Capitolo 9

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Adrian aveva ordinato ciò che gli avevo elencato precedentemente, prese una porzione in più di ramen per sé.

Stranamente, all'ultimo minuto mi resi conto che avrei dovuto utilizzare le bacchette, c'erano le posate, ma avrei tanto voluto utilizzarle.

Prevedevo un'enorme figura di merda.

"Tutto bene?"
Preferì fargli vedere quella piccola debolezza.

"Non so usare le bacchette"
Sussurrai.

"Ah, è semplice, devi farci l'abitudine"
Senza mettermi in imbarazzo, mi fece vedere come dovevo tenerle e soprattutto mi diede dei trucchetti sul come prendere il cibo.

Lui fu molto paziente, ero io quella a perdere le staffe facilmente.

Il ramen si rivelò gustoso, caldo e quasi avvolgente.
Ovviamente Adrian era molto più disinvolto di me.

Non smetteva di ridere, anche quando non aprivo bocca.

Rimasi colpita positivamente dal cibo e mi sentì catapultata nel mondo degli anime, che seguo con tanto ardore.

"A Malta"
Risposi alla domanda sulle vacanze estive.
Vorrei andare in quell'isola solo per godermi ancora sole, mare, entrare a contatto con una cultura diversa e divertimento.

Adotterò il pensiero hakuna matata, per quei giorni.

"Quando hai le ferie?"
Chiese, dividendo il dorayaki.

"Fra tre settimane"
Non vedevo l'ora, avrei staccato la mente da tutti i vari pensieri e preoccupazioni.

"Tu invece?"
Due possibilità.
La prima mi fece vedere un Adrian triste, nella sua stanza grigia, chino sui libri.

Che orrore, speriamo di no.
Ha pur sempre il diritto di divertirsi.

La seconda, uno scenario idilliaco, come le Hawaii, Ibiza e luoghi per ricchi sfondati.

Sarebbe bellissimo, ma fece nascere in me un forte dissenso, lui si sarebbe circondato da tanti piaceri, varie ragazze ed io sarei rimasta a guardare.

"Ogni anno si parte con la famiglia, abbiamo visitato la Grecia, Inghilterra, gli Usa, le Hawaii, la Norvegia, l'Islanda, in Polonia e quest'anno vedremo.
Di solito partiamo verso i primi di settembre"
Sperai che fosse finita la lista, sperai che le batoste fossero concluse.

Ho sempre considerato di non poter paragonare la mia vita ad un'altra, non mi sono mai sentita a disagio nel dire che sarei partita per Roma, mentre altri andavano in Francia, in Germania e luoghi che purtroppo non ho potuto visitare per problemi economici.

Inoltre la mia personalità non si può basare su quanti paesi ho visitato, però con Adrian era tutto diverso, neanche mi riconoscevo.

"Carino"
Che risposta stupida, dovuto al fatto che non sapevo cosa dire.

Mi accennò che tra due mesi uno dei suoi fratelli si sposerà.
Sua madre, descritta come una signorina Rottermeier, ad oggi ancora più precisa del previsto.

Tiene sotto controllo la vita dei figli e adesso anche la futura nuora.

Adrian dice di andare d'accordo con la ragazza, a lui non importano molto queste dinamiche, quando la conobbe vide che il fratello stava bene e non s'immischiò.

Lui per me incarna il vivi e lascia vivere, vorrebbe tanto seguire il suo istinto, vorrebbe abbandonarsi ai sentimenti e che nessuno lo giudichi.

Realmente ha difficoltà a lasciarsi andare, sicuramente perché fin da piccolo fu rimproverato o educati diversamente.

Mentre eravamo in macchina, mi ricordai la trama del Piccolo Principe, della bambina, della sua vita lineare e di come fu stravolta.

Per certi aspetti lui rappresentava la bambina, io il piccolo principe.

Ma io mi sentivo come la piccoletta e volevo che lui mi salvasse.

"Sei il piccolo principe"
Sussurrai, la mia testa era sopra le nuvole, era immersa nell'isola che non c'è non mi resi conto della frase e non volevo neanche pronunciarla.

Adrian rimase in silenzio, supposi che non l'avesse sentita.

Fu in grado di sorprendermi ancora.
Prese la mia mano sinistra, la strinse nella sua grande e calda.

Adrian aveva un timbro ben riconoscibile, dolcezza e delicatezza.

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