WaxA svegliarmi fu il leggero rumore della porta di casa mia che si chiudeva, seguito da uno strano silenzio che in qualche modo mi parve inquietante. Aprì gli occhi lentamente e non ebbi nemmeno il coraggio di chiedermi cosa fosse successo la notte scorsa. Ero stato lucido abbastanza da ricordare come era andata, e non sapevo se ciò mi rendeva disgustato o estremamente deluso da me stesso. Mi portai le mani agli occhi, strofinandoli per bene, giusto per essere sicuro che tutta quella situazione fosse reale e non un brutto sogno. Mi alzai dal divano, sul quale ero rimasto solo e completamente nudo, e mi diressi subito sotto la doccia: quello che era successo con Valeria era stato piacevole, dovevo ammetterlo. Lo avevo voluto e mi era piaciuto. Inoltre, quell'incontro carnale aveva contribuito in qualche modo a deviare i miei pensieri negativi risvegliati da qualcosa che non avrei voluto vedere. Nonostante ciò, mi sentivo sporco. Avevo la sensazione di non essere stato al cento per cento padrone della mia mente, e di aver approfittato in modo perverso di quella ragazza solo per compiacere i miei demoni. E questo pensiero mi bruciava dentro in un modo doloroso, come se avesse spazzato via tutti i buoni propositi che avevano cominciato a farsi spazio in me. Rimasi sotto l'acqua bollente per quasi più di mezz'ora, continuando a strofinarmi il corpo con il sapone, come se in qualche modo potesse aiutarmi a lavare via quella viscida sensazione che provavo nei miei confronti. Una volta uscito, con solo un asciugamano a coprirmi, recuperai il telefono che avevo lasciato per terra durante tutta la notte e solo quando lo sbloccai mi resi conto che, oltre ad essere un grande stronzo, ero anche un emerito coglione.
Trovai più di trenta chiamate perse: alcune provenivano da Krizia e avevano annessi alcuni messaggi alla segreteria telefonica.
"Buongiorno Signorino Wax, io sono fuori casa sua, ho provato a bussare ma pare che non ci sia nessuno. Si ricorda che oggi c'è la conferenza?3 Mi richiami appena può."
"Signorino Wax, sono ancora io. Senta, io ho riprovato quasi quaranta volte ma devo dedurre che non ci sia in casa. Si ricordi almeno di avvisare la Signorina Mango."
Mi portai una mano sul viso: come avevo fatto a non svegliarmi? O per lo meno, a non ricordami di andare a quella dannata conferenza?
Di seguito alle chiamate della mia autista, c'erano altre venti telefonate che provenivano sia da Federica che da Angelina. A leggere il nome di quest'ultima mi si contorse lo stomaco. Provai un senso di colpa così forte che dovetti mantenermi con le due mani sul bordo del lavandino. Cazzo.
Ascoltai il terzo messaggio dalla segreteria e quasi non ebbi un colpo quando la voce stridula di Federica riempì il silenzio:
"Tu brutto figlio di puttana, me la pagherai. Farai meglio a presentarti qui e alla svelta prima che venga sotto casa tua e le dia fuoco brutalmente."
In quel momento non sapevo se avessi dovuto ridere oppure gettare il cellulare fuori dalla finestra. Ma cosa cazzo mi era preso? Avevo mandato tutto a puttane, di nuovo. Angelina non aveva lasciato alcun messaggio e ciò mi consolò: non avrei potuto sopportare qualche parola di troppo anche da lei. O forse avevo solo paura di sapere cosa avrebbe pensato lei.
Cosa potrebbe mai pensare, Wax? Che sei un fottuto idiota.
Mi vestì rapidamente, recuperando dei pantaloni neri e una camicia di seta che avevamo acquistato io e lei alla boutique di Diana, e uscì di corsa da casa mia con i capelli ancora mezzi bagnati. Mandai un messaggio di scuse a Krizia per non aver risposto ai suoi messaggi di quella mattina, ma non me le chiesi di passare di nuovo a prendermi. Avevo una certa fretta e aspettare che tornasse indietro implicava una perdita di minuti che non potevo concedermi in quel momento. Controllai il cellulare e mi convinsi che se avessi corso velocemente sarei potuto arrivare per lo meno, prima dell'apertura del buffet. Meglio tardi che mai.
STAI LEGGENDO
THE STAR-(LOVE) SYSTEM - Waxelina AU
RomanceDa quando suo padre è venuto a mancare, la vita di Angela Mango è cambiata improvvisamente: a ventisette anni, e senza nessun preavviso, si è ritrovata costretta abbandonare il suo sogno di studiare canto e buttarsi a capofitto nella gestione della...