Capitolo 21

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"Saw?
It?
Paranormal activity?
Scegli.
Fortunatamente ad uno dei miei fratelli piacciono gli horror come te"

Nel salotto vi era un televisore di ultima generazione, intuibile dallo stile moderno, raffinato e delicato.
Per non parlare dei vari accessori, piattaforme e funzioni.

Si era proposto che fosse uno di noi a scegliere un film diversi ogni sera, oggi toccava a me.

Da grande amante dei film di avventura, horror, thriller e storici, scelsi il penultimo genere.

Quasi subito mi pentii della scelta fatta, probabilmente ad Adrian sarebbe piaciuto un film storico.
Come spesso è accaduto, mi stupì.

Sorrise e aggiunse:
"Ottima scelta.
Beh da una tipa come te, sapevo che non avresti scelto film drammatici o da storie d'amore idilliache"

Questa sua affermazione mi piacque, evidentemente per lui ero ancora un vaso di Pandora e non è un male, anzi, questo lo rende curioso.
Dall'altra parte pensai che le sue ex guardavano solo quei generi di film.

La domanda sorse spontanea.
Gli piacevano gli horror o i film d'amore?

Dietro questa domanda, se ne celava un'altra ben più importanti, ma che ancora non volli accettare.

Gli piacevo io o le sue ex?

Mi risvegliai non appena la mano di Adrian sfiorò la mia, per darmi una ciotola con patatine alla paprika.

"Non ti piacciono i sapori forti?
Ho dedotto che queste possano piacerti"
Effettivamente è vero, sono tra le mie patatine preferite.

Al posto del cervello doveva avere un computer.

Io non sarei riuscita a fare le medesime sue deduzioni, o ricordare certi particolari.

"Vuoi che lasci la luce accesa stanotte?"
Domanda nel mezzo del film, alludendo che possa avere paura del buio o della solitudine, nel vedere scene del genere.

"Tranquillo, lascerò quella di camera mia"
Risposi.

"Seria?
Io scherzavo"
Sorrise, girandosi verso di me, mettendomi al centro dell'attenzione.

"Beh, vedere film horror non esclude che possano avere un certo effetto, soprattutto se ben fatti.
Anzi, molte persone aspettano la paura, l'ansia, perché si sentono vivi, se così lo possiamo dire"
In un determinato periodo, io facevo parte di questa categoria.
Avevo tante paure, diversi pensieri che mi tormentavano, così tentai di distrarmi e tra le soluzioni vi erano i film.

"Potresti dire a queste persone, che ci sono tante emozioni, che ti fanno sentire vivo.
Hai provato a dire ad una nonna che non volevi mangiare?
Quello si che fa paura"
Con una battuta stupida, sorrisi e la tensione che sentivo addosso e che percepivo nell'aria svanì.

Adrian è intelligente e sicuramente deve aver capito che le situazioni raccontate precedentemente, devo averle vissute.
Ma riesce ad aspettare, a rispettare e addirittura a scherzarci sopra, per non farmi chiudere a riccio.

Parlammo della nostra infanzia, dei pranzi dai nonni, del legame con i nostri parenti, di alcuni ricordi dei vari Natali e non ci curammo più del film.

"Ti disse questo?
Sei fortunata, hai dei cugini gelosi perché ti vogliono bene"

"Adrian imporre a me e ad i suoi amici, di non poter accettare o chiedere un passaggio da parte loro, tranne che uno, lo trovo esagerato"
Eravamo rimasti nel salone, seduti sul divano, ma non avevamo mai perso il contatto visivo.

Fino ad un paio di anni fa, nel guardare un ragazzo, dopo un po' abbassavo lo sguardo, ora non ho timore.

"Uh, piove"
Dico nel tentativo di allontanare alcuni miei pensieri, troppo sdolcinati.
Delle gocce di pioggia che si scontrano col vetro di una finestra richiama la mia attenzione.

"Ah, purtroppo capita.
Hai freddo?
Se vuoi prendo qualche coperta"
Inizia subito a preoccuparsi, fa il possibile per farmi sentire a mio agio.
È bello.

"No, per il momento è tutto ok.
Grazie"

Si rilassa sul divano e cala il silenzio.
Fino a quando vibrò il telefono di Adrian.

"Andrea"
Sibila rabbioso.

Mi viene naturale avvicinarmi, incuriosita.

Erano foto, tante foto.
Io e Adrian che ridiamo a casa, stamattina.
Io assonnata in salotto, stamattina.
Io e Adrian che parliamo, stamattina.
Adrian che lo rimprovera, stamattina.

"È bravo a fare i dispetti"
Ridacchio, sebbene l'idea che qualcuno della sua famiglia possa vederle, mi irrequieta.

Anche perché Adrian gli ha chiesto esplicitamente di mantenere il segreto.
In cambio potrà venire quando vuole e suppongo che tornerà presto, se non domani mattina.

"È una testa quadra"
Mormora.
Accidenti, il ragazzo si è innervosito parecchio.

"Tranquillo è solo uno scherzo.
E se vuoi, qualcuno, qui vicino a te, potrebbe ricambiare il favore"
Propongo, alludendo alla mia capacità e senso di competizione.

Andrea è intelligente, ma con me, ha trovato pane per i suoi denti.

"Ma sai, non è una cattiva idea"
Ridacchia e lascia il telefono accanto a sé.

"Nonostante la sua testa superba, è il più ribelle, ma è abbastanza furbo da non farsi scoprire dai grandi"
Dice, lasciandosi andare.

Quando qualcuno condivide una parte di sé, anche se in minima parte, lo apprezzo molto.
Significa fiducia, voglia di raccontarsi, liberarsi, complicità, serenità.
Aspetti non insignificanti.

"È perfetto.
Tu sei il genio, ed io sono la stronzetta.
Coppia perfetta"
Dico sorridendo, immaginando quello che potremmo organizzare.

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