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<<Perché? Perché l'hai lasciata andare? Era la tua occasione razza di stupida papera che non sei altro>> alzò gli occhi al cielo Sakusa, mentre continuava a guidare.

Il biondino, appoggiato con la testa al finestrino, continuava a tenere la mano stretta in un pugno. <<È innamorata persa e non se ne rende conto>> la voce risultò strozzata.

<<E tutte quelle cose che hai detto? Sul fatto di non farsi fregare? Sul fatto di volerla salvare dall'inevitabile? >> lo guardò con la coda d'occhio, ma non sentendo nessuna risposta decise di non proseguire.

Al semaforo prese una strada diversa da quella che faceva di solito, così da ritrovarsi davanti ad un negozio di onigiri.

<<Che-Che ci facciamo qui?>> Atsumu alzò finalmente lo sguardo dal finestrino, corrugando le sopracciglia quando vide il negozio del fratello.

<<Scendi, non ti sopporto quando fai cazzate. Quindi adesso vai da tuo fratello, che in quanto gemello ha il dovere parentale di sopportarti>> detto ciò, lo spinse fuori dalla macchina, frecciando subito dopo.

Rassegnato, Atsumu fece un respiro profondo e spinse la porta del negozio ancora aperto.

<<Ti aspettavo>> sospirò Osamu, appoggiandosi al bancone <<Immaginavo saresti tornato...>> gli disse.

La corsa frenetica per cercare il setter terminò quando lo vide seduto sui gradini della grande scalinata del liceo femminile. Asami si sorprese di trovarlo ancora lì.

Il cuore si fermò per un istante, Kageyama non si era ancora voltato verso la ragazza che lo stava cercando. E che non avrebbe mai saputo quello che avrebbe passato il biondo, la stessa sera.

Il piede si mosse da solo, sbloccando quel masso del suo corpo, che le impediva di fare qualsiasi mossa.
A passi silenziosi si avvicinò a lui e si sedette affianco, con ancora un po' di timore.

Con la testa fra le mani, Kageyama non si era accorto della sua presenza, ma riconobbe la mano delicata che sentí nuovamente sulla sua mano.

Alzando lo sguardo, Kageyama rimase sorpreso di vederla nuovamente <<Che ci fai qui?>> sussurrò.

Ritirando subito la mano, Asami si svegliò da quell'improvviso senso di coraggio che aveva preso, per arrivare da lui. <<Volevo dirti che ... non ti devi preoccupare>>

Si sarebbe aspettata qualcosa... magari una sfuriata o forse un sorriso, ma Kageyama non le rispose. Rimase a guardarla, poi si alzò e raccolse il borsone della ragazza. <<Ti accompagno a casa>>

Iniziò a scendere le scale, obbligando Asami a seguirlo senza obiezioni. Lo guardava da dietro, mantenendo un metro di distanza, come se avesse ancora paura di una possibile reazione, nonostante fosse stata lei a cercarlo di nuovo.

Spalle massicce, sicure della direzione che stava prendendo, i capelli perfettamente tenuti che non si spostavano minimamente al vento, tutto il contrario del leggero scompiglio di Atsumu.

Ricordando il volto del biondo, mentre le indicava la direzione del setter dai capelli blu , Asami iniziò a rallentare, perdendosi nei suoi pensieri e chiedendosi se avesse preso la scelta giusta ad andare via ed abbandonare su due piedi Atsumu.

Gli era riconoscente per ciò che aveva fatto e si promise che l'avrebbe ringraziato per bene, senza scappare.

Poi ripensò al gesto della chiave e si toccò il dorso della mano, come se provasse ancora il brivido della mano di Atsumu poggiata sulla sua. Lo sguardo intenso, gli occhi che brillavano, non aveva mai visto Atsumu in quel modo e non sapeva che non sarebbe riuscita a toglierselo facilmente dalla testa.

<<Solo Hinata ha avuto il coraggio di affrontarmi come fai tu, ma le nostre sfide si limitano al conteggio di vittorie>> l'attenzione di Asami tornò su Kageyama che aveva iniziato a parlarle e rallentare la camminata per aspettarla. Poi si fermò e la guardò negli occhi.

<<Perché mi stai sfidando in questo modo?>> le chiese, spiazzandola. Solo in quel momento si rese conto di trovarsi già davanti a casa sua, aveva perso completamente la cognizione del tempo.

Asami rimase sbigottita per qualche istante, cerando le risposte nel lampione dietro il ragazzo alto <<Ecco...>> abbassò lo sguardo imbarazzata <<...ti ho sempre ammirato, da quando ti ho visto giocare insieme a Shoyo. Mi hai fatto appassionare al gioco della pallavolo, specialmente al ruolo da setter>> si guardò la mano e ingoio la saliva che parve un pezzo di cemento da mandare giù.

<<Mi piaceva la passione che ci mettevi. Tutti guardavano l'irrascibilità, io guardavo i tuoi occhi innamorati della palla e di quello che facevi. Ammiravo come ogni singola azione sembrasse semplice fatta da te>>

Alzando gli occhi, incontrò il mare profondo delle iridi di Kageyama che l'assorbirono come se volesse portarla giù nei fondali più profondi della sua anima. La gola di Asami le risultò così secca, che non riusciva a pronunciare altre parole.

Il battito si era fermato. Il respiro diventò sempre più sottile e irregolare, quando chiuse gli occhi. Avvertiva i respiri profondi di Kageyama, farsi sempre vicino, fino a quando le labbra dolci che aveva sempre sognato di baciare, si unirono alle sue.

Asami spalancò gli occhi. Kageyama...la stava baciando.

Ed improvvisamente si sentì tuffare in un mare di emozioni. Ricordò la prima volta che lo vide giocare, la prima volta che arrossì osservando le sue battute micidiali, la prima volta che la fulmino con lo sguardo quando tentò di chiedergli di giocare.
Ricordò anche la prima volta che si sentì così piccola, vulnerabile e difettosa a causa dell'indifferenza del setter, che crollò a terra pronta a mollare tutto.

Ricordò il sorriso di Natsu, la sua mano che la tirava su da terra dicendole che non era ora né modo di arrendersi.

Ricordò quella giornata d'inverno, quando tornando a casa di Natsu, incontrò per la prima volta Atsumu. Lo stesso Atsumu che si presentò il mattino dopo, interrompendola dalle abituali visioni delle partite di Kageyama.

Eppure non fu più come la prima volta di tanti anni prima. Ora mai ogni volta che incontrava Kageyama, quando sentiva di non poter più sostenere il suo sguardo...c'era solo una persona che appariva magicamente in suo aiuto.

Così quando Kageyama la guardò intensamente, dopo quel bacio...Asami non seppe più cosa dire. Vedeva solo colui che aveva ammirato per così tanti anni, da credere che fosse stato amore.

Poteva essere amore? Poteva davvero essere vero amore ciò che faceva ogni giorno per farsi notare da quel setter?

Le mani di Kageyama scivolarono lungo il suo busto e diventò nuovamente serio, nonostante si notasse la scia di imbarazzo che non voleva abbandonare il suo volto.

Quando la lasciò da sola, tornando dalla strada da cui era venuto...Asami guardò il vuoto per qualche istante....per poi accorgersi che una luce di casa Hinata era accesa. Era la luce della camera di Natsu.

Rosso passionale  ᯾ Atsumu x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora