Capitolo 5

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Dopo quella breve e triste gita in ospedale, ritornarono entrambi in ufficio. Entrambi non avevano fatto nessuna parola su ciò che era successo in quell'ospedale, del fatto che Ben avesse scoperto di sua sorella e non gli interessava nemmeno se glielo avesse riferito al suo capo. Era una lezione che avrebbe dovuto imparare, quella di starsene lontano dagli affari degli altri.
Toby aveva ancora impressa nella testa l'immagine di sua sorella sul letto bianco d'ospedale attaccata a quei maledetti tubi. Avrebbe tanto voluto stare al suo posto, soffrire lui in quel letto.
Quel fottuto incidente; se ci fosse stato lui alla guida dell'auto lei non si sarebbe mai ridotta in quello stato.

Varcarono la porta dell'ufficio; notò che i posti di Tim e Brian fossero vuoti, ma non li biasimava siccome il loro turno era finito già da un paio d'ore e solo lui e Ben erano rimasti in giro. Tra l'altro era passata l'ora di pranzo e lui, non avendo messo nulla sotto i denti, stava anche morendo di fame.

Una volta entrati nell'ufficio del loro capo, il pelato si trovava seduto vicino la sua scrivania.

"Allora ?"
Disse alzando il viso, nella speranza di sentire delle notizie positive e Toby alzò le spalle.

"Ancora nulla. Stanno cercando di scavare più a fondo nella questione, sembra un omicidio abbastanza complesso. Cercherò di fare delle ricerche in autonomia per capire meglio le dinamiche."
Con la coda dell'occhio, nel frattempo vide il biondo starsene in disparte e in silenzio in un angolo della stanza.
Toby, invece, prese posto sul divano preferito del suo capo. Sapeva di farlo irritare ogni volta che si sedeva lì sopra, ma era più forte di lui e adorava vedere come il suo viso si colorava di rosso dalla rabbia, così come stava succedendo in quel momento.

Rogers fece un sospiro rumoroso, più per calmarsi che per altro.
E, il fatto che non avessero nessuna prova per scrivere un buon articolo in tempi più brevi possibili, lo faceva ancora di più innervosire.
Doveva prendersi una bella tisana calda, una volta tornato a casa.

"Questo è un problema. Non possiamo scrivere l'articolo così."

"Concordo."
Il castano si passò una mano tra i folti capelli e sospirò.

"Allora affiderò il caso a Ben, se tu non sei capace."

"Cosa ?"
Entrambi i ragazzi erano rimasti con la bocca spalancata, Ben aveva parlato per la prima volta da quando era entrato in quell'ufficio mentre Toby si era alzato di scatto dal divano.

"Cosa vuol dire ?"
Disse quest'ultimo, facendo un passo in avanti verso la scrivania di Rogers. Pensava di aver sbagliato a sentire, ma non era così invece.

Infatti, Rogers ripeté ciò che aveva detto.

"Se non ci riesci passerò il caso a lui."

Toby si sentiva ribollire dalla rabbia, lanciò uno sguardo prima a Rogers, i suoi occhi chiari e taglienti non lo intimorivano e non placavano la sua rabbia anzi la aumentarono, poi guardò il biondo, che sembrava molto spaesato e confuso.
Non stava capendo niente più.

"Tu."
Sibilò Toby, puntandogli il dito contro.
Lo odiava a morte.
Non gli avrebbe mai permesso di prendere il suo posto.
"Sei solo il nuovo arrivato. Dovresti portare il caffè."
L'altro non ebbe nemmeno il tempo di aprire la bocca che il maggiore prese le redini, sbattendo i palmi delle mani sul tavolo in legno e alzandosi dalla sedia, la quale strusciando a terra in modo rumoroso fece sì da far concentrare l'attenzione dei due ragazzi verso di lui.

"Basta così. Ho visto abbastanza."
Si portò le due mani alla cravatta legata al collo e se l'aggiustò.
"Domani mattina. Andrete di nuovo in quell'ospedale e voglio delle prove concrete. Caso chiuso. Ora fuori di qui che ho avete fatto venire il mal di testa."

I due uscirono fuori dall'ufficio.
"Tu. Domani farai solo quello che dico io. Ci vediamo domani alle otto all'ospedale, non fare tardi che inizio senza di te."
Disse Toby e, senza aspettare risposta dal biondo, uscì fuori dall'edificio.

Murder in the city (TICCIDROWNED) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora