Capitolo 5

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Christian fu attento a non guardare sul sedile posteriore. Tenendo gli occhi davanti, lui fu sorpreso del silenzio. Fermandosi allo Shopping Rite Mart, entrò velocemente e afferrò generi di drogheria essenziali più alcuni extra, inclusa più garza, antisettico e fasciature. Il mucchio sul pavimento dietro era ancora lì, così lui sperò che fosse Mattia e non solo una coperta ammucchiata. Non poteva correre il rischio di guardare. Scaricando gli acquisti nel bagagliaio, si diresse verso casa.

Una volta lì lo lasciò nel retro mentre scaricava la spesa. Percorrendo il suo viale, tirò vicino il cancello e lo chiuse col lucchetto. Il modo migliore di liberarsi di ospiti non graditi. Di solito chiudeva a chiave il cancello solo quando era via per un incarico, ma questa volta voleva un po' di preavviso dei visitatori.

Aprendo lo sportello dietro, guardò in basso. Lui era raggomitolato in modo impossibile in un piccolo fagotto, addormentato. Prendendogli il braccio, corrugò la fronte davanti ai resti della puntura di un ago. Bastardi! L'avevano drogato. Nessuna meraviglia che non si fosse mosso. Togliendolo gentilmente dalla macchina, lo portò dentro. Si sarebbe preoccupato più tardi di cosa fare con lui. Portandolo nella sua casa e su per alcuni gradini, entrò nella sua camera da letto. Fece una smorfia: il suo letto era ancora disfatto, i vestiti erano ovunque, e sapeva che le lenzuola non erano pulite. Guardando giù verso il ragazzo, alzò le spalle. Bene, nemmeno lui lo era.

Posandolo gentilmente sul letto, si precipitò giù e mise a posto il cibo. Radunando le scorte mediche, tornò di sopra, tirò fuori una bacinella e la riempì con acqua calda. Versando un'intera bottiglia di alcool nell'acqua, lentamente tolse le bende alle mani del ragazzo. Merda! Sembravano in pessime condizioni. Lavandole con l'acqua e con l'alcool, non fu sorpreso che lui non si fosse svegliato. Gli avevano dato qualcosa di forte. Bastardi. Era stato ovviamente colpito in modo violento. Esaminando i suoi occhi, notò quanto erano piccole le sue pupille. Senza preoccuparsi di svegliarlo o di fargli male con l'antisettico, tornò a pulirle i piedi e le mani, e infine il viso. Il ragazzo si sarebbe svegliato con un mal di testa infernale. Christian imprecò. Lui non aveva davvero molto in quanto ad analgesici o anche droghe nella sua casa.

Parlandogli mentre lavorava "Non pensare che questo significa che mi piaci. O che ti lascerò restare. Tu sei troppo una seccatura. Un rischio. Non ho bisogno di qualche Federale psicotico che mi guarda in quel modo così da vicino." Christian gli tolse gentilmente i capelli dal viso e lavò ancora il taglio sulla sua testa. "Io non sono emotivo. Non lo sono per nessuna cosa. Per nessuno. Non posso. Io sono solo, e questo è il modo in cui è sempre stato, il modo in cui deve essere."

Lo coprì e spense la luce. Andò di sotto e cercò di pensare a cosa dovesse dargli da mangiare più tardi. Christian stava pulendo le carote per una zuppa di pollo fatta in casa, quando realizzò di aver deciso che il ragazzo poteva restare.

Il telefono squillò.

"Si."

"Christian, sono Alex." Christian chiuse gli occhi e sospirò. Se lo doveva immaginare. Serena.

Lei aveva fatto questo.

"Non ho tempo di parlare, Alex." Christian si mosse per riagganciare il telefono, ma la voce di Alex lo fermò.

"Sono al cancello. Perciò, o mi fai entrare tu, o lo farò da solo." Fottiti!

Maledetto il giorno in cui si era lasciato convincere a dargli una chiave di riserva. Per le emergenze, gli aveva detto.

Christian si guardò intorno. Camminando con il cellulare, rimosse velocemente tutte le tracce di Mattia. "Fai ogni cosa che diavolo vuoi! Lo fai sempre."

Alex imprecò rivolto al suo telefono quando il click giunse a dimostrare che Christian aveva riagganciato. Taciturno, sciocco bastardo! Alex aprì velocemente il cancello e lasciò la sua macchina fuori. Percorrendo il viale d'accesso, ammirò ancora una volta il silenzio e lo spazio che Christian aveva creato per sé stesso. Tra loro tre, Christian era quello sistemato meglio dal punto di vista finanziario. Il suo scrivere stava procedendo bene, e gli lasciava il tempo di lavorare sui progetti a casa, di viaggiare, e fondamentalmente di chiudere fuori il mondo.

Fuori dall'oscurità |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora