I'm dressing as a cheerleader

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Dove Mattia indossa una vecchia divisa da cheerleader della sorella del suo migliore amico e Christian trova che sia bellissimo.







Si sistema il giubbetto di jeans e si incammina nel vialetto, suona il campanello e aspetta che qualcuno vada ad aprire. Una donna gli si para davanti con un sorriso stampato sulle labbra e lui la saluta cordialmente.

«Ciao, Christian, che bella sorpresa!» Dice la donna.

«C'è Mattia?» Chiede timidamente Christian a Giulia, la madre del ragazzo.

«Sì, dovrebbe essere di sopra, sta sistemando alcune cose. Vai pure, non ti preoccupare.» Risponde lei, gentile come sempre, mentre si sposta per farlo passare.

Christian, quindi, entra e sale le scale, ma si ferma davanti alla porta socchiusa della camera del riccio. Lo vede intento ad infilarsi una piccola canottiera abbastanza attillata, bianca e viola, mentre ha già addosso una gonnellina degli stessi colori e delle parigine bianche. Riconosce subito il suo abbigliamento: la divisa da cheerleader di sua sorella Alexia.

Non dovrebbe restare lì a spiarlo, ma lo fa comunque. Vedere il suo piccolo Mattia vestito in quel modo lo sta mandando fuori di testa.

Lo osserva mentre fa una piccola giravolta davanti allo specchio e si alliscia la gonnellina sui fianchi, poi scompare per pochi secondi e Christian sente che afferra qualcosa. Quando Mattia ritorna a specchiarsi, tiene due pompon dorati tra le mani.

A quel punto Christian non resiste più. Apre lentamente la porta ed entra in silenzio; quando si gira per richiuderla, il suono della serratura fa sobbalzare Mattia, che si volta di scatto.

Non appena vede la figura del moro, sgrana gli occhi e porta le mani, di conseguenza anche i pompon, a coprirsi il davanti della gonna.

«C-Christian, cosa ci fai qui?» Gli domanda, abbassando la testa mentre arrossisce. Improvvisamente i suoi piedi avvolti dentro alle parigine sono diventati molto interessanti.

Il maggiore rimane ad osservarlo, incantato. I capelli ricci biondi gli ricadono in avanti, le spalle sono rigide e la pelle pallida delle sue cosce si intravede dal piccolo spazio che c'è tra la gonna e le calze. Anche se non lo può vedere in viso, il moro è sicuro che sulle sue guance ci sia un leggero rossore.

«Volevo uscire con te.» Afferma il più grande con un sorriso sulle labbra.

«Oh, va bene! Se mi dai qualche minuto, m-mi posso cambiare...» Dice il riccio, spostando leggermente il suo peso da una gamba all'altra, continuando a fissarsi i piedi.

Il più grande fa qualche passo in avanti, raggiunge il più piccolo e allunga una mano per posare due dita sotto il suo mento. Mattia trema appena a quel contatto, ma si lascia sollevare il viso.

«Ho detto che volevo uscire, non che voglio.» Chiarisce, mentre sposta la mano e la fa scendere lungo la spalla e poi su tutto il braccio, fino a prendere quella di Mattia nella sua. «Come mai indossi questi vestiti?»

Le guance di Mattia, se possibile, diventano ancora più rosse. «Erano in mezzo alle cose di Alexia. Mi ha detto di guardare se c'era qualcosa che mi piaceva.» Gli spiega, in una mezza verità.

La sorella di Christian gli aveva dato alcuni suoi scatoloni pieni di cose che non usava più, è vero. Ma quella divisa gliel'aveva proprio regalata. D'altronde a lei stava piccola e non la usava più. Pensava, invece, che potesse stare bene addosso al biondino, ed infatti è proprio così.

«Quindi questa ti piace?» Domanda ancora Christian, indietreggiando un po' e alzando le loro mani intrecciate, invitando il minore a fare una giravolta davanti a lui.

Glimpse of Us|| ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora