<IL DIAMANTE DELLA STAGIONE!>mia madre sventola con gioia l'articolo di Lady Whistledown.
Non ci voleva proprio. Essere il diamante della stagione è una condanna, comporta avere pretendenti in ogni luogo, e probabilmente, anche sposarsi in fretta se non si vuole essere umiliati.
Ed io odio i pretendenti, odio il loro corteggiamento, i loro discorsi egoisti e i loro elogi verso se stessi.
Il solo pensiero di dover essere circondata la maggior parte del tempo da loro, mi fa rabbrividire.
Peggio, è il fiato sul collo della Regina. Non perché si interessi a me o al mio futuro, ma perché non può mostrare a Lady Whistledown e alla società, di aver sbagliato sulla scelta. È una sua vittoria, il suo matrimonio, la sua felicità, non la mia.
<dovresti esserne contenta> mi dice con discrezione Lady Danbury, notando il mio sguardo perso alla finestra. <lo so> distolgo lo sguardo e fingo un sorriso, con scarsi risultati. <ma?> continua lei <ma non lo sono. Io non voglio essere il diamante, né voglio unirmi ad un uomo che mi tratterà per il resto della vita come un essere inferiore. Io ho delle passioni, degli obiettivi, degli ideali, e non posso tradirli> confesso.
<Quando mi sono sposata ero esattamente come te.
La mia vita, la nostra vita a dire la verità, anche quella di Lord Danbury, era nelle mie mani. Solo che non avevo diritto a prendermene i meriti. Ho lottato, ho lottato con determinazione per guadagnare un posto nella società con le mie forze. E guardami, credi che non ci sia riuscita? Nonostante la morte di mio marito, io sono Lady Danbury. E tu, Annalise Villayn, sei in casa mia. Significa che sei pronta, che devi lottare se vuoi essere qualcuno in questo mondo di uomini.> le parole di Lady Danbury sembrano toccarmi dentro, infastidendo e forse recando anche sofferenza, ma sono così familiari. Dette con quell'amore che probabilmente si può trovare solo in una mamma.
<allora, sei pronta?> mi sprona lei porgendomi la sua mano, affinché possa aiutarmi ad alzarmi dalla sedia. <pronta.>Il pomeriggio è pieno di impegni. Corteggiamenti, corteggiamenti e...corteggiamenti.
Con lo sguardo cerco l'aiuto di mia mamma, che invece mi incita a continuare il discorso con Lord Girion. <quanti figli volete?> mi chiede.
La domanda mi lascia spiazzata, la verità sarebbe, "con te nemmeno uno", ma dovrò evitare.
<credo...amh, non ne sono sicura, dipende da me e mio marito> <beh io ne vorr-> <scusatemi, Lord Girion ma devo lasciarvi, ho un appuntamento>
prendo il ventaglio ed esco di casa, lasciando il mio "ultimo" pretendete da solo. <Annalisa, dove credi di andare?> mi rimprovera mia madre. <dovunque che non sia qui. Dimmi trovi qualcuno di loro con un briciolo di curiosità verso di me, i miei interessi, quello che voglio?> lei abbassa la testa e non risponde. <Già. Non sposerò uno così> esco di casa.Benedict e Colin mi aspettano fuori casa loro. Perciò mi affretto ad arrivare.
Non c'è segno dei due, la casa probabilmente sarà vuota, o quasi. Il maggiore dei Bridgerton apre la porta, mi squadra e mi fa un cenno con la testa a mo' di saluto che ricambio allo stesso modo.
<i suoi fratelli?> chiedo infine prima che si allontani.
<mia madre li ha costretti a passeggiare con lei, se vuole possiamo raggiungerli insieme, dovrebbero essere a pochi passi da qui.> lo raggiungo e ci incamminiamo. Silenzio assoluto.
<allora...vi state divertendo? Immagino avrete avuto un pomeriggio impegnativo> rompe il ghiaccio, o almeno ci prova. <no> rispondo secca. Non mi va di parlare con lui, ne di passarci molto tempo. Non è diverso da tutti gli altri, perciò non ci potrò mai andare d'accordo. <come mai?> <vuoi fingere davvero che vi interessi?> lo guardo alzando le sopracciglia. So che odia quello sguardo da presuntuosa. <provavo a conversare!> ribatte con sorriso ironico <ma che bravo, adesso sapete conversare>. Gira la faccia e posso captare tutto il suo fastidio. Quando è nervoso arriccia le sopracciglia, dando spazio a qualche riga sulla sua pelle, chiude almeno una mano in un pugno, e posso capire quanto lo stringe. <Forse abbiamo cominciato con il piede sbagliato> cerca di riprendere la calma, ma so che non è così. <Hai ragione> <evento straordinario, mi hai dato ragione> alza le braccia al cielo per lo stupore, quasi mi fa scappare una risata. <trovo comunque che tu sia impertinente> <e tu arrogante> aggiunge.
Mi rendo conto soltanto dopo che la formalità del "voi" è sparita. Finalmente ecco Benedict e Colin. Li raggiungo affrettando il passo e li saluto con un abbraccio.
<salve, Lady Bridgerton> <Violet!> mi corregge lei.
<Noi andiamo a fare una passeggiata> dice Colin, trascinandoci via. Porgo un ultimo sguardo ad Anthony che ricambia. È come non...riuscirsi a staccare da quegli occhi. <Lisa, allora come è andata oggi?> attira la mia attenzione Benedict. <C'è davvero bisogno che risponda?> racconto tutto ai due.
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il visconte e io
FanfictionLa stagione del 1814 è cominciata. Il visconte Anthony Bridgerton é probabilmente lo scapolo più ambito di Londra, peccato che sia un libertino allergico al matrimonio, o almeno tutti pensano. In realtà il visconte Bridgerton è pronto a trovare la s...