Capitolo 14

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Serena premette il campanello. Poteva sentirlo suonare, e sapeva che lui era in casa. La sua auto era in garage, e così la moto. Aveva tre minuti per rispondere alla dannata porta, o lei avrebbe fatto il diavolo a quattro.

Christian corse alla porta e l'aprì velocemente. Ringhiando, cacciò indietro la sua risposta secca quando vide che era Serena. Lui teneva un cesto di bucato in mano. Mattia lo aveva trattenuto di sotto quando stava per andare di sopra. Christian lanciò discretamente uno sguardo di sopra sperando che il campanello non avesse svegliato Mattia. Si era fatto una doccia e si era messo giù per fare un pisolino sul suo letto mentre lui faceva un po' più di bucato.

Mattia era sulle scale, a metà strada verso il basso, ma ancora nascosto. Christian osservò come lui fece lentamente il suo percorso di ritorno su per le scale, non visto da Serena.

Christian decise di fare abbastanza rumore per nascondere qualsiasi suono che avrebbe potuto provenire da di sopra.

"Cosa ci fai qui, Serena? Non dovresti essere al lavoro?"

"Sono in pausa pranzo." Serena si mosse velocemente e con disinvoltura verso di lui quando lui non la invitò dentro. "Sono venuta per le foto."

"Quali foto?"

Serena lo guardò sospettosa. Qualcosa non andava. Lui era anche più irraggiungibile e distratto del solito. Nella sua normale forma lui era solo causticamente brusco e seccato, ma oggi sembrava veramente come se la sua mente fosse altrove.

"Le foto per Alex. Ricordi? Hai promesso di darmi qualche vecchia foto di noi, di te e lui quando eravamo più giovani per un regalo di nozze speciale. Serena incrociò le braccia con rabbia. "Non cercare nemmeno di uscirne fuori, Christian. O lo giuro, io..."

"Chiudi il becco, Serena. Le ho prese." Christian gettò il bucato su una sedia vicino alla porta. "Il motivo per cui hai avuto bisogno di fare un viaggio apposta per esse è al di fuori della mia comprensione. Le avrei portate in città."

"Nessun problema. E le volevo presto piuttosto che tardi."

Christian la guardò minaccioso. "Comunque sia, vado a prenderle." Lui guardò sua sorella e le puntò un dito contro. "Resta proprio là. Non ti muovere. E non..."

"Toccare nessuna delle tue cose. Sì, lo so. Adesso vai soltanto!"

Serena guardò in giro per la stanza. Poteva solo vedere dai pochi passi giù dall'ingresso dirigendosi verso il soggiorno, e c'era un buon odore che proveniva dalla cucina. Lui stava cucinando. Ma prima che lei potesse andare a ficcare il naso in cucina, i suoi occhi notarono il bucato di Christian. Qualcosa di colorato catturò il suo occhio. Christian tendeva a vestirsi di nero, nero, e oh sì...nero. Allungandosi in basso sul cesto, lei notò dei boxer verde ghiaccio.

Forse non erano suoi, ma appartenevano a qualcun altro. Lui aveva detto che era coinvolto, ma poi lo aveva nascosto. Quel dannato imbroglione! Dopo che lei aveva proprio organizzato un appuntamento per Jennifer con lui, e aveva sprecato la sua intera pausa pranzo per venire qui per lavorare su di lui. Lui aveva qualcuno nella sua vita, qualcuno che non si era preoccupato di far conoscere a lei o ad Alex. Il cuore di Serena soffrì. Qualcuno a cui lui poteva permettere di entrare un po' nella sua vita, e...

Serena si fermò improvvisamente appena raggiunse il soggiorno. Sul pavimento piastrellato vicino alle finestre c'era un cavalletto da pittore. Ignorando le istruzioni di lui di non muoversi, entrò nella stanza, i suoi occhi non lasciarono mai il dipinto. Era...oh Dio! La mano le andò alla bocca.

L'oscurità respirava! E la sensazione di disperazione opprimente la colpirono duramente nello stomaco come un coltello affilato che taglia le ossa. Il dipinto era ancora umido.

Fuori dall'oscurità |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora