Capitolo 32

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Adrian è un tipo riservato, e, cosa che non si era capita, molto severo con se stesso.

Ci tiene tanto a superare questo esame, d'altronde, chi non vorrebbe raggiungere il traguardo dopo ore ed ore spese sui libri.

Ho chiesto persino un cambio di turno al lavoro, pur di farmi trovare qui.

Adrian mi aveva categoricamente chiesto e pregato di non mettere piede all'università, perché teme un brutto esito e di deludermi, cosa che non potrebbe mai accadere.

Io, in parte ho rispettato la sua volontà, non sono vicino a lui a dargli forza.
Lo sto aspettando vicino l'entrata, accanto al pannello dell'edificio.

Dovrebbe finire tra mezz'ora.
Non dico che ci scambiamo messaggi ogni cinque minuti, ma ogni tanto chiedo degli aggiornamenti, nella speranza di non agitarlo di più.

Fortunatamente qualche collega non si è presentato, molto probabilmente finirà prima.

Attendo con impazienza, qui fuori non c'è né un posto dove sedersi e nemmeno un posto dove ripararsi dal sole che si fa sempre più forte e cocente.

D'altronde è quasi ora di pranzo ed è pure normale.

A mio favore, non sono una tipa che si spaventa di sporcarsi, perciò mi siedo su un marciapiede.

Avevo pensato di portare un dolcetto o un qualsiasi regalino, a prescindere dalla'esito.
Ma sono più che convinta che andrà bene.

Riesco già a sentire la ramanzina che mi farà Adrian, per questo ho evitato di portare un premio.
Mangeremo insieme, so che gli piacerà come idea.

Con tutto il cibo che mi sta facendo mangiare ingrasserò, poco importa, di solito si pensa che quando si mette su qualche chilo è perché si sta bene.

Ed io, sto bene, più che bene.

Passò una mezz'ora abbondante, trascorsa col telefono in mano.

Vidi un paio di ragazzi uscire dall'ateneo e chiesi informazione a loro.
Ovviamente prima mi assicurai che fossero colleghi di Adrian e poi posi qualche domanda.

Dunque, per quel che so, non manca molto, a momenti dovrebbe chiamarmi.
Al professore mancavano gli ultimi cinque studenti ed Adrian era tra quelli, aveva ceduto il posto a coloro che avevano necessità lavorative o personali.

Ricordo che nella prenotazione era tra i primi.

Lui è sempre troppo buono.

Sto stringendo il telefono come se da esso dipendesse un mio esame.

Mi precipito a risponde non appena lo schermo si illuma e compare il suo nome.

'Buongiorno!
Come ti sei?'
Tento di assalirlo e chiedergli come prima cosa il risultato, a me non interessa solo quello, sono già fiera di lui.

'Meglio, decisamente.
Ho preso 30'
Dal tono di voce immagino il suo sorriso soddisfatto.

Esulto di gioia per questo traguardo raggiunto.
Sono felice che stia condividendo questo momento con me.

A questo punto non mi resta che portare a termine la sorpresa e andare a festeggiare.

Osservo attentamente l'uscita dell'ateneo, potrebbe arrivare da un momento all'altro.

'Tra mezz'ora pensi di aver finito a lavoro?
Mangiamo qualcosa insieme?'
Abbiamo avuto la stessa idea, se non è complicità questa non saprei cosa pensare.

Noto poco distante da me un ragazzo bellissimo, lungo, con un fisico asciutto, jeans, t-shirt bianca ed il suo immancabile zaino.

Agito la mano per rendermi visibile.

'Si, penso che posso liberarmi anche prima.
Guarda bene'
Non appena sente quest'ultima frase assottiglia lo sguardo, per osservare meglio la zona di fronte e vicina a lui.

"Tu sei tutta matta"
Mi dice riempiendomi di teneri baci.

"Ti avevo chiesto di non venire"
Continua.

"Eh no, in realtà mi avevi detto di non mettere piede lì"
Lo riprendo indicando l'università che sta frequentando.

"Ho rispettato l'accordo"
Lo stringo a me, sperando di trasmettergli quante più emozioni positive.
Soprattutto vorrei fargli capire quanto sia felice ed orgogliosa di lui e per lui.

Adrian si merita questo e tanto altro, molto altro.

"Adrian!"
La nostra quiete viene interrotta da una voce femminile che proviene dalle mie spalle.

Il mio ragazzo placa tutta la gioia e la dolcezza del momento, stringendo la mia mano.

"Ciao"
A questo punto mi volto, se Adrian ha una reazione simile deve essere qualcuna che non gli sta molto a genio.

Solitamente è molto cortese, per questo mi stupisce un comportamento simile.

La voce sconosciuta prese forma e sembianze di una splendida ragazza.
Alta, elegante, raffinata, semplice e molto bella.

Le gambe toniche sono avvolte da dei pantaloni neri skinny, sopra una maglietta di Dior le evidenze il seno, non molto prosperoso, gli occhiali da vista con una montatura delicata e molto di moda ultimamente, gli occhi chiari, gli zigomi alti, labbra rosee e piene, per finire con dei bellissimi capelli castano chiaro.
Talmente tanto lucenti, morbidi e sani che sembra appena uscita dal parrucchiere.

Quelle beach waves sono stupende.

"Tuo fratello mi aveva detto che avevi un'esame importante oggi.
Sono venuta a farti i miei auguri, ma deduco che tu abbia già finito"
È da quando ha iniziato a parlare che non ha smesso di sorridere.
Qualche volta mi getta qualche occhiata, solo per studiarmi, sembra come se volesse fare un paragone tra e lei.

Confronto alquanto sterile, abbiamo due modi, due approcci completamente differenti.

In realtà è anche perché lei è nettamente venti gradini più in alto.

"Si è andato tutto per il meglio.
Grazie del pensiero, ora devo salutarti"
Adrian non vede l'ora di svignarsela.

Eppure questa ragazza era così gentile, chissà cosa aveva contro questa collega.

"Adrian aspetta"
Il ragazzo viene bloccato, la dea lo ferma, poggiando una mano sul suo braccio.

Perché ho come la sensazione che io debba andarmene e lasciar parlare questi due in santa pace?
C'è una forte intesa tra di loro.

La ragazza mi guarda come a chiedermi un po' di privacy.
Sono tentata di allontanarmi, peccato che il saputello non mi molli nemmeno per un istante.

"So che ci siamo lasciati mesi fa.
Vorrei comunque mantenere un rapporto civile ed amichevole con te.
Per favore non escludermi dalla tua vita"
Ecco svelato l'arcano mistero.

Lei è la ex
Lei è Clara.

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