18

1.7K 60 2
                                    

La tenuta di Aubrey Hall è meravigliosa. L'atmosfera familiare è presente ovunque. È curata da ogni punto di vista, estetico ed organizzativo. Ad accoglierci c'è Lady Violet e i suoi otto figli, tutti sorridenti mentre scherzano fra loro. <Lady Mary, che piacere avervi tutte qui > saluta Violet con la sua solita grazia e gentilezza <il piacere è nostro> risponde lei a modo.
Saluto i fratelli Bridgerton uno ad uno. Anthony mi saluta con un cenno del capo e ricambio alla stessa maniera. <Daphne...come stai?> apre le braccia per ricevere il mio abbraccio. <sono lieta di vederti di nuovo Lisa. Non potrebbe andare meglio, spero sia lo stesso per te> evito di rispondere alla domanda, poiché la risposta non sarebbe quella che spera, potrebbe andare sicuramente meglio. Le faccio le mie congratulazioni per tutto quello che, ahimè, mi sono persa in questi due anni.
<io direi di inaugurare la giornata come ai vecchi tempi> dice saltellando Eloise. Ogni anno, per l'evento più atteso della stagione, il ballo dei Bridgerton ad Aubrey Hall, ci hanno invitate a passare un piccolo weekend nella loro tenuta. Il padre dei ragazzi amava inventare nuovi giochi per farci divertire, e così dette vita a quella che sarebbe stata negli anni a venire una vera e propria tradizione. <la caccia al tesoro!> rispondo euforica.
La caccia al tesoro non è come una caccia tradizionale. Ogni giocatore ha sei biglie da dover trovare. Le biglie nascoste sono raccolte in una cesta, sei ceste in totale. Il primo che trova tutte le sue biglie e le riporta al punto di partenza vince. Le biglie dei giocatori sono di colore diverso, per poter distinguere le proprie biglie e per poter capire chi dei giocatori ha già trovato le proprie una volta visto il cesto. Le mie biglie sono bianche, quelle di Eloise azzurre, Benedict verdi, Colin gialle, Daphne rosa ed Anthony rosse.
<Mi sono presa personalmente il compito di nascondere i cesti> si intromette Violet. <beh io direi che può incominciare la gara> conclude.
Ci guardiamo prima tutti, per studiare le mosse dell'altro, poi improvvisamente cominciamo tutti a correre. Ognuno diretto in una zona diversa.

Ho raccolto tre delle mie biglie, ma se i miei conti non sbagliano, Eloise e Ben sono in vantaggio, Colin ha raccolto una delle sue biglie, Daphne due ed Anthony tre. Girovago tra gli alberi in cerca del quarto cesto. Sento dei rumori dietro di me, le piante che si spostano velocemente e si toccano tra loro.
Una persona mi raggiunge e sembra sorpreso tanto quanto me. Mi giro di scatto, voglio distogliere lo sguardo ma non riesco. Una vampata di calore sopraggiunge il mio corpo. <Cercate la vostra quarta biglia?> pronuncia lui. <queste sono informazioni che non posso rivelarvi> mentre mi guardo intorno, noto il quarto cesto nascosto dietro un albero. Anche Anthony lo vede. Lo guardo per un secondo e lui fa lo stesso, poi raggiungiamo di corsa le biglie. Arrivo prima di lui, ma mi raggiunge in questione di secondi. Litighiamo mentre le nostre mani cercano di allontanare quelle dell'avversario dal cesto. <La prendo io e poi la prendi tu> dice lui. <Sono arrivata prima io> controbatto. Riesce ad afferrare la sua biglia ma continuando a litigare, essa gli cade dalle mani e rotola, fermandosi accanto ad una panchina. Lui fissa la biglia senza dire nulla, ha smesso anche di discutere con me. Osservo il suo sguardo perso.
Quello è l'esatto punto in cui si trova la lapide di Edmund Bridgerton, Anthony ci mette piede raramente.
Lascio cadere la mia biglia nel cesto, mi incammino verso la panchina e raccolgo la biglia di Anthony.
Afferro la sua mano e poggio in essa la biglia, chiudendo la mano in un pugno. <grazie> sussurra con voce fioca. <non ringraziarmi> mi rendo conto solo dopo che le nostre mani sono ancora unite e che lui, con l'indice, accarezza la mia. Sposto le mie mani rapidamente. <Beh la gara non è finita> prendo la mia biglia e mi incammino. Lui fa lo stesso e ci allontaniamo. Mi fermo appoggiata ad un tronco e respiro lentamente. Sento ancora il calore della sua mano, il vuoto nel mio stomaco che diventa insopportabile.

Corro per poggiare tutte le mie biglie e per sfoggiare la vittoria, ma quasi arrivata al traguardo mi fermo ansimando. Benedict e Daphne sono arrivati prima di me, correre è inutile ormai. Li raggiungo camminando senza fretta, alla mia destra Anthony, Eloise e Colin mi sorpassano correndo. Si fermano anche loro delusi, una volta visti i fratelli. <Non mi dire che ha vinto di nuovo Benedict!> esclama Eloise furiosa.
Benedict fa un inchino e dalla sua gioia posso captare che è proprio lui ad aver vinto. Riuniti di nuovo tutti, tra le risate e le battute, delle gocce di pioggia atterrano sempre più frequenti sul terreno. I fratelli Bridgerton si riparano sotto il tetto della tenuta, io d'altro canto, rimango esattamente dove sono. Mi guardano tutti straniti. <ma cosa fate?> chiede Anthony, guardandomi dalla testa i piedi. Ho i capelli e gli abiti completamente bagnati.
Faccio un giro su me stessa. <Andiamo! Vi spaventa l'acqua? È una sensazione fantastica!> esclamo, invitandoli ad unirsi. Comincio a correre. È la sensazione più vicina alla libertà che io abbia mai provato. Noto che gli altri mi hanno raggiunta.
Cominciamo a ballare tutti insieme. Sembra essere tornati bambini, con i sorrisi ingenui, la voglia di divertirsi, la spensieratezza, nulla contava di più di stare tutti insieme. <Ragazzi, tornate dentro o prenderete l'influenza!> ci richiama Lady Violet. Ciascuno di loro raggiunge casa, tranne Anthony che rimane alle mie spalle senza proferire parola.
Dato il silenzio, seguo l'esempio degli altri e mi incammino. <Vi volevo salutare> mi fermo, come se il terreno avesse bloccato le mie gambe impedendomi di continuare i miei passi. Mi volto verso di lui. <Vi volevo salutare, due anni fa, quando siete dovuta partire per l'Italia> i suoi capelli bagnati sembrano incorniciare il suo viso perfettamente e i vestiti lasciano intravedere il suo corpo. Ma la mia attenzione è fissa sui suoi occhi. Quel marrone che con la pioggia sembra essere mille volte più intenso, profondo. È come se cadessi nel vuoto mentre li guardi, non ci si trova mai una fine.
<allora perché non l'avete  fatto?> rimane in silenzio. <perché?> insisto.
<PERCHÉ VOI MI TORMENTATE!> si avvicina lentamente, senza interrompere il contatto visivo.
<con il vostro disprezzo nei miei confronti, la vostra ostilità, voi mi tormentate. Ogni giorno, penso a tutti i modi in cui questo disprezzo potrebbe evolversi, ai modi in cui potrei farvi cambiare idea...> si avvicina sempre di più, posso percepire i pochi centimetri che separano la mia bocca dalla sua. Di nuovo. <Anthony-> cerco di fermarlo, anche se non vorrei.
<Non vi ho salutata perché bruciavo al solo pensiero di non dover vedere più il vostro viso tra la gente. Ma non è servito a niente. Credete che partite per l'Italia sia stato abbastanza da lasciare in pace i miei pensieri? Non esiste un luogo, un momento, in cui voi non mi vesserete. Voi. Voi siete il mio tormento>
Sento il suo respiro affannato su di me, le sue mani nei miei capelli che si muovono lentamente. <e voi credete di non tormentarmi?> è l'unica frase che riesce ad uscire dalla mia bocca in questo instante.
<Non istigatemi...sono un gentiluomo...ma il mio onore sta per perdere il controllo su di me> scuote delicatamente la testa, permettendo ai nostri nasi di toccarsi più volte. <e cosa prenderebbe il sopravvento?> se non vuole che lo instighi, è proprio quello che farò. <non volete davvero saperlo> le sue mani scendono sulla mia schiena, recandomi brividi a me nuovi. Improvvisamente si stacca, prendendo le dovute distanze. <sono un gentiluomo. Chiedo scusa> dice, o meglio sembra ricordare a se stesso, per poi recarsi a passo veloce nella tenuta.

il visconte e ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora