Capitolo 2

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Toby non era affatto felice di collaborare con qualcuno, se proprio quel qualcuno era un nano spocchioso e con la puzza sotto il naso.
Non capiva perché avrebbe dovuto collaborare insieme a lui e, quando Ben uscì dall'ufficio del suo capo, finalmente potè avere l'occasione di chiederglielo e di confrontarsi faccia e faccia con lui.
"Perché mi hai affidato qualcuno ? Sai che lavoro in autonomia."
Disse il giovane, lanciandosi sull'unico divano che aveva in quell'ufficio, fatto sempre in similpelle come lo era la sedia sulla quale poco prima vi era seduto il biondo, e stravaccò le gambe.
Rogers era lì, dietro la sua scrivania che stava scarabocchiando qualcosa sui fogli e, a quella domanda da parte del castano, alzò il viso.
Lo scrutò con aria sufficiente e inarcò un sopracciglio:"sembra ovvio. Hai bisogno di qualcuno che ti dia un freno."

"E perché scegliere un moccioso che sia un mio coetaneo ?"
Sibilò, mentre cercò di distrarsi da quella profonda rabbia che stava provando giocherellando con qualcosa che aveva preso sul tavolinetto in vetro di fronte a lui.
In quel caso, era una palla di ceramica.

"Perché magari lui ti farà rigare dritto. Non fraintendermi, Toby. Sei un ottimo giornalista."
Intanto l'uomo, si era alzato dalla sedia, lasciando da parte fogli e penna, e si avvicinò al ragazzo, strappandogli di mano quella palla e rimettendola a posto come se fosse una cosa preziosa.
Il castano sbuffò, puntando lo sguardo su una parete bianca, dietro le spalle dell'altro.
"Ma sei svogliato. Tu e Ben potreste essere ottimi partner e per questo che ho deciso di indagare su un caso che potreste trovare particolarmente interessante."
Sussurrò, avvicinandosi alla scrivania e prendendo il foglio sulla quale stava scrivendo.
Poi lo porse al ragazzo che ne lesse il contenuto.

"È un indirizzo."
Constatò quest'ultimo, slittando lo sguardo confuso dal foglio in quello dell'uomo: aveva dei profondi occhi chiari, grigi, ma la loro bellezza veniva rovinata da quelle profonde zampe di gallina che si trovavano sotto di essi e che erano frutto di notti insonni.
Un po' come lo erano le sue occhiaie.

"Sì, ma non un indirizzo qualsiasi.
È l'indirizzo dell'ospedale. A quanto pare, stanotte c'è stato un omicidio li e vorrei che la vostra squadra sia prima di tutte sul campo a indagare, per le informazioni e le foto."

"Posso andare anche da solo."
Disse il ragazzo, mettendo il foglio sul tavolino in vetro e alzandosi dal divano: non aveva bisogno dell'indirizzo, sapeva benissimo dove fosse l'ospedale, purtroppo.

"Tu andrai con Ben, caso chiuso."
Il tono utilizzato da Rogers non ammetteva nessuna replica; il ragazzo non rispose ma si limitò a girare i tacchi e a uscire fuori dal suo ufficio.

Aveva una palla al piede e non era stato nemmeno messo in carcere.
Avrebbe stressato quell'idiota fino a fargli abbandonare in lavoro, così avrebbe potuto ritornare a lavorare in proprio.

-•-

Giunse la pausa pranzo: Toby aveva portato con sé del riso bianco con un po' di mais e lo aveva messo nel porta pranzo in modo tale da non farlo diventare una merda.
Vide da sopra la sua scrivania personale Tim e Brian che stavamo mangiando insieme, qualche schifezza presa d'asporto probabilmente.

"Hey, Toby. Rogers ti ha affibbiato al ragazzino inesperto, neh ?"
Gli chiese Tim, con tono quasi derisorio, in sottofondo udì invece la risata di Brian.

Toby portò una forchettata di riso in bocca e la ingoiò:
"Già, ma fossi in te non mi preoccuperei troppo di questo, tanto quanto mi dovrei preoccupare del colesterolo."
Lo sguardo glaciale del ragazzo si scontrò con quello del suo collega, che era altrettanto incazzato e se avesse potuto si sarebbe lanciato addosso a lui per riempirlo di botte.
Poi la risata di Brian irruppe nella stanza, venne zittito dalla voce stizzita di Tim e lui intanto si pulí le labbra con il tovagliolo.
Odiava avere a che fare con degli incapaci come loro, non si meravigliava se Rogers affidava a quei tizi degli incarichi minori, ma dopotutto erano i suoi colleghi e il suo lavoro gli piaceva, quindi non doveva lamentarsene.

Murder in the city (TICCIDROWNED) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora