Capitolo 16

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Mattia seguì Christian di sopra in una suite nell'hotel. Ci volle solo qualche momento a Christian per trovare la sua registrazione. Quella e una grossa distrazione. Una volta l'attenzione di tutti era distratta dall'improvvisa rottura a terra di un vaso di fiori nell'atrio, che aveva casualmente urtato facendo il loro ingresso.

Mattia era nella terza riga. La data risaliva a due giorni prima il suo incidente, lo scorso lunedì.

Mattia si guardò intorno e si accigliò verso Christian "Come faremo ad entrare nella stanza? Hai preso una chiave?"

"No. Chiavi elettroniche. Non sapevo come farne una." Christian si guardò intorno. "Ma posso fare scattare la serratura se puoi fare la guardia."

"Fatto." Raggiunsero la porta di quella che supponevano fosse la stanza di Mattia.

Mattia rivolse la schiena a Christian e diede un'occhiata all'ascensore giù nella hall. "Ok, tutto a posto. Fai quella tua cosa magica, ma sii veloce."

"Stai solo zitto e controlla la hall." Christian disse in un sussurro acido roteando gli occhi. Non era una cosa dannatamente magica. Lui doveva fare attenzione o avrebbe rotto la serratura. Concentrazione...

"Sei ancora dentro?"

"Acqua in bocca. Sto lavorando qui."

Mattia saltellò sui suoi piedi nudi guardando su e giù per il corridoio. Mettendo la mano sulla schiena di Christian, si appoggiò un po' su di lui. Christian chiuse gli occhi e si concentrò sul meccanismo della serratura. Mattia si voltò bruscamente quando sentì un rumore secco distinto, e la porta era aperta.

"Appena in tempo. Hai bisogno di raffinare le tue abilità qualche volta."

Christian fece solo una faccia. "Sì giusto. Come se facessi questo per vivere."

Mattia lo ignorò e cominciò a cercare per le stanze. Il salotto era relativamente in ordine, ma la camera da letto aveva tre grosse borse e una borsa di abiti. Nel bagno c'era una piccola borsa da toeletta, con shampoo e creme lasciati fuori.

Appoggiati contro un muro c'erano dei rifornimenti artistici, dei contenitori speciali che contenevano colori e pennelli. Mattia fece correre le mani sui di loro come se fossero i suoi bambini, uova non schiuse che avevano bisogno di cure. Si raddrizzò velocemente e li mise sul letto.

Christian ispezionò i bagagli. Non molti. Alcune carte. Prenotazioni per un soggiorno in Colorado. Contanti. Un dannato buon rifornimento di denaro contante pronto. Lui osservò l'altro ragazzo, occupato a mormorare con sé stesso con meraviglia sui rifornimenti artistici. Qualcuno l'aveva veramente lasciato fuori da sola senza protezione? Fottutamente incredibile.

Lui era un incidente in attesa di succedere.

"Non riesco a trovare niente, ma qui c'è una rubrica di indirizzi e qualcosa che sembra un'agenda."

Mattia lo raggiunse, stringendosi i colori al corpo. "Qualsiasi numero là dentro per questa zona? Per...um, che città è questa di nuovo?"

"Las Cruces, New Mexico."

Mattia sbuffò soltanto, e lesse silenziosamente da sopra la spalla di lui. Niente. Nessun numero di Las Cruces, o nemmeno uno dello stato del New Mexico.

"Devo essere venuto qui per una ragione."

Mattia fece un piccolo balzo sul letto e poi lo spinse indietro su di esso, dimenticando improvvisamente i suoi preziosi rifornimenti artistici. Chinandosi su Christian, lo baciò, facendo correre le mani sotto la sua maglia.

"Bel letto. Vuoi provarlo?"

Christian considerò effettivamente il suggerimento, ma esitò. Dovevano immaginarselo. Immaginare dov'era la roba di Mattia, quindi era solo questione di tempo che i poliziotti incredibilmente incapaci o i federali finalmente arrivassero lì.

Fuori dall'oscurità |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora