Capitolo 8

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Wax

Nel giro di tre giorni, e con mia inaspettata sorpresa, ero riuscito a terminare la mia prima canzone. Non sapevo bene cosa avessi tirato fuori dalla mia mente, ma la reazione di Piccolo G al risultato fu totalmente positiva, seppure volle modificare qualche parola per far sì che il tutto suonasse bene. Il testo girava intorno ad un unico nucleo: sentirsi moralmente incorretto, un antieroe. Ed era proprio questo il titolo che avevo scelto di dargli. La gente stava solo aspettando un nuovo biglietto da visita da parte di Wax, ed era pronto: dopo tre anni, non ero più il ragazzino che parlava d'amore e stronzate varie. Ora c'era la parte più inquietante ed intima di me in quei testi e non sapevo bene se questa cosa mi spaventasse oppure no. Nonostante il mio capo pensasse di ricucirmi addosso il ruolo del cattivo ragazzo riscattato, non avevo intenzione di mostrare qualcosa di falso. Per lo meno non completamente. Volevo cercare qualcosa che potesse vivere nel mezzo, ma ciò che era importante per me era far sapere a tutti che c'ero ancora io, in qualche modo.

Il problema era che Angelina non parve molto entusiasta del pezzo. O meglio del testo.

"Nina, è perfetto e si sposa bene con la base, cosa c'è che non ti convince?" Chiese esasperato, e per l'ennesima volta il mio produttore ad Angelina, che era seduta alla sua scrivania a leggere e rileggere parola per parola il testo.

"Non è quello che avevamo pianificato, Giò. Volevo un bravo ragazzo, non uno tormentato" Poi guardò Federica, seduta accanto a Piccolo G, e disse: "Tu sei d'accordo?"

Lei alzò le spalle in risposta: "Secondo me è ottimo. Capisco che non rientri esattamente nei piani iniziali, ma potrebbe funzionare."

Angelina sbuffò, strofinandosi gli occhi con entrambe le mani e per un attimo calò il silenzio: eravamo tutti in attesa di una sua risposta. Dal canto mio, poco mi interessava cosa aveva da dire o da pensare. Se non avesse accettato, sarei felicemente tornato alla mia vita lontana da un mondo in cui mi sentivo ormai fuori posto. Se invece avesse deciso di tenerla e pubblicarla, avrei saputo di aver mostrato nel modo migliore una parte di me. Ormai non avevo più nulla da perdere.

"È tutto quello che hai?" Mi chiese, già consapevole della mia risposta.

Io, che nel frattempo ero rimasto in silenzio seduto a gambe aperte sulla poltrona, risposi: "Prendere o lasciare, capo."

Lei alzò un sopracciglio, segno che sarebbe scoppiata in urlo furioso, se non fosse stata fermata subito da Federica.

"Pensaci: alla gente piace di più un bravo –e finto ragazzo, o un qualcuno tormentato da un conflitto interiore, che lo rende dannatamente umano?" Fu molto strano sentirla pronunciare parole in mio favore, evidentemente anche lei ci teneva parecchio a non mandare tutto all'aria.

Appoggiai la testa sul palmo della mano destra con fare annoiato. La verità è che ero parecchio stanco e avrei solo voluto dormire per più di dieci ore, anziché stare lì a fare una questione di stato per una canzone.

"Diamogli una possibilità." Si intromise Piccolo G.

Angelina passò lo sguardo da lui alla sua amica per più di due volta, indecisa ancora sul da farsi. Quella sua ansia constante mi fece venire il mal di testa.

Alla fine, parve convincersi seppure ancora incerta: "E va bene, proviamoci. Ma se non dovesse funzionare, non voglio responsabilità."

"Ti stai fasciando la testa prima di romperla?" Chiesi ironicamente, abbastanza stufo dei suoi continui perfezionismi.

"Si chiama prevenzione, non mi aspetto certo che tu capisca." Rispose a tono, alzandosi e avvicinandosi a noi, altezzosamente.

"Io la definirei ansia da prestazione."

THE STAR-(LOVE) SYSTEM - Waxelina AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora