Capitolo 5

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Angelina

Solitamente, in situazioni di crisi, non mi lasciavo prendere dal panico e dal terrore del fallimento. Ma mentre guardavo Wax alzarsi dalla poltroncina, dopo aver rifiutato categoricamente la mia proposta, e accingersi ad uscire, la paura di aver perso per sempre ogni speranza cominciò a farsi largo dentro di me. Sentivo che di lì a poco sarei sprofondata in un pianto isterico, ma in qualche modo ero riuscita a farmi forza e a pronunciare un serie di parole a raffica, senza nemmeno pensare a cosa stavo davvero dicendo, ad un ragazzo di cui non sapevo nulla ma la cui risposta avrebbe davvero modificato lo stato delle cose. Tutto dipendeva sfortunatamente da lui, e per quanto io provassi a mostrargli il ruolo di capo autoritario, avevo bisogno di sapere che Wax capisse quanto fosse importante tutto ciò per me. Quando poi avevo ricevuto da lui un lungo e doloroso silenzio, avevo capito che non c'era più nulla di fare e che, per quanto non volessi, dovevo arrendermi all'idea di aver fallito. Avevo raccolto le mie cose e lo avevo congedato, e nel momento in cui la mia mente stava cominciando ad immergersi in una massa di pensieri negativi, le sue parole mi avevano risollevato.

Non mi importava se poi avesse voluto lasciare la musica e l'etichetta –seppure mi sarebbe dispiaciuto perdere un talento come lui, mi bastava sapere di avere una speranza.

"Affare fatto?"

Mi accorsi di essere rimasta a fissarlo, ferma come un ebete, come se avessi voluto far credere a me stessa che era tutto vero. Mi mantenni dal rendermi imbarazzante e darmi un pizzicotto da sola sulle braccia, come una stupida.

Mi ricomposi e dissi: "Affare fatto."

Wax, a differenza mia, non accennò a nessun sorriso cortese né tantomeno ad una espressione di gioia. Fece un piccolo cenno di assenso con la testa, come a voler sigillare quel patto non scritto, poi si rimise gli occhiali e prima di uscire disse:

"E comunque, tanto per essere chiari, non ho mai portato la droga nelle scarpe." Lo guardai chiudersi la porta alle sue spalle e una volta rimasta sola, gli rivolsi una smorfia per beffarlo. Quell'arrogante.

Poi mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo e di soddisfazione unito a dei piccoli saltelli di gioia. Sentivo di avere finalmente le cose sotto controllo, che tutto stava andando verso la direzione giusta e che avrebbe continuato su questa strada.

Una volta tornata a casa, mi concessi il lusso di un pranzo abbondate –anche se ormai si era fatta quasi ora di cena, anche perché dopo la nostra conversazione, avevo sentito i miei nervi finalmente rilassarsi e lasciare spazio ad una fame da lupi. Mi sentivo ottimista come non mai e, dopo aver sparecchiato tutto ed aver cacciato dal congelato una vaschetta piena di gelato alla nocciole, decisi di chiamare Federica per stabilire insieme un dettagliato piano da attuare. Wax non si sarebbe lasciato manovrare tanto facilmente e le probabilità che tutt'a un tratto potesse venir meno alle nostre condizioni, era molto alte.

"Non riesco a credere che tu ci sia riuscita." Esclamò Federica in videochiamata, mentre si aggiustava con una piastra la disordinata frangetta nera. "Quello zuccone scorbutico non ha mai voluto darmi retta, è un miracolo che si sia convinto."

"Onestamente sono rimasta colpita anche io, ma ora la cosa più importante è fare in modo che non cambi idea." Risposi, mentre appoggiavo il contenitore del gelato mezzo vuoto accanto a me.

"Che hai in mente?" Mi chiese lei, portando la sua attenzione a me.

"Convocheremo una conferenza stampa durante la quale annunceremo il suo ritorno, ma prima ho bisogno che tu ricontatti Giovanni, sarà lui il co-produttore del nuovo album." Appena pronunciai quel nome, la mia amica sgranò gli occhi. Potevo anche notare le sue guance diventare rosse per un istante.

THE STAR-(LOVE) SYSTEM - Waxelina AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora