Appoggio la schiena contro il muro accanto alla porta, strisciando fino al pavimento. Mi porto una mano ai capelli, sperando che non li abbia strappati... provo a pettinarli delicatamente tra le dita, completo il movimento e porto le mani davanti agli occhi: nulla. Mi alzo dal pavimento, dolorante e instabile mentalmente. Vado verso le scale, per arrivare alla mia stanza, ma una mano mi blocca dal polso. Mi blocco e mi giro.
D: «perché non mi hai detto nulla?»
Spalanco gli occhi.
T/n: «come?»
Alice apre la bocca per rispondergli, ma la blocco con un cenno del capo.
T/n: «non avresti dovuto saperne niente... non avresti dovuto neanche assistere»
Sussurro flebilmente.
D: «non avrei dovuto saperne niente?! Stai scherzando?»
Mi urla contro.
A: «T/n... riposa»
Dice preoccupata, si avvicina a Draco e gli impone di lasciarmi andare, rendendosi conto che non farei altro che urlargli contro tutto ciò che provo, se gli rispondessi... e di sicuro non sarebbero parole dolci o d'amore.
D: «no... voglio restare con te, confortarti, aiutarti. Farei tutto per te, tutto»
Rifletto sulle sue parole. Mi aiuterebbe la sua presenza? La presenza di qualcuno a cui tengo in un momento in cui non sono stabile? Mi renderebbe vulnerabile... io non voglio essere vulnerabile, non posso. Ma non scegli tu per chi essere vulnerabile, non scegli chi amare, non scegli se amare.
T/n: «non credo che sia una buona idea...»
D: «non ho paura che mi urli addosso, che mi attacchi verbalmente o fisicamente, non ho paura di te, non ho paura delle tue reazioni, e ciò che ho visto oggi non ha mosso alcun sentimento di pena o compassione in me nei tuoi confronti. Hai dimostrato di essere una donna estremamente forte e coraggiosa, affrontando la persona che ti ha causato dei traumi profondi. Hai dimostrato di essere un'amica leale e vera, impedendo che lui avesse la possibilità di fare del male alla tua più cara amica. Hai dimostrato di essere furba e scaltra, evitando che lui potesse ricattarti attraverso qualcuno di a te caro. Perciò l'unica cosa che è nate in me nei tuoi confronti è solo una stima più grande di quello che già prima era»
Gli sorrido debolmente, poi guardo Alice. Lei mi osserva incredula delle parole che Draco ha appena pronunciato, poi mi fa un cenno di assenso con la testa.
T/n: «se ne sei sicuro... puoi venire»
Sospiro e mi giro, riprendendo a camminare verso la mia camera. La cute brucia ancora parecchio e lo stomaco non smette di mandarmi fitte, il viso mi pizzica un po' ma è sopportabile. Mi è anche venuto mal di testa, tanto per migliorare la situazione. (commento sarcastico, per chi non lo capisca)
Apro la porta e la richiudo alle nostre spalle, mi stendo sul letto rannicchiandomi contro il cuscino, posizionato sul mio viso per evitare che qualsiasi emozione possa trapelare dalla mia maschera di indifferenza.
D: «ti comporti come se non fosse successo nulla... o peggio, come se ci fossi abituata»
Sollevo un secondo la testa dal cuscino, guardando di sottecchi Draco.
T/n: «come dovrei reagire alla notizia che il mio ex è uscito di prigione e la prima persona che ha voluto vedere sono io per farsi fare un...»
Sospiro, le mie mani tremano quanto il mio respiro. Torno a sprofondare nel cuscino.
D: «non sarebbe meglio controllarlo, il livido sulla pancia?»
Attendo un minuto prima di rispondergli, cercando un modo per sviare la conversazione.
T/n: «cosa ti fa pensare che io abbia un livido sulla pancia?»
D: «ti ha tirato un calcio davvero molto forte, non prendermi in giro»
T/n: «va tutto bene, di sicuro non avrò neanche un graffio. Non mi fa neanche più male»
Bugiarda. Questa è una cazzata. È evidente che ti faccia male, non saresti in questa posizione altrimenti.
D: «credi che io sia stupido?! È ovvio che ti fa male!»
Si siede accanto a me, così alzo la testa per guardarlo.
D: «per favore, possiamo controllare che la tua pancia non abbia neanche un graffio?»
Non lo so... non mi sono mai esposta a nessuno, neanche in estate. Facevo il bagno nella piscina a casa mia, dove assolutamente nessuno aveva accesso e usavo degli incantesimi per nascondere tutto nel caso in cui qualcuno fosse arrivato.
D: «ti prego...»
Non ho modo di evitare la cosa, perciò tanto vale...
T/n: «non giudicarmi per quel che vedrai»
Sussurro. Tolgo la maglia, esponendomi a lui. Non parla, non proferisce alcuna parola e questo mi terrorizza ancora di più. Mi guarda con tristezza e rabbia, e sono anche certa che non sia per il livido "nuovo" ma per quelli di vecchia data.
T/n: «non guardarmi così...»
D: «così come?»
T/n: «come uno che è appena venuto a conoscenza del mio passato»
D: «è ciò che è successo»
Stupida! Stupida T/n che ti fidi sempre delle persone sbagliate! Stupida T/n che ti fai convincere! Stupida T/n che continui a fare il contrario di quello che ti dice il tuo istinto!
Prendo la maglia ma la sua mano mi blocca il polso, quindi alzo lo sguardo su di lui, che prende la bacchetta e sussurra un incantesimo di guarigione. Tutti i segni iniziano a sparire. No no no. NO!
T/n: «fermo! Fermati cazzo!»
Draco interrompe l'incantesimo quasi immediatamente, perciò il mio corpo ha ancora i marchi delle violenze.
D: «perché? Avevo capito che te ne vergognassi»
T/n: «ti danno fastidio? Bene, puoi anche andare via! Secondo te non conosco l'incantesimo che stavi usando? So come fare guarire i lividi, so come far smettere di sanguinare una ferita anche molto profonda molto più di quanto sappia come camminare! Conosco ogni tipo di incantesimo di guarigione esattamente come conosco ogni tipo di incantesimo che celi agli altri le cose. So come nascondere i lividi o i tatuaggi o qualunque altra cosa, l'ho imparato prima di poter parlare. Se non ti sta bene il mio passato, se non ti sta bene tutto ciò che ho subito, quella è la porta... ma non ti permetto di cambiarmi, questo è quello che sono e tu non puoi fare nulla al riguardo. Stupida io che credevo di potermi fidare di qualcuno. Stupida io che credevo tu fossi diverso. Ma non ti azzardare a raccontare ciò che hai visto a qualcuno, altrimenti ti giuro sul mio orgoglio che non la passerai liscia!»
Mi rimetto la maglia e gli indico la porta, attendendo che lui se ne vada. Ma resta fermo ad ascoltarmi, immobile come una statua di sale. Non capisco, dopo ciò ho detto chiunque sarebbe scappato via a gambe levate.
T/n: «ancora qua stai?!»
D: «non ho alcuna intenzione di muovermi»
Capisco sempre meno. Perché vuole restare? Perché non se ne va? Perché il mio narcisismo non lo spinge ad allontanarsi?
T/n: «perché?»
D: «perché io non ho mai avuto intenzione di cambiarti, volevo solo che fossi più a tuo agio nel tuo corpo»
T/n: «non mi sentirò mai a mio agio nel mio corpo, perché è stato violato così tante volte che ormai non lo riconosco neanche più»
Rimane in silenzio e la cosa mi turba ancora di più.
T/n: «va via Draco»
D: «dove vuoi che vada?»
T/n: «vai in camera tua, nella sala comune, in sala grande, a casa tua, al lago nero, sulla torre d'astronomia... vai dove ti pare, ma non stare qui»
D: «perché?»
Questa sua insistenza mi dà sui nervi!
T/n: «BASTA DRACO! SE TI HO DETTO CHE NON DEVI STARE QUI È PERCHÉ QUI NON TI CI VOGLIO, PUNTO! ORA ESCI E TROVATI QUALCOS'ALTRO DA FARE PIUTTOSTO CHE STARE QUI A CONSOLARMI O A TENTARE DI FARMI ACCETTARE IL MIO CORPO!»
Rimane ancora una volta in silenzio, impalato sul posto come un pezzo di marmo.
T/n: «VATTENE!»
Draco si alza ed esce dalla mia camera sbattendo, con molta forza, la porta. Quel rumore assordante mi rimbomba nelle orecchie, invadendomi la testa. Alcune lacrime lasciano i miei occhi per i ricordi che mi annebbiano la mente, ma la porta si apre e una figura alta si fionda da me.
A: «T/n…»
Mi abbraccia preoccupata e io affondo la testa nell'incavo del suo collo. Rimaniamo in questa posizione per ore, finché non mi addormento stremata, con le lacrime secche sulle guance.
STAI LEGGENDO
Infelicemente ancorata al passato.
RomanceUna, all'appetenza normale, ragazza sedicenne è in attesa del suo diciassettesimo compleanno, di modo che la traccia non la intralci più e poter sistemare dei conti in sospeso con il suo passato. Qualcosa, però, la fa allontanare dal suo obbiettivo...