IL REGNO DI RHAENYRA. LA PRIMAVERA DORNIANA III

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La regina era tranquilla, un altro passo falso era stato prevenuto e una situazione di pericolo contenuta. Tutto sarebbe andato bene, e si sperava ancora per molto. (Ci furono però voci circolanti che la principessa Rhaenys avrebbe considerato di dimettersi e che Rhaenyra Targaryen, pur accettando la sua scelta, l'avrebbe pregata di riconsiderare le sue intenzioni. A quanto pare a quel punto sarebbe intervenuto lord Corlys, invitando la moglie a riflettere lontana dalla corte, e il tutto sarebbe stato abbandonato, ma non ci sono prove).

Conclusa la faccenda, il resto dell'anno giunse al termine con la stessa gioia con cui era cominciato. La regina celebrò infatti la sua prima decade sul Trono di Spade con due lunghe settimane di festeggiamenti, le quali compresero un magnifico torneo, grandi banchetti e lunghi balli. E se anche l'assenza della principessa Rhaenys si fece notare, la cosa venne del tutto offuscata quando il principe Aegon e la principessa Visenya annunciarono di aspettare il loro primo figlio.

La serata venne quindi coronata da un tripudio di brindisi e le più sentite congratulazioni, a cui si aggiunsero le lacrime di gioia della regina Rhaenyra, la quale dichiarò che «non avrei potuto ricevere un regalo più bello», e della regina vedova Alicent.

Detto ciò, le prime lune del 140 scorsero piuttosto tranquille, fino a quando la sovrana non convocò in fretta e furia una riunione del concilio ristretto «riguardo una circostanza della massima importanza». Naturalmente i membri del concilio rimasero stupiti da ciò e si riunirono appena possibile nella speranza di sapere di cosa si trattasse; la regina, come ci si potrebbe aspettare, non si fece pregare e condivise il tutto appena le fu domandato.

«Ho appena ricevuto un corvo dalla principessa Aliandra» disse in tono eccitato. «Mi ha detto che intende venire in visita di stato ad Approdo del Re, accompagnata dalla sua famiglia e dalla sua corte». Tutti si guardarono l'un l'altro, chi stranito dal fatto che la questione fosse in verità tanto frivola e veniale, chi preoccupato per ciò che la cosa avrebbe comportato.

«Dovremo organizzare una degna accoglienza» disse la regina vedova a denti stretti (seppur non entusiasta, comprendeva perfettamente l'importanza politica di tale evento). La regina annuì. «Quanto tempo abbiamo?» domandò la Regina che non Fu, che si stava riprendendo dalle discussioni seguite alla nascita del piccolo Lucerys, pur rimanendo relativamente fredda. «Tre o quattro lune» rivelò la sovrana con un tono quasi colpevole. «So che non è molto, soprattutto considerato che stiamo parlando di una sessantina di persone circa, più eventuali servitori e guardie».

«E immagino che dovremo trovare le risorse economiche necessarie per i preparativi e gli intrattenimenti». Ser Tyland era molto pallido e stava in tutta probabilità sudando freddo. «Anche se il tesoro reale sta fronteggiando gravi perdite... I recenti festeggiamenti sono stati piuttosto dispendiosi».

«Sono sicura che saprete svolgere il vostro lavoro con la consueta perizia» affermò la regina con tono calmo e lo sguardo che brillava in un modo strano. «Scappare o fallire purtroppo avrà delle conseguenze che non riguarderanno solo le dita». Ser Tyland annuì e capì che non poteva tirarsi indietro così facilmente.

Come ci si potrebbe aspettare, le lune successive furono una frenesia generale continua. Tutto il personale della Fortezza Rossa (servi, sguatteri, paggi, cuochi, fornai, guardie e persino il personale di stalle e giardini in mancanza d'altri) venne arruolato per preparare il castello all'arrivo.

I pavimenti e le finestre vennero lucidati a specchio, le assi pericolanti riparate, i camini ripuliti, le stanze arieggiate e preparate con mobilia e suppellettili nuovi, mentre tappeti, tende, tappezzerie e biancheria da letto e da tavola vennero rimessi a nuovo o sostituiti. Nemmeno gli ambienti esterni furono esenti da opere di miglioria: i cortili e le scuderie vennero liberati da fanghiglia e polvere, e i giardini reali restaurati facendo potare le siepi, piantare nuovi fiori e alberi da frutta e costruire nuovi pergolati per godersi la frescura e la tranquillità dell'aria aperta.

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