Real sweet, but I wish you were sober (1/2)

1.1K 68 34
                                    

[Soft&Romance]


«Ora vado, ora vado. Ti lascio sul comodino un bicchiere d'acqua e un'aspirina per domani mattina.»
«Ti voglio benissimissimo.» Bofonchiò Christian, scuotendo la mano per salutarlo, «Quando sei così gentile mi viene voglia di baciarti più del solito.»
Mattia arrestò il suo cammino, fermandosi davanti alla porta aperta della stanza del suo amico. Ingoiò il groppo che gli si era formato in gola, inspirando ed espirando una volta per calmare il battito del suo cuore, e guardò di sfuggita il corpo steso di Christian, prima di mormorare: «Molto dolce, ma vorrei che fossi sobrio...»

———

Mattia fa l'università e ha una passione per la musica e la poesia, un lavoro in una libreria e un gruppo di amici con cui sta più per abitudine, che per una questione di affetto. Tra questi amici c'è Christian, per cui ha una cotta da poco di più di due mesi e che, una notte, da ubriaco, dopo essere stato riportato a casa da Mattia, gli confessa di volerlo baciare. La settimana di Mattia, neanche a dirlo, diventa piuttosto complicata, dopo questa ammissione. Però, come si dice, in vino veritas, no?






Il peso del corpo di Christian premuto su di lui stava facendo venire un esaurimento nervoso a Mattia.

D'accordo, erano amici da diversi anni e non era nemmeno la prima volta che uno dei due si trovava ad accompagnare l'altro a casa perché era ubriaco ma, stavolta, la festa a cui erano stati era seguita ad una settimana di esami particolarmente complicati, e Mattia era stanchissimo.

Ovviamente, però, non poteva abbandonare un Christian ubriaco davanti all'entrata di un bar nel centro della città.

Ora, quindi, i due si trovavano davanti alla porta del palazzo in cui abitava Christian, e Mattia gli stava infilando le mani in tutte le tasche che riusciva a vedere per trovare le chiavi. Christian, intanto, sembrava essere in grado solo di sbadigliare e stropicciarsi gli occhi, mentre tentava di stare aggrappato alle braccia del più piccolo, per non perdere l'equilibrio.

«Ma dove cazzo hai messo le chiavi, Chri?» Piagnucolò Mattia, che ormai stava considerando l'idea di sedersi per terra e arrendersi a un pianto nervoso.

«Boh.» Mormorò Christian, tastandosi lentamente la giacca e, dopo diversi secondi, esclamando: «Ah!»

«Io giuro che prima o poi ti ammazzo.» Borbottò Mattia, strappando dalle mani del maggiore il cordino blu con attaccate le chiavi che aveva avuto, per tutto quel tempo, attorno al collo.

Poi, gli circondò di nuovo il bacino con un braccio, aprendo la porta del palazzo e richiudendola dietro di sé. Facendo pochi passi, premette il pulsante dell'ascensore e si appoggiò al muro di fianco ad esso, lasciando che Christian gli si accoccolasse addosso, con la fronte appoggiata contro la sua spalla.

In attesa che l'ascensore arrivasse al loro piano, prese anche ad accarezzargli il braccio con dita leggere, infilando la mano al di sotto della stoffa della felpa che il più grande stava indossando, per toccare la sua pelle piacevolmente tiepida.

Un familiare scampanellio alla loro sinistra li riscosse e Mattia, sospirando, si rimise il braccio di Chri attorno alle spalle, guidandolo all'interno della cabina e schiacciando il tasto del piano otto. Mentre salivano lentamente, Christian si sedette per terra, puntando il volto verso l'alto e chiudendo gli occhi, probabilmente cercando di trattenere il senso di nausea che stava arrivando dopo la sua sbronza.

Glimpse of Us|| ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora