Il rumore forte e pressante della pioggia mi teneva dentro ad una bolla. Io e Todoroki stavamo camminando con passo spedito sotto di essa. A coprirci c'era solo la sua giacca, non stava funzionando un granchè. La sensazione fradicia e la vista offuscata non mi stavano facendo godere il primo momento di vicinanza che stavo avendo con il ragazzo dai capelli bianchi, anzi.

Dopo una decina di minuti arrivammo dinanzi alla mia porta e riparandoci sotto al portico, ci salutammo. Volevo chiedergli di restare. Ma prima di riuscire ad assemblare le parole, lui con un cenno se ne andò.

Entrato in casa ero zuppo dalla testa ai piedi. Mia madre venne verso di me "Izuku! Cambiati subito o ti ammalerai!" Arrivato in camera mi misi il mio fantastico pigiama rosso con i panda. Era morbido e caldo.

Mi sedetti sulla scrivania con l'intento di iniziare a scrivere. Avevo questa passione segreta. Sin da piccolo riempivo interi quaderni, nei quali narravo fiabe, favole, gialli, saghe d'avventura, fantasy... e chi più né ha, più né metta.

Aprii il cassetto nel quale tenevo tutte quelle reliquie. E come da rito iniziai a sfogliarli uno ad uno. Serviva a farmi trovare l'ispirazione. Arrivato al dodicesimo quaderno mi fermai. Anche perchè non ne avevo più. Il numero tredici era stato distrutto da... il mio telefono iniziò a vibrare -chiamata da un numero sconosciuto- risposi. Poteva essere mio padre che aveva comprato una nuova sim. "Pronto?"

Todoroki's pov

Tornai dentro casa. Non so con quale gentilezza l'avevo fatto. So solo che non era da me accompagnare qualcuno sotto alla pioggia. Decisi di andare a farmi un bagno caldo. Mi spogliai delle mie vesti e lasciai cadere, dentro a quell'immensa cisterna d'acqua, il mio corpo pesante.

In quella mezz'ora riflettei sull'accaduto. Non sapevo spiegarmi il perchè, l'avevo fatto e basta. Certo, il mio psicologo aveva detto di farmi qualche amico, ma non pensavo di riuscire ad espormi così tanto.

Anche avendo il corpo gelato per via della pioggia, sentii per la prima volta dopo tanto tempo, il mio animo riscaldato. E con questa ultima nota di dolcezza, uscii dalla vasca. Andai in camera mia e accesi il computer, mi cambiai mettendomi una semplice maglietta e dei pantaloncini, non avevo un pigiama. Mi collegai online con il mio psicologo. Sarebbe stato difficile andare in un altra città solo per gli incontri, così avevamo optato per conversare via meet.

Parlammo dei vari eventi principali della settimana... e arrivammo anche alla questione Midoriya "Quindi lei ha conosciuto questo ragazzo e non sa come comportarsi dopo che l'ha visto picchiare un altro compagno di classe?" Io annuì, era la prima volta che ero nervoso davanti a Watanabe. Era il mio psicologo da ormai tre anni, avevo condiviso di tutto con lui, eppure solo ora  si faceva sentire quella sensazione di ansia. Come quando da piccoli si rompe per sbaglio qualcosa e lo si nasconde ai propri genitori, finché essi non lo scoprono.

Watanabe allora mi guardò con uno sguardo che non saprei decifrare. Scrisse qualche appunto sul suo quaderno e continuò la seduta come se nulla fosse... "Ha pensato di andare da suo fratello?" E con questa domanda concluse la conversazione.

Mi sdraiai sul letto e mi misi a leggere un libro su Afrodite, la sua figura mi appassionava molto. Era la prima divinità che scoprii, quindi quando leggevo qualcosa su di lei, mi sentivo di nuovo bambino.

Natsuo rientrò in casa. "HEY SHOUTO! SCENDI!" Con passo lento e annoiato scesi le scale. "Dimmi" sbadigliai. Il fratello maggiore allora con fare energetico disse "Devo assolutamente parlarti di una cosa! Siediti. Dov'è Fuyumi?" Il tempo di dirlo e anche lei rientrò. Arrivata in cucina ci guardò stranita "Riunione familiare? Partecipo anche io!"

Dopo un po' ci misimo tutti e tre all'opera per cucinare della soba, che era il mio piatto preferito. Cucinavamo insieme questo piatto solo quando si doveva parlare di qualcosa di importante, e quindi mi si doveva costringere a rimanere in cucina più del dovuto. Insomma, mi corrompevano.

Io in realtà non sapevo cucinare, tante erano le mie qualità, ma quella proprio mi mancava. Sembrava che la cucina mi odiasse. Una volta carbonizzai il minestrone dentro alla pentola a pressione. Un'altra volta spaccai una ciotola di vetro e un'altra volta ancora misi la cannella al posto della noce moscata. Si. Ero proprio un disastro. E così eccomi lì a guardare i miei fratelli cucinare, mentre pulivo stoviglie.

Finita la preparazione ci sedemmo tutti attorno al tavolo. Fuyumi impaziente guardò Natsuo... "Quindi, cosa dovevi dirci???" Lui si schiarì la voce e con fare teatrale parlò. "Voglio chiedere alla mia ragazza di sposarmi. Però dovrete aiutarmi a scegliere l'anello!" Fuyumi era felicissima, io invece non ero molto interessato, dissi semplicemente "Sono felice per voi, buona fortuna". Non davo valore al matrimonio, non ne capivo il senso. Mi chiedevo il perchè voler sposare qualcuno. Forse un po' per indole mia, ma soprattutto per l'esempio fallimentare datomi dai miei genitori. Sospirai e continuai ad ascoltare quella conversazione vuota.

Quel bacio sott'acqua ~Tododeku~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora