Capitolo 9

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Il mattino seguente Mattia non si era ancora alzato. La sua pelle era ancora troppo calda. Avevano ripetuto lo stesso rituale nel bagno dell'altra mattina, e lui l'aveva sistemato sul divano a guardare i cartoni del sabato mattina. Niente risate. Lui era accigliato sulla soglia.

Matia si era di nuovo addormentato.

"Mattia."

Non gli piaceva il modo in cui i suoi occhi erano distanti e distratti. Aveva di nuovo la febbre. Cazzo. Andò di sopra per dell'altro Tylenol e dell'acqua. Erano già le 9.30, e lui sarebbe stato in ritardo per quella maledetta prova per lo smoking.

"Mattia. Bevi." Lui lo guardò bere l'acqua, e poi inghiottì le pastiglie.

"Pensavo che dovessi andare da qualche parte oggi."

"Ci metterò circa trenta minuti. Non mi piace proprio lasciarti solo."

"Sto bene qui. Guarderò la TV e dormirò. Ti prometto di non rispondere alla porta."

Christian imprecò fra sé e sé. Aveva bisogno di un secondo telefono cellulare. Lui non sarebbe stato in grado di tenerlo in mano comunque. Doveva trovargli delle pillole antidolorifiche, fare un po' di spesa, e fare quella dannata cosa dello smoking prima che il suo spazio venisse invaso da idioti ben intenzionati che non ne sapevano abbastanza da lasciarlo solo stare.

"Non c'è niente che ti possa portare?"

Mattia scosse solo la testa ed era di nuovo addormentato prima che lui se ne andasse.

***

Che noia adesso. Christian ringhiò al sarto appena un altro spillo venne spinto nella sua carne. Sadico bastardo. Alex guardava dalla porta con un sorriso sulla faccia. L'atteggiamento svogliato di Christian stava rendendo nervoso il pover'uomo, e più l'uomo diventava nervoso, più spilli finivano nel corpo di Christian.

"Christian."

"Se dici qualsiasi cosa, e intendo qualsiasi cosa, me ne vado."

"Non stavo per dire niente."

"Quello è qualcosa. Sono fuori di qui."

Alex rise e fermò suo fratello. "Stai bene con uno smoking. Chi l'avrebbe pensato."

"Alexander..." Christian ammonì.

"Penso che sembri molto bello. Faresti meglio a stare in guardia, Alex. Cosmary potrebbe riprendere in considerazione chi vuole sposare." Christian alzò lo sguardo orripilato al suono della voce della signora Galeo. Dannazione. Una trappola. Doveva esserlo.

"Mamma, quello è perché non mi hai ancora visto nel mio smoking."

"Allora ti suggerisco di mettertelo, così possono cominciare a lavorarci." Alex annuì e guardò sua madre e Christian con un'espressione preoccupata, ma aveva poche scelte oltre a quella di andarsene. Rivolgendo a Christian uno sguardo severo perché non fosse sgarbato con sua madre, si affrettò fuori, così che potesse tornare velocemente.

La signora Galeo fece correre la mano giù per la spalla di Christian controllando la taglia del vestito. Non era difficile notare l'irrigidimento delle sue spalle e della sua schiena quando le mani di lei lo toccarono. Non gli piaceva essere toccato. Lei si accigliò alla schiena di lui. Stava finalmente comprendendo quello, e comprendendo altre cose che avrebbero dovuto avere senso tanti anni fa. Il dormire sul pavimento, il mangiare come se fosse il suo unico pasto, il modo in cui la sua faccia si chiudeva e poi diventava vuota, e il modo in cui lui parlava solo con semplici sì e no.

"Grazie per essere venuto, Christian. Significa tutto per Alex."

"Lo so." Christian guardò in su verso la porta disperato perché Alex tornasse.

Fuori dall'oscurità |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora