un'altra delusione mi aveva colpito e affondato. Lorenzo fece per prendere le chiavi della macchina ma lo fermai, "Non ti preoccupare, mando un messaggio ad un amico con l'indirizzo e mi viene a prendere", il maggiore dei fratelli era totalmente contrario alla mia proposta ma alla fine lo convinsi, così salutai e ringraziai tutti per l'ospitalità e me andai.

Non chiamai nessuno a dire il vero, mi incamminai senza una vera e propria meta, sperando di riuscire ad arrivare a casa di Max integra. La freddezza con cui mi aveva trattato Charles mi aveva distrutto, mi sentivo piccola come quando il mio ex mi sbatteva in faccia tutte le ragazze che si era fatto in discoteca o quando mi diceva che io non ero alla sua altezza e non avrei mai concluso niente nella vita, forse era così non ero alla sua altezza e nemmeno a quella di Leclerc, mi ero solo illusa. Dopo pochi metri percorsi, scoppiai in un pianto disperato, mi accasciai a terra, in un angolino, e versai tutte le lacrime che negli anni avevo trattenuto. All'improvviso iniziò a piovere, tremavo, non sapevo se fosse per il freddo o per la delusione, fino a quando una coperta mi si posò sulle spalle. Arthur mi aveva seguito e quando vide che stava piovendo, corse a casa (non molto lantana da dove mi trovassi) e mi portò questa coperta. Prese il mio telefono e chiamò Max che dopo 5 minuti arrivò e mi portò a casa.

I giorni successivi per me furono duri, parlavo e mangiavo a stento, mi sentivo di nuovo svuotata. Charles ha chiamato ogni tanto, ma non ho mai risposto, come non ho nemmeno visualizzato i messaggi che mi mandava. Max dal canto suo era arrabbiatissimo con il monegasco ma al tempo stesso non l'ho mai visto così premuroso. In questi giorni non mi ha mai lasciato, dormivamo insieme, mi faceva mangiare per tenermi in salute e cercava di non farmi perdere l'interesse in ciò che mi circonda. Fu un vero toccasana, questa volta almeno, non ero sola.

GP DELL' AZERBAIJAN

Era da una settimana che non vedevo e sentivo Charles, mi ero ripresa per quanto possibile e vederlo non so che effetto mi avrebbe fatto, speravo solo che Charlotte non ci fosse. Le mie due guardie del corpo, Max e Daniel, seguivano ogni mio movimento e non permettevano a nessuno di avvicinarsi senza il mio consenso.

La giornata delle prove libere fu tranquilla, il mio migliore amico dettava il passo ed ero riuscita a evitare il pilota numero 16 per tutto il giorno, inoltre in hotel non avevo una camera a mio nome ma i "magnifici 3" avevano preso una tripla, per stare tutti insieme.

Il giorno delle qualifiche era arrivato, la pole se la contendevano Max e Charles, ad avere la meglio fu quest'ultimo per pochi millesimi. Il pilota RedBull era indiavolato, non posso ripetervi le sue parole, sarebbero fin troppo offensive anche per i più cattivi.

Dopo le foto di rito, avevo visto gli occhi di Max infuocati, dovevo calmarlo perchè avevo paura facesse qualche cavolata, ma nel momento esatto che stavo andando dal mio migliore amico, vidi lei, Charlotte correre verso Charles e lasciargli un bacio fugace sulle labbra. Lui istintivamente si fece leggermente indietro, quasi come se fosse stato colto di sorpresa, ma la sostanza dell'azione non cambia, erano tornati sicuramente insieme. Leclerc di riflesso si guardò intorno preoccupato, quando mi vide si irrigidì ma in tutta risposta lo ignorai e corsi verso Max e lo portai via perché dopo il P2 e la scena a cui avevamo assistito lo avrebbe picchiato di sicuro.

Balla con me, ChérieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora