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Stava lì fermo senza muoversi minimamente. Sembrava stare pensando a cosa dire. Io non sapevo bene come gestire la situazione. Così mi sedei ad attendere i suoi tempi. Aggiunsi "Quel giorno non pensare ti stessi spiando o altro. Avevo solo notato tensione tra di voi e pensavo fossi in ''pericolo'' e così sono rimasto lì..." 

Allora lui finalmente si attivò e cominciò a parlare, mi raccontò quasi tutto... passarono 5 minuti, poi dieci ed infine mezz'ora. Mi aveva raccontato tutta la sua vita. Ogni minuto che passava il nodo alla mia e alla sua gola, diventava sempre più stretto. 

 Quella stanza si riempì di pesantezza assieme ai nostri corpi. Lo riaccompagnai all'uscita. Lui mi ringraziò, ma prima che prendesse il gatto per uscire, mi abbracciò. Era da tanto tempo che qualcuno non mi abbracciava in quel modo, provai a ricambiare ma lui si staccò prima che potessi fare qualsiasi altra cosa. Sussurrò un flebile "Grazie" E uscì di casa con il ''nostro'' animale domestico. 

Tornai in camera ignorando le domande di Fuyumi e Natsuo. Ma quest'ultimo non si diede per vinto e mi seguì entrando nella mia stanza prima che potessi chiudere a chiave la porta. "Allora, chi è quello?" Io risposi disinteressato "Semplicemente il nostro nuovo vicino." Lui insistette "Ohh allora è così che ora si chiama ''Vicino"... certo". Cercai di ignorarlo "Era solo un abbraccio, ne aveva bisogno".

Fuyumi urlò il nome di Natsuo per chiamarlo, e quest'ultimo dovette affrettarsi a scendere di corsa, ma prima di abbandonare la stanza aggiunse "Però quando un vicino ti abbraccia, non arrossisci." Spalancai gli occhi e appena se ne andò mi toccai le gote calde. Ero così preso a rimuginare su Midoriya che non avevo nemmeno pensato a quello che percepivo su di me. Era strano, ma bello. Sorrisi.

Mi sdraiai sul materasso e ricominciai a respirare pian piano. Mi concentrati nuovamente su Midoriya e sulla sua vita, la ripercorsi nella mia mente.

Midoriya's pov

"Quando ero un bambino giocavo spesso al parco con gli altri, tra loro c'era una gerarchia e il capo era sicuramente Kacchan, io lo ammiravo per la sua forza d'animo e il suo carattere molto duro. Lo vedevo figo. Però dall'essere uno dei tanti bambini che stavano sotto alle sue regole, diventai il bambino da prendere in giro. Non so nemmeno perchè, me lo sono chiesto per molto tempo. Forse non c'era un motivo. Ero solo il bersaglio facile e che piangeva se lo si spingeva."

Presi un po' di fiato, Todoroki stava aspettando.

"Per il lavoro di mio padre dovetti cambiare città per un po', speravo che le cose sarebbero cambiate in meglio. Invece la nuova scuola era anche peggio. I bambini sanno essere molto cattivi senza rendersene conto. Non riuscivo a fare amicizia, ero totalmente estraniato da qualsiasi gruppo ed ero visto come quello strano. Tutti mi giudicavano e i maestri non sembravano volersi prendere carico della cosa. Avevo provato a chiedere aiuto ma mi ignoravano."

Todoroki mi fece cenno di sedermi vicino a lui e così feci. Il suo sguardo mi incoraggiò a continuare.

"Arrivarono le medie e dovetti tornare nella città dove vivevo prima. La scuola che scelsero i miei genitori era la stessa frequentata da Kacchan perchè pensavano che con un viso familiare sarei riuscito ad essere più tranquillo. E se te lo stessi chiedendo, beh... non ho mai detto nulla sul bullismo ai miei genitori. Comunque appena iniziò l'anno sembrava andare tutto stranamente bene, fin quando non mi ritrovai delle puntine nelle scarpe. Oppure della colla sulla sedia e tante altre marachelle di questo genere. Capii chi era l'artefice solo quando arrivarono i pugni. Ogni giorno dopo scuola Kacchan mi affidava i suoi compiti e se dicevo di non volerli fare mi picchiava."

Sospirai, avevo bisogno di aria, così Todoroki aprii la finestra.

"Quindi tutto ciò andò avanti per qualche mese fin quando non morì il mio gatto. Ci tenevo molto a lui ma era vecchio e malato. E l'unica persona che effettivamente mi parlava era Kacchan, quindi mi diressi tra le sue braccia nel primo momento in cui lo trovai da solo. Ricambiò quel gesto e io piansi tantissimo. Mi aspettavo qualsiasi reazione da parte sua ma mai quella. Mi accarezzò i capelli, sussurrandomi un sacco di frasi carine e che mi facevano capire quanto lui ci tenesse a me. Pensavo che le cose sarebbero migliorate ma quella leggerezza sparì pochi secondi dopo, quando dall'angolo del corridoio spuntò un suo amico. Così si staccò da me e disse "Dovresti morire come quel tuo gatto di merda." Da quel momento in poi, ciò continuò fino all'estate."

Non riuscivo ad andare avanti, Todoroki mi passò un fazzoletto.

"Finisco dicendo che non so cosa successe in quel periodo, ma mi svegliai cosciente in ospedale."

Todoroki allora prese parola, tutto ciò che uscì dalla sua bocca però era ovattato. Volevo solo tornare a casa.

Quel bacio sott'acqua ~Tododeku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora