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Lady Danbury ha ragione, i balli della famiglia Bridgerton sono eccezionali. Allestimenti perfetti, precisi, studiati con impegno.
Mi guardo intorno sporgendo la testa, dove è Benedict?
Propio mentre parlo tra me e me, eccolo lì in fondo alla sala. Mi nota anche lui e avanza il passo verso di me. Faccio lo stesso.
<Lisa!> mi abbraccia sollevandomi leggermente.
<*tosse*> ci rimprovera Lady Danbury
<come stai?> gli chiedo sorridente. Mi era mancato molto, forse più di tutti.
<io bene, dovrai raccontarmi tutto sul tuo viaggio>
<magari la prossima volta> interviene mia madre, mi indica con la mano la Regina, appena entrata in sala. <è il momento tesoro> si aggiusta il vestito e mi prende sotto il braccio. Sussurro un "a dopo" al mio amico e calo nella parte della perfetta signorina.

<Vostra Maestà, vi ricorderete di Lady Maria Villayn e sua figlia Annalisa Villayn, vivevano a Londra due anni fa. Sono mie ospiti per questa stagione> ci presenta
<è un onore per noi poter essere qui> ci inchiniamo tutte e tre. La Regina ha uno sguardo severo, giudicante, a tratti annoiato.
<Se Lady Danbury vi ha portato a suo nome, significa che devi essere una ragazza davvero eccellente> si rivolge a me. <É stato molto generoso da parte sua accoglierci, ed è un onore per me essere qui> La Regina improvvisamente cambia umore, sorride e mostra molta gioia. <Sai ricamare?> mi chiede <certo>. <Suonare il piano?> <si, vostra maestà. Suono anche il violino> <Quante lingue conoscete?> <Inglese, italiano, francese e sto cercando di impararne altre> Si avvicina a me e mi sfiora una guancia con le mani <ho parecchie aspettative in lei, signorina Villayn> mi sorpassa.
Mia madre è al settimo cielo.

Ritorno da Benedict, dove nel mentre si sono aggiunti alcuni dei suoi fratelli.
<Eloise, Colin> saluto con un abbraccio, anche se meno affettuoso di quello precedente
<ci sei mancata> mi dice lei. <anche voi, non sapete quanto>
<che schifo> commenta Eloise osservando un uomo che si scaccola di nascondo
<anche tu in cerca di marito eh?> mi fulmina con lo sguardo e subito dopo viene trascinata via da Penelope Featherington. Non mi è mai stata particolarmente simpatica, troppo gentile per me.
< mi concede un ballo signorina...>
<Annalisa Villayn> mi presento. É un uomo dal bell aspetto, occhi azzurri, capelli biondo cenere, altezza giusta. Non vedo motivo per cui dovrei rifiutare.
Mi prende una mano e raggiungiamo la sala da ballo.
Adoro le danze,  di più quelle dove si riesce a dialogare.
<Lord Ansel, come dovrebbe essere vostra moglie?>
<Bella, sicuramente. Altrimenti mi farebbe sfigurare, ma non è il vostro caso> ecco il problema. Bello ma montato. Evito e vado avanti con le domande.
<Avete delle passioni?> dico mentre giro intorno a lui <un uomo come me è impegnato negli affari, non ha tempo per le passioni o distrazioni. Per questo cerco una moglie paziente, che non abbia ambizioni di alto livello, così che non rechi problemi>
<ah> mi limito a rispondere
<se vuole qualche volta possiamo passeggiare insieme, così le racconto qualche mia avventura> annuisco fingendo di essere contenta.
Dio, quando finisce la musica ?
Terminato il ballo, scappo senza indugiare.
Esco un po' all'aperto così da respirare aria fresca, e sopratutto, per staccare da balli, saluti e inchini.

<signorina Villayn> mi raggiunge un uomo.
Capelli scuri, occhi del medesimo marrone, aspetto impostato, rigido. Come non riconoscerlo.
<Lord Bridgerton> ripongo il mio sguardo su di lui.
Il fratello maggiore di Benedict, nonché visconte, è sempre stato l'unico della famiglia Bridgerton con cui non sono mai riuscita ad instaurare un rapporto amichevole. Anzi, a dirla tutta, non facevamo altro che litigare.
<Mi sorprende vedervi qui, non sapevo del vostro ritorno> < dovevo inviare una lettera di permesso?>
<nemmeno cinque minuti e già la vostra compagnia diventa sgradevole> si gratta la fronte e sospira <potrei dire lo stesso della vostra. Cercate una viscontessa se non sbaglio> non lascio il tempo di replicare <buona fortuna, ve ne serve> accenna una risata per poi continuare <il tempo passa ma voi non cambiate> cammina allontanandosi. <nemmeno voi siete cambiato> Altroché, è più alto, la voce più forte, ha una sicurezza che prima non c'era, è più...uomo. Ma l'ultima parola dev'essere la mia, e se pur all'aspetto non posso screditarlo, è l'essenza quella che conta. E la sua è pessima sicuramente.
Si volta verso di me <buona fortuna signorina Villayn, ve ne serve> <grazie> sorrido in modo antipatico per poi tornare dentro.

Colin mi invita in un ballo e finalmente posso discutere con un gentiluomo.
<Come hai trovato l'Italia?> <É bellissima, anche se ammetto che mi era mancata Londra. Quando sono partita non credevo di stare via due anni, non avevo nemmeno salutato per bene tutti>
< adesso sei qui, ne sono felice.> gli sorrido sincerante. Colin è un ragazzo molto dolce, se non fossimo amici, potrei prendere in considerazione l'idea di sposarlo.
<Ho conosciuto i miei nonni materni, non sono come immaginavo. In senso positivo. Ma la cosa più bella era vedere mia madre felice, le mancava la sua terra natia>
<Annalisa potremmo incontrarci qualche pomeriggio, ci scambieremo qualche informazione su luoghi che ho visitato. Sembri l'unica che potrebbe interessarsi ai miei discorsi> apro bocca per replicare ma mi precede <lo faremo in compagnia di qualcuno, non voglio che si pensi che ti corteggi. Sei una delle mie amiche più care>
<perfetto> finisce la danza.
Mi allontano dalla sala e mi sposto ai margini.
Rivolgo il mio sguardo a destra, sentendomi osservata, noto Anthony che mi guarda per poi subito distaccare il contatto visivo. Porta una ragazza a danzare. É sempre stato così...attraente?

il visconte e ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora