I PRIMI ANNI. IL LUNGO INVERNO IV

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Purtroppo però gioia e tranquillità non erano destinate a durare, in quanto all'orizzonte si profilava una minaccia molto più grave di un inverno più rigido del solito. Nel terzo giorno del 133 DC arrivò infatti ad Approdo del Re una terribile malattia che divenne poi nota con il nome di Febbre dell'Inverno.

Non si sa se sia nata o no nelle foreste di Ib e una baleniera l'abbia portata a Westeros, come credevano gli abitanti di Sisterton (dove il contagio si era diffuso l'anno precedente sterminando metà della popolazione), fatto sicuro però fu che si stava muovendo da porto a porto.

Gli uomini sopravvissuti delle Tre Sorelle erano insorti, massacrando i marinai ibbenesi e dando fuoco alle loro navi, ma la malattia aveva superato il Morso ed era dilagata nel continente occidentale, sterminando migliaia di persone. Sia le preghiere dei septon che i rimedi dei maestri si rivelarono inefficaci.

Le prime città colpite furono infatti Porto Bianco, Città del Gabbiano, Maidenpool e Duskendale, una dopo l'altra, con notizie riguardo un contagio dilagante anche a Braavos.

Il primo sintomo era il volto paonazzo, facilmente confondibile con il rossore conseguente a una giornata passata al freddo, ma seguito da febbre, prima leggera che però poi si alzava sempre di più. I salassi non aiutavano, così come l'aglio o altre pozioni, preparati o tinture che vennero provate; anche se immergere il malato in una vasca ricolma di ghiaccio sembrava avere l'effetto di rallentare la febbre, ma non la fermava, come scoprirono i maestri che ebbero a che fare con la malattia.

Il secondo giorno la vittima avrebbe iniziato a tremare violentemente e a lamentarsi di avere freddo, nonostante al tatto scottasse, e il giorno dopo sarebbero sopraggiunti deliri e sudori sanguinanti. Al quarto giorno l'uomo sarebbe stato morto... o sulla via della guarigione, se la febbre fosse passata. Solo un malato su quattro si riprendeva e correva voce che, dai tempi in cui il Brivido aveva colpito Westeros durante il regno di re Jaehaerys I, nessuna malattia di tale portata avesse così devastato i Sette Regni.

I primi sintomi della fatale febbre furono visti sulle rive delle Acque Nere, sui volti di marinai, barcaioli, pescivendoli, portuali, stivatori e puttane di molo che praticavano le loro professioni vicino al fiume. Prima però che la maggior parte di loro si fosse accorta di essere ammalata, aveva già contagiato ricchi e poveri in ogni parte della città. Quando la voce arrivò fino a corte la regina inviò gran maestro Orwyle a esaminare gli afflitti, per accertarsi che fosse davvero Febbre dell'Inverno e non qualche altra malattia.

Sfidando la sorte, e secondo i membri del Credo i Sette, il gran maestro tornò alla Fortezza Rossa e testimoniò sulla gravità della situazione davanti al concilio ristretto. La regina ascoltò con orrore ciò che Orwyle diceva riguardo allo stato precario di Approdo del Re, e non appena l'uomo finì il suo discorso diede l'ordine di chiudere le porte della città e i cancelli della Fortezza Rossa così da mettere la capitale in quarantena, assicurandosi che nessuno entrasse o uscisse finché la malattia non avesse esaurito il suo decorso. Inoltre comandò che i membri del concilio, della famiglia reale e della corte si chiudessero nei propri appartamenti, soprattutto se avevano avuto contatti con persone malate o sospette, pena le celle nere o la morte in caso di recidiva.

La Febbre dell'Inverno non ebbe però rispetto per ordini, guardie, cancelli e mura, e decine di migliaia di persone si ammalarono nei giorni seguenti, sebbene il malanno paresse essersi un poco smorzato scendendo a sud. Il gran maestro fu fortunato in quanto, nonostante avesse contratto la malattia, aveva fatto parte del quarto che ne era guarito. Purtroppo invece lord Lyman Beesbury, l'anziano maestro del conio che aveva servito sotto il Vecchio Re, non lo era stato altrettanto, ottenendo il dubbio onore di essere la prima vittima documentata della Febbre dell'Inverno di Approdo del Re.

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