2

553 33 2
                                    

Erano passati tre giorni da quando Shoyo aveva invitato i suoi amici a casa sua, per passare un po' di tempo insieme, lontani dalla monotonia di Tokyo.

Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventato così tanto amico con un suo vecchio rivale. Aveva promesso che un giorno avrebbero giocato insieme e, come sperato, quel momento arrivò.

Finito il liceo, c'erano tante cose a cui Atsumu aveva man mano rinunciato e nonostante conducesse una vita movimentata, circondato da quelli che sarebbero diventati nuovi amici, spesso ripensava alla vita da liceale.Alle giornate in palestra con suo fratello.Ai litigi per chi avesse sbagliato

All'agghiacciante tranquillità con la quale il loro capitano li rimproverava.Ma anche all'ansia per lo studio, la testa fra le nuvole durante le lezioni o semplicemente quegli amori liceali, che andavano e venivano.Atsumu aveva provato solo una volta il vero amore, tante volte suo fratello lo rimproverava per il poco tatto che metteva quando si trattava di relazioni.

Si stancava facilmente, non sopportava che un possibile o una possibile patner gli impedisse di giocare. Non aveva la testa per pensare ai sentimentalismi, era egoisticamente convinto che se qualcuno avesse dovuto amarlo, avrebbe dovuto rispettare la sua condizione di condividere la relazione con la pallavolo.

Unico amore, che non l'avrebbe mai tradito.Quei tempi erano passati da un po', la sua mentalità era cambiata o probabilmente erano solo le sue abitudini a fargli credere di essere cambiato.

Forse adesso se avesse voluto una relazione, avrebbe tentato in qualche modo di conoscere meglio il suo patner.

Dopotutto non era più un ragazzino, adesso prendeva la sua vita con un po' più di serietà, anche se i suoi amici e suo fratello erano fermamente convinti che non sarebbe mai cambiato e che sarebbe rimasto solo un ragazzino a cui piace giocare con i sentimenti.

Ma in fondo cosa ne poteva sapere di sentimenti? Passava tutto il giorno a dedicarsi alla pallavolo, come se fosse essenziale quanto respirare. Come avrebbe mai potuto approcciare a qualcuno in modo serio?Non si sentiva solo, con lui c'erano i suoi compagni che allo stesso modo conducevano la stessa vita.

Allenamenti, partite, foto con i fan, interviste...a volte sembrava tutto un sogno.Una piccola vocina, nel fondo del suo cuore, però, gli ricordava quelle strane sensazioni che provava quando aveva incontrato il suo primo amore.

Le gambe che tremavano, la voce che non rispondeva ai suoi comandi, le orecchie rosse per la vergogna e la voglia di scappare e allo stesso tempo stringerla fra le sue braccia.

Era una sensazione bellissima quanto scoraggiante, perchè lei non aveva riconosciuto i suoi stessi sentimenti e l'aveva lasciato con un vuoto così grande, che quello stesso giorno promise a se stesso che non avrebbe mai più riaperto il cuore in quel modo.

Era imbarazzante mostrarsi fragile davanti a tutti e Atsumu, che curava la sua immagine con meticolosità non poteva permettersi che qualcuno lo riducesse di nuovo in quel modo.

Perciò chiunque fosse venuto dopo quello spiacevole episodio, non gli avrebbe dato altro che un sentimento superficiale, che durava poche settimane o pochi mesi.

La stanza di Shoyo non era molto grande, specialmente quando lasciavano le carte da gioco sparse sul pavimento o i palloni accanto ai loro futon. Si sentiva così stretto, che quei pensieri che gli vennero in testa quella mattina, sembrava che volessero soffocarlo.

Decise di alzarsi silenziosamente, i suoi compagni dormivano ancora. Un sorriso gli comparve sulle labbra quando vide Bokuto muovere il braccio come se volesse schiacciare.

Ma niente in confronto al modo inquietante in cui dormiva Sakusa, con il lenzuolo fin sopra alla testa pareva un morto.Socchiuse leggermente la porta e si affrettò a scendere le scale, sentendo un buon odore di muffin al cioccolato.

Un ricordo che odorava di familiarità gli apparve nella mente. Osamu che preparava muffin al cioccolato tutte le volte che le loro partite andavano male.

Non avrebbe mai ammesso che lo faceva per tirargli su il morale, ma in cuor suo Atsumu sapeva che il gemello avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vederlo con il muso lungo per giorni.

I rumori del salotto diventarono più udibili man mano che scendeva le scale e l'odore si intensificava così tanto da fargli venire un certo languorino.Shoyo gli aveva detto che per quella settimana sarebbe rimasto a casa con sua sorella, perchè i loro genitori erano partiti per lavoro e non volevano lasciarla completamente da sola.

Ora i rumori diventarono più chiari. Chiunque stesse ai fornelli, stava sicuramente guardando una partita di pallavolo. Lo riconobbe dalla voce del solito telecronista e poi lo capì dagli occhi...dagli occhi di quella ragazza che ammiravano la partita con tanta attenzione.

Solo il giorno prima l'aveva vista entrare in quella casa con una tale spontaneità che pensava facesse parte della famiglia Hinata. E se non fosse stato per la chiarezza di Shoyo, lo avrebbe ancora pensato dal momento che era proprio Asami a sfornare i muffin, seguendo attentamente la partita.

I suoi occhi seguivano i movimenti della palla, era ipnotizzata dalla velocità con la quale venivano fatti i passaggi e notò i piccoli spasmi ai piedi, come se cercasse di correre o saltare esattamente come quei giocatori.

Si era perso a guardare la sua concentrazione, che non si rese conto degli occhi taglienti fissi sulla sua figura davanti alla porta della cucina. Quando se ne rese conto, la sua mente tornò sulla Terra e fece un piccolo sorriso.

<<Pallavolo?>> le chiese, sapendo benissimo che fosse cosi. Prese l'iniziativa senza permesso e si sedette davanti a lei per ammirare i dieci muffin che aveva finito di preparare.

<<Suppongo che tu lo sappia meglio di me>> Asami alzò un sopracciglio <<Il telecronista è lo stesso di ogni partita>> gli indicò il portatile dalla quale stava guardando la partita.

<<Kageyama Tobio porta a casa un'altro ace, la Schweiden è in vantaggio>>L'ammirazione di un fan...era qualcosa che Atsumu si era dimenticato di possedere da quando era diventato un giocatore professionista.

Si era dimenticato degli sguardi carichi di ammirazione. Quegli occhi pieni di passione, che la fecero rimanere a bocca aperta e fecero tornare Atsumu alle memoria di quei tempi, quando anche lui ammirava grandi giocatori da uno schermo.

Rosso passionale  ᯾ Atsumu x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora