Il giorno successivo, sempre la stessa cosa: i due ritornarono sulla scena del crimine, senza parlarsi. Non aveva spiccicato nemmeno una parola tra di loro, anche perché Toby era troppo stanco per controbattere anche se Ben avesse deciso di aprire qualche discorso. Ma, per sua fortuna, il biondo non aveva accennato nemmeno una mezza parola.
Avevano passato il tragitto, che portava alla struttura, in silenzio e chiunque li avesse visti pensava che fossero due sconosciuti.
E Toby preferiva così, provava per il biondo un odio incondizionato a cui non riusciva a dare nessun senso.
Gli bastava che aprisse la bocca per farlo scattare come una bestia.
E poi, non aveva voglia di parlare in generale siccome era stanco e aveva passato tutta la notte in bianco a studiare sul caso.Non aveva risolto nulla e, quando riusciva a giungere a una conclusione azzardata, c'era sempre quell'elemento che gli sviava tutti i suoi pensieri.
Doveva fare un'indagine più approfondita del caso, anche perché il suo capo lo stava pressando come non aveva mai fatto, ma c'era Ben con lui che gli rendeva impossibile qualsiasi cosa da fare.
Quindi, quella mattina decise di ritornare dal dottor Isacc, doveva approfondire il suo rapporto che aveva con il defunto.Quindi, aspettò che andasse al lavoro ed entrasse nell'ufficio. Nel frattempo, si trovava nella hall, vedeva medici e infermieri fare avanti e indietro. Cercando di riconoscere il suo viso in mezzo a quella marmaglia. Tra le mani aveva un bicchiere di plastica colorato, colmo di caffè amaro fino all'orlo, quello sarebbe stato il primo di una lunga giornata, non sarebbe stato capace di svegliarlo ma almeno lo aiutava a reggersi in piedi.
Aveva delle profonde e scure occhiaie, più di quante ne avesse mai avute in vita sua. Ben, invece, si trovava seduto su una sedia nera, incollata al muro, e chiacchierava con un poliziotto di turno.
Aveva sentito da quest'ultimo che erano ancora su un punto fermo per le indagini. E quello stupido di Roger voleva fare in fretta per togliersi il caso e l'articolo di mezzo, senza sapere che tutto quello fosse un vicolo cieco.Non appena avvistò il dottor Isacc farsi spazio in mezzo alla folla e quasi correre in direzione del suo ufficio, Toby gettò uno sguardo al biondo.
"Io vado un attimo in bagno."
Approfittando che l'altro fosse più concentrato nella conversazione che stava avendo che sulle sue parole, infatti gli aveva a malapena degnato di uno sguardo, sgattaiolò via.
Era l'ora per lui di agire.Camminò lungo il corridoio, evitando i bagni e arrivando di fronte all'ufficio del dottore. Bussò un paio di volte per entrare, ma non attese risposta che fu già dentro e l'uomo, così come l'ultima volta, si trovava seduto dietro la scrivania a leggere le carte.
"Ancora lei ? Le ho detto tutto sul caso.'
Disse, sfilandosi gli occhiali da lettura e facendo uno sbuffo."Sbaglio, o non sembra così dispiaciuto per la sua perdita ?"
Gli chiese Toby, incrociando le braccia al petto."Ognuno elabora il dolore a modo suo, non ho ragione signor Rogers ?"
Gli chiese l'altro, spingendo i fogli sul fondo di un cassetto e chiudendolo a chiave, che poi mise nella tasca.
"E ora, se mi vuole scusare, ho un operazione che mi aspetta.""E io non le ho fatto ancora nessuna domanda."
Sibilò il castano, mentre l'uomo si alzò dalla sua comodo poltrona e si diresse verso la porta, dove si trovava proprio Toby."Come le ho già detto, ho già risposto a tutte le domande."
Sibilò il medico, mentre i due si guardarono dritti negli occhi attraverso uno sguardo di intesa, prima o poi qualcuno dei due avrebbe ceduto e quel qualcuno non era di certo lui."Come vuole."
Sibilò Toby, girando i tacchi e sbattendo una spalla contro quella del medico.
"Mi scusi."
Disse poi con un tono carico di sarcasmo e poi uscì dalla stanza.Quando fu fuori, si guardò il palmo della mano: su di esso aveva una piccola chiave argentata. La stessa chiave che aveva il medico.
Chissà cosa aveva in quei cassetti di così importante tanto da tenerli chiusi.Chiuse il palmo della mano e si allontanò da lì, quando sentì la porta dell'ufficio alle sue spalle aprirsi. Doveva scoprire cosa nascondeva. Prima che Isacc potesse accorgersi che avesse preso la chiave, ma non poteva farcela senza Ben.
-•-
"Stammi a sentire. Ho preso la chiave del dottor Isacc. Dobbiamo entrare nel suo ufficio, ho visto che chiudeva dei documenti in un cassetto e lo sigillava con questo."
Il castano, ritornando dalla sua gita nel bagno, si era seduto vicino all'altro."Tu cosa ? Hai intervistato Isacc senza di me ?"
Il biondo spalancò gli occhi più che fuorioso.
Non voleva sentirsi messo da parte."Non sono affari tuoi. Se vogliamo risolvere la cosa, dobbiamo farlo e basta. Ora deve operare, quindi abbiamo tempo per entrare nel suo ufficio, vedere cosa nasconde e uscire da lì."
L'altro fece un sospiro e aprì la bocca per ribattere con qualcosa, ma i due furono colti di sorpresa da una voce alle loro spalle.
"Rogers. Toby Rogers."
Il ragazzo si girò; dietro di sé vi era un uomo coperto da un camice. Era molto più altro di lui, con occhiali tondi a coprirgli il viso e capelli scuri."Sono io."
Disse scocciato Toby."Ho una spiacevole notizia da darle. Sua sorella è morta."
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Murder in the city (TICCIDROWNED)
Fanfiction✓Au Journalist Toby x Journalist Ben ✓ TW: contiene scene esplicite, se siete deboli e sensibili non leggerte. ✓ i personaggi non sono i miei ma sono frutto delle opere di Wade Kastoway ( Ticci Toby) e Alexander Hall ( Ben Drowned), io li ho solo...