XIII. Halloween

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Il mese con papà fu più veloce del previsto.

Non solo passai un intero mese affianco al mio papà, ma lui mi mostrò tutto ciò che una semidea ha il diritto di sapere.
Come avevo fantasticato, lo zio Hermes mi portò a fare un giro sopra New York, volando con i suoi sandali alati.
Sopra di noi c'era papà, che mi spiegava la storia dei vari monumenti.

Lo zio Ares mi insegnò a duellare come si doveva, solo così avrei potuto acquistare la fiducia di Clarisse La Rue, capo della cabina di Ares. Sorprendentemente, era molto legata con Will, facendomi capire che avevo un briciolo di speranza pure io con lei.

Ma mi mancava il campo, il lago dove Travis mi buttava sempre, il padiglione dove mangiavano tutti insieme felici, le capanne dove dormivo con i miei fratelli.
Ma soprattutto,mi mancavano i miei amici.

MI mancavano gli scherzi di Travis, le parole dolci di Connor, gli abbracci di Will, pure la telepatia che ho sempre avuto con Castore.
Prima che partissi definitivamente, avevo salutato tutti al campo, con la promessa che ci saremo rivisti a maggio. Volevo far una sorpresa a tutti loro. E dalle loro facce ho dedotto ci siano cascati in pieno.

"tu non me la conti giusta" mi disse una voce nella mia testa due giorni prima che tornasse al campo.
Cosa? Chi era?
"Sono io scema." Disse la stessa voce.
MI girai, credetti fosse Giacinto a parlarmi. Solo dopo mi accorsi di stare dormendo, e quello di fronte a me fosse Castore.
Maledetto! Che ci faceva nei miei sogni?

"Non è un sogno" mi disse sorridendo.
"Come fai a..."
"Leggerti la mente? Beh, più che telepatia adesso abbiamo un legame empatico"
"un cosa" lo guardai, cos'era il legame empatico?
"un legame indissolubile, nel momento del bisogno ci chiamiamo con la forza del pensiero, come sempre ma stavolta ci capiamo al 100%. E io lo so che tu in questo momento stai nascondendo qualcosa, ma voglio farmelo da te."
"se mi leggi la mente vuol die che lo sai" risposi io confusa.
"Beh, preferisco che me lo dica tu di tua spontanea volontà, quindi che mi nascondi?" mi guardò sorridendo ed io fui tentata dal dirgli la mia idea di sorprenderli.
ma invece sorrisi anche io e gli dissi "Castorino ti tocca aspettare Halloween per capire."
"Halloween? perché????" mi chiese confuso
"vedrai" e sempre sorridendo, spensi il legame e mi svegliai.
quel giorno chiesi a papà se potessi scendere al campo appunto il 31 ottobre, lui fu sorpreso nel vedermi che volevo stare ancora un intero mese con lui, ma io ero sicura di quello che stavo facendo. stando anche tutto ottobre, avrei passato il Natale con i miei fratelli e i miei amici, mentre il 26 dicembre sarei tornata su per festeggiare Capodanno con la mia famiglia divina. E in più, amavo passare nel tempo con il mio papa, sapevo che anch lui infondo voleva stare con me, infatti non mi stupii quando accettò con un sorriso.

novembre arrivò in men che non si dica. da una parte non vedevo l'ora di tornare al campo, dall'altra però, era sempre brutto dover salutrare papà. "hey non fare quel muso lungo, il campo ora lo sa che sei stata con me, percio potrei farti qualche visita ogni tanto. ma avrò anche del lavoro da svolgere, quindi non ti rattristare se non verrò." annuii, sapevo che a papà sarei mancata tanto, ma Zeus gli dava sempre troppi lavori, così come anche allo zio Hermes. egli mi avrebbe portato giù personalmente, sicché voleva vedere i suoi figli e doveva consegnare la posta a Chirone. "ci vediamo il 26 dicembre, stammi bene amore mio" mi abbracciò stretta. Non fu deprimente come l'ultima volta, perché entrambi sapevamo che non me sarei mai andata davvero dal luogo in cui sono cresciuta.

Halloween era una festa assai strana, non l'avevo mai davvero festeggiata. in questo giorno c'erano i soliti banchetti divini. Ma non appena rimisi piede al campo mezzosangue, credetti di vivere un sogno, o in uno scherzo di Travis o Connor.
Tutti erano vestiti da maghi e streghe, o fantasmi, lupi mannari, mummie e altri mostri o esseri soprannaturali.
"non credo ai miei occhi" mi disse una vocina che avevo imparato a conoscere.
Sorrisi "hey Will! come sta il mio gemellino preferito?" Will mi saltò addosso e lo sentii singhiozzare e ridere allo stesso tempo. Lo strinsi a me, mi era mancato come l'aria. Nonostante lo conoscessi da soli 3 mesi, Will era diventato parte di me quasi quanto mio padre e stare lontana da lui mi faceva sentire vuota. Anche lui provava le mie stesse sensazioni. Si staccò dal mio collo e tirò su con il naso, prima di scoppiare a ridere. "scusami" mi guardò e io annuii comprensiva, sapevo che ero ridotta come lui, siccome vedevo tutto sfocato.

La figlia del Sole [Percy Jackson ff]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora