[Soft&Romantic]
Era solo martedì e Mattia voleva già chiudersi in casa e non uscirne più fino all'estate. Gli mancavano due ore di lezione di letteratura francese, per quel giorno, e aveva già rischiato di addormentarsi da seduto per una decina di volte.
In quel momento era nel cortile dell'università, seduto sugli scalini davanti all'entrata, al telefono con suo fratello, che lo aveva chiamato dicendogli: «Mamma è preoccupata per te e pensava che, con me, ti saresti aperto di più. Perciò parla, io intanto cucino la torta per il compleanno di Flavia.»
«Come sta Flavia?» Chiese entusiasta Mattia, «E quanto è diventata alta? Secondo me avrà già superato Christian.»
«Ecco, a proposito di Christian...»
«Oddio, è per questo che mamma ti ha detto di chiamarmi? Davvero?»
«Matti...»
«Sono un uomo adulto, non un ragazzino alle prese con la sua prima cotta! So gestirla, non mi serve il vostro aiuto.»
«Lo so, ci fidiamo di te. Siamo solo preoccupate che tu ti faccia prendere troppo da lui. Insomma, se anche non dovesse ricambiare i tuoi sentimenti hai tanto tempo davanti a te. So che ti sembra impossibile amare qualcun altro, in questo momento, perché vedi solo lui e pensi solo a lui eccetera. Però ti assicuro che non è così. E poi, cerca di distrarti un po', sei sempre con la testa fra le nuvole a immaginarti chissà che cosa.»
«Hai ragione, okay, avete tutte e due ragione. Ma, se davvero pensi di sapere come mi sento, allora dovresti anche sapere che non voglio sentire questi consigli da mamma preoccupata. Mi piace Christian, studio lettere e filosofia, lavoro in una libreria e ho una nipotina che compie due anni tra pochi giorni. Questa è la mia realtà. Non ho molto altro, quindi lascia stare i miei pensieri dove sono. Sono l'unica cosa che è davvero libera di me.»
«Tu e i tuoi libri.» Saverio sbuffò, «Sei sempre a fare il poeta.»
«Sai che Christian ha preso un libro di poesie di Shakespeare, l'altro giorno? Gli ho recitato un pezzo di una poesia e si è convinto a comprarlo.»
«La poesia era d'amore?»
«Beh, è Shakespeare.»
«Chissà come si sarà convinto, eh Mattia?»
«Oh, smettila. Semplicemente gli piacevano le poesie.»
«Mh, mh. E anche quella tua boccuccia rossa che gliele recitava con quell'aria innamorata persa. Ma per piacere...»
«Sì, okay, pensa quello che vuoi. Ora devo tornare a lezione.»
«Ma non mancano ancora cinque minuti?»
«No, devo andare, ciao.» Mattia attaccò la chiamata con un sorrisetto, senza lasciare a suo fratello il tempo di rispondergli. Si mise il telefono in tasca e prese a guardarsi intorno, appoggiando il peso sulle mani, dietro di sé.
«Matti!» Una voce lo riscosse e il ragazzo puntò lo sguardo fino ai cancelli chiusi dell'università.
«Christian?» Sussurrò tra sé e sé stranito, alzandosi in piedi e avvicinandoglisi, «Che ci fai qui?»Domandò, stringendo le sbarre tra le mani.
Christian fece lo stesso, dall'altra parte del cancello, posandole solo di pochi millimetri sopra a quelle di Mattia. Non sapeva come mai si stavano vedendo così spesso, quella settimana. Non era mai successo.
«Passavo di qui. Sei in pausa?»
«Sì, ho due ore di lezione tra pochi minuti. Poi torno a casa.» Rispose, alzando le spalle.
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Glimpse of Us|| Zenzonelli
Fanfiction'Cause sometimes I look in his eyes And that's where I find a glimpse of us And I try to fall for her touch But I'm thinking of the way it was Said I'm fine and said I moved on I'm only here passing time in her arms Hoping I'll find A glimpse of us'...