24

1.6K 47 0
                                    

Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere. L'imbarazzo è eccessivo da parte di tutti noi. Il salone di Lady Danbury questo pomeriggio è parecchio affollato. Lady Violet, Anthony e Daphne sono seduti su un divano. Mia madre, Lady Danbury ed io sull'altro.
Le signore sorseggiano il te lanciandosi sguardi di incoraggiamento per dare inizio al discorso.
<Nessuna di voi vuole cominciare a parlare, perciò lo faccio io. Io e la signorina Villayn ci siamo baciati, sapete già che la scrittrice non mente. Date le circostanze, ci sposeremo non c'è altro da fare> si alza lui, cominciando a camminare avanti e indietro. Mi alzo di scatto nell'udire le sue parole. <signorina Villayn?> chiedo con una risata nervosa. Lui mi guarda senza rispondere. Il suo sguardo é fermo, sicuro, così pieno di autorità. Eppure lo trovo contemporaneamente vuoto. Mi adagio di nuovo a sedere, con lo sguardo basso. Non credevo che accadesse in questo modo.  Alla fin dei conti il mio matrimonio è comunque una combinazione, organizzato. Credevo che potesse essere diverso, che lui potesse essere diverso.
<calmatevi tutti, vi prego> sospira Lady Violet.
<Anthony ha ragione. Non c'è altra soluzione per mantenere l'onore di entrambi salvo. La gente mormora, sparla, e loro sono già alla bocca di tutti. Stamattina non si sono azzardati nemmeno a sorriderci> sentenzia Lady Danbury.
<e se non volessi sposarlo?>
So che hanno ragione, ma adesso provo solo un'enorme rabbia nei confronti del visconte. Trova così...odiosa l'idea di sposarmi? Eppure non mi sembrava così la scorsa sera mentre mi baciava.
<sappiamo tutti che in questa circostanza non hai la possibilità di scegliere...si tratta del tuo futuro> Lady Danbury mi accarezza delicatamente la guancia.
<Tra poco ci rincontreremo per passeggiare tutti insieme allora, come una famiglia> ci informa la sorella minore di lui con un sorriso di supporto. Saluto lei e sua madre, poi cammino e do una spallata al moro. Lui mi corre dietro e cerca di fermarmi. <possiamo parlare?> mi blocca un polso. Mi volto di scatto piena d'ira e devo scacciare le lacrime nervose dai miei occhi. <non voglio parlare con te. Non parlo con chi si prende gioco della mia persona, dei miei sentimenti. Sapevo non fossi diverso dagli altri, ma ci ho sperato così tanto...>
Lui mi guarda fisso negli occhi, inarcando le sopracciglia. Il suo sguardo sembra essere una richiesta di scuse. Ma ho sbagliato già una volta a fidarmi di quello che leggevo nei suoi occhi, non sbaglierò ancora.
Strattono la sua presa è una volta liberata salgo le scale che mi conducono nella mia camera, con le lacrime che non resistono più.

il visconte e ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora