Capitolo 36

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"Amy...
Amy!
Ci sei?"
La voce di Mario, il mio fedele amico e compagno dei miei pranzi post o pre lavoro, mi risveglia dal mio mondo dei sogni.

In realtà non sono sogni.
Ma la stupenda realtà che ho vissuto ieri sera.

I nostri sguardi carichi di passione.
Le sue mani che veneravano il mio corpo, facendomi credere di essere realmente questa dea che lo fa impazzire.
I suoi dolci baci.
La sua lingua lungo il mio collo, infatti ho dovuto indossare una maglietta col colletto alto per celare i segni della sera precedente.

Il nostro calore, corpo contro corpo.
Le nostre promesse d'amore ed i gemiti a riempire la stanza.

'Resterei così per sempre'
Sussurrai più volte.
Durante e dopo.
Non volevo lasciarlo andare.

Effettivamente rimase con me fino alle prime luci, non voleva farsi beccare dai miei in quelle condizioni.
Ora, i miei possono essere molto aperti, moderni e socievoli, ma anche loro hanno dei limiti.

Ritrovarsi il genero nudo in cucina mentre sorseggia del caffè, non sarebbe stato il massimo.
Sarebbe stato divertente, lo ammetto, considerando la compostezza di Adrian e l'imbarazzo di mio papà.

'Non ti lascio'
Ripeteva questa frase quasi tutta la notte, stringendomi a se.
Non mi sarei mai allontanata da lui, le mie braccia rimasero allacciate al suo collo per tutto il tempo.

In amore vince chi fugge.
Perché dovrei fuggire da una relazione simile?

Annuisco ripetutamente.
Dovrei darmi una svegliata, persino mia mamma si è stranita nel vedermi così rincoglionita.

'Sembra che ti abbiamo sparato dei fuochi d'artificio in faccia'
Alludendo allo stato dei miei capelli, completamente aggrovigliati fra di loro.
Inoltre, avevo ancora del mascara e nella foga del momento, giustamente, non ho minimamente pensato a struccarmi...
Di conseguenza, stamattina, una bella sbavature di colore nero contornava la mia palpebra inferiore

Mamma, se solo sapessi...
Ho visto e sentito i fuochi.

E che fuochi.

"After?"
Domanda curioso e con uno sguardo malizioso.

La vecchia volpe, ha già capito.

"Si"
Cedo, sfortunatamente non ho avuto modo ed il tempo per informarlo e tenerlo sul pezzo riguardante le ultime novità amorose.

"Racconta"
Guarda un attimo la sala e si siede di fronte a me.

Nel mentre, chiede alla sua collega due birre.
Il nostro gossip non sarebbe "nostro" senza le nostre amatissime bevande ambrate.

In una manciata di minuti riassumo gli ultimi mesi, e mi concentro particolarmente su un dettaglio: Adrian.

"Uno del gruppo dei cafoni?"
Chiede con stupore.
Lo capisco.

A primo impatto non avrei mai considerato un elemento di quel gruppetto.
Il destino e la storia sono completamente diverse.

Mai giudicare un libro dalla copertina, uno dei grandi insegnamenti appresi con Adrian.

"E stanotte non ho chiuso occhio"
Concludo il racconto, sbadigliando.

"E gambe"
Commenta malizioso, dandomi una leggera gomitata.

Lo guardai sbigottita, non mi sarei immaginata una battuta simile, nonostante il rapporto che c'è tra di noi.

"Sono contento per te.
La tua vita era così monotona, ci voleva quel qualcosa, quel qualcuno che ti smuovesse.
Non ti manca nulla.
Hai un lavoro che ti piace e premette bene.
Hai un carattere forte, sei una combattente.
Sei bellissima, dentro e fuori.
Odi le ingiustizie.
Provi a rendere la vita delle persone migliore.
Ti mancava solo quello step per essere finalmente felice ed oggi credo proprio che tu sia molto vicina"
Ora che ci rifletto, ho sempre avuto una mia visuale dell'idea di coppia o relazione analoga al quadro appena descritto dal mio amico.

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