XII. Settembre

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La mia prima estate al campo volò via. Ogni giorno era un'avventura.

Le mattine le passavo con i miei fratelli, o meglio. Facevo gli addestramenti quotidiani con Will ci insegnava a suonare (Will era una frana con gli strumenti a fiato, io con quelli a corde); con Michael mi allenavo al tiro con l'arco, mentre con Helen imparavo le arti mediche.

Con Helen imparavo anche a dominare la luce, ella mi diceva che avevo un potere leggermente più forte degli altri, potevo davvero salvare vite.

Dopo pranzo, passavo il resto della giornata con Castore, Travis e Connor. Polluce passava il tempo con Mitchell e Malcom, due figli di Afrodite e Atena.

A volte lo vedevo fissare il fratello con malinconia, lui e Polluce sono cresciuti insieme, non aveva mai capito perché Lux si fosse allontanato così tanto da lui.

Ci provò svariate volte a parlargli, ma ognuna senza successo. Cercai di chiedere aiuto a Travis, ma a lui non andava tanto a genio il fratello del suo ragazzo.

"Non sembra che sia contento che suo fratello sia gay" mi disse un giorno di agosto.
Io lui e Connor eravamo al lago a bagnarsi i piedi, per il troppo caldo, mentre Castore raccoglieva i mirtilli con Juniper.

"Perché? Polluce è sempre stato insieme a Casto, penso l'abbia sempre saputo che fosse gay. Credo solo che voglia passare del tempo con altre persone. Non è come te e Con, avranno più spazi privati da gestire" dissi io, mettendo una mano sulla spalla al mio migliore amico.

Travis sospirò "forse hai ragione, può darsi che invece non gli stia molto simpatico"
"se è così allora è scemo lui, Trav. Quelli che non sanno leggere le anime buone c'è l'avranno con te, ma solo per invidia" si intromise Connor, mettendosi vicino al fratello.

Travis gli strinse una mano, ringraziandolo con lo sguardo.
Da quando parlarono seriamente quel giorno di luglio, il loro rapporto sembra essere maturato, erano ancora più uniti. Ed io ero felicissima per loro.

Tutt'ad un tratto sentii dei rumori dietro di me. Di scatto mi girai, e vidi due paia i corna. Era un saturo, e forse sapevo anche chi fosse.

Con una scusa mi allontanai dai fratelli Stoll e mi avvicinai al cespuglio, facendo il meno rumore possibile, lo feci saltare in aria dallo spavento.

"ma ciao, Grover!" Sorrisi.
Grover era il miglior satiro del campo mezzosangue. Era gentile, disponibile e super dolce. Sembrava me in forma maschile, e in forma caprina.
"Mia! Mi hai fatto venire un colpo!" Si tenne una mano sul cuore, ancora sconvolto "Però sono contento di vederti qui".

Ridacchiai "non volevo spaventarti Grover scusa" mi sorrise, accettandole con timidezza.
"Che stavi facendo?" Gli chiesi, e lui avvampò
"oh nulla, guardavo gli alberi, sono bellissimi non trovi?" Guardò ovunque tranne gli alberi, per poi concentrarsi su un punto fisso. Incantato.

Capii dopo che cosa guardava, una fanciulla dalla pelle verdolina, con addosso un vestito sbracciato, una coroncina di fiori in testa e un cesto di mirtilli in mano, quella fanciulla parlava con Castore. Era Juniper.

Urlai di gioia " OH DEI! SEI INNAMORATO DI-" mi tappò la bocca terrorizzato.
"Mia zitta! Finirà per scoprirmi" mi disse, spostando lo sguardo per terra.

"Hey, mi spiace aver urlato, perché non provi a parlarle?" MI guardò come se fossi pazza.
"Come? Assolutamente no. Magari non le sto nemmeno simpatico." mi disse sconsolato.
"O magari non vede l'ora di rivolgerti la parola, ma è troppo timida per iniziare ad approcciare"

Mi guardò con un sorriso triste "oh Mia, non credo sia una buona idea, sono una frana con l'amore"
"allora dovremmo chiedere alle figlie dell'amore" lo trascinai nella casa di Afrodite, dove ci accolse Silena.

La figlia del Sole [Percy Jackson ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora