POV ALINASono seduta su una sedia, sul piccolo balcone di camera mia.
Fuori piove, il fresco mi solletica le braccia scoperte, prendo un respiro beandomi del rumore delle gocce che toccano per terra. Odiano tutti così tanto la pioggia ma non sanno che serve per pulire la propria animasto ancora riflettendo su quello che è successo in mensa.
Quando sono tornata a casa ho fatto tutto il possibile per evitare Sol, sono troppo arrabbiata e non ho intenzione di affrontarla adesso. Devo avere la testa libera e le emozioni sotto controllo.Mi squilla il telefono e quando vedo che è mio padre rispondo subito
<<Alina Moore>>, quando mi chiama così vuol dire che è successo qualcosa
<<Devi prendere il primo volo per l'Inghilterra, devi tornare a casa.>> la sua voce fredda e distaccata mi mette i brividi
<<È successo qualcosa?>> non riesco a pensare a niente, non riesco a pensare a un motivo per cui io debba tornare
<<Devo chiudere ho una riunione, tu torna e basta. È importante,riguarda tua madre>> e stacca la chiamata,mi alzo in piedi di scatto,il mio cuore perde un battito, le mani iniziano a tremarmi
le è successo qualcosa
faccio un passo indietro, mi guardo intorno, giro la testa a destra e vedo Sol che cerca di parlarmi ,non la sento, come se avessi le orecchie tappate, l'unica cosa che percepisco è il mio battito che sta accelerando, il mio respiro inizia a farsi irregolare, sento come un blocco alla gola che mi impedisce di respirare, cerco di prendere più aria possibile ma mi sento soffocare. Non riesco a stare in equilibrio, Sol mi sta tenendo e mi fa sedere sulla sedia
<<Alina guardami, guardami per favore, sono con te, contiamo dal numero 100 andando indietro >>
ha le mani intrecciate alle mie, la guardo negli occhi<<100,99,98,97,96...>> iniziamo a contare all' unisco.
Mi sento morire.
E intanto alcuni flashback mi passano davanti
11 anni fa
Oggi è il mio compleanno, faccio 7 anni
Papà è tornato da poco a casa, voglio davvero mostrarli il mio disegno,l'ho fatto per lui, è stato così tanto fuori per via del lavoro che quasi non mi ricordo il suo viso ed i suoi occhi dolci, azzurri come il mare.
Non vedo l'ora di sentire la sua bella voce cantarmi tanti auguri .Sto controllando il salone e quando vedo che è sul suo solito divano mi siedo sulle sue gambe
<<Ciao papino>>mi accarezza i capelli
<<Ecco la piccolina di papà>> una accarezza sui capelli, gli faccio vedere il disegno, lo asserva e lo commenta <<l'hai fatto con le tue manine? Sei un'artista amore>> sorride, ha dei tenti bianchissimi, tutti perfetti e sono un po' invidiosa.Ho perso un dente ieri e mi stavo mettendo a piangere, ma la mamma ha detto che veniva poi la fatina quindi non ho più fiatato.
<<Tanti auguri alla mia piccola, tanti auguri all'amore mio, tanti auguri alla bambina di pap- >>
Non riesce a terminare la canzone
Un urlo che riecheggia per tutta la casa fa sobbalzare tutti e due. Papà corre, e io cerco di seguirlo.
Vedo Rosa, la domestica
Ha le mani che coprono la bocca, gli occhi sbarrati e sta guardando verso una stanza, non riesco a vedere da qui quindi la raggiungo e mi affianco a leiSta solo guardando il bagno, ma allora perché urla così tanto? Ci sarà stato un ragno?
Papà sta uscendo dal bagno con abbraccio qualcuno.C'è sangue dappertutto,suoi vestiti e perfino sul volto per quello mi serve qualche minuto per capire chi sia
è la mamma
Un'altro flashback mi passa davanti
Una giornata di sole, la cosa migliore per una ragazza di quattordici anni. Si poteva uscire.
Mi incammino per tutto il parco, vado verso l'altalena, mi siedo guardandomi intorno. Non c'è mai nessuno qui. Mangio il gelato in silenzio. Da sola. Come sempre.
Le persone non si avvicinano a me, come se avessero paura, paura di quello che non conoscono.
Vorrei direi solo che sono solo una ragazza, una semplice ragazza, ma la storia della mia famiglia non me lo permette.Mi sento sempre soffocare quando tutte le persone del paese mi guardano sfacciate, aspettando una mia reazione.
Il gelato mi cade, continuo a guardare per terra, sono così triste per il gelato che mi metto a piangere .
Perché è caduto? Non poteva stare in piedi ancora per un po'?<<Tieni>> un gelato mi si appare davanti, la tiene una ragazza che sembra della mia stessa età,sta sorridendo,per ciò i suoi occhi azzurri si rimpiccioliscono.
<<Per me? Davvero?>>Prendo il gelato e le sue guance diventato rosse, come i suoi capelli, rosso fuoco.—-🌷
POV EROS
Il rumore della pioggia mi rilassa. Piove da giorni, ha iniziato una settimana fa, una settimana dalla mia prima punizione.
Devo ammettere che solo il semplice fatto che è stata lei, quella mocciosa e rompiscatole, a togliere le mie mani sul suo punto vita prima che lo facessi io,mi ha dato più che fastidio.
Come se la volessi toccare
ma per piacere.Ho altri gusti, come detto a lei, non è per niente affascinante e rimango della mia idea.
Non mi mancano le ragazze, tutte mi vengono dietro e non sono presuntuoso, è un dato di fatto.
Lei è solo una ragazzina, già vista e rivista.
La solita che è circondata d'amore, che pensa che la vita sia fantastica e tutte quelle cazzate.L'ho capito subito, solo dal suo sorriso
Sorride tanto.
Quando la prima ora una ragazza le ha chiesto se poteva sedersi affianco a lei stava sorridendo a trentadue denti. Mancava poco e saltellava pure.
Quando si è addormentata ho trovato l'occasione perfetta e l'ho accidentalmente detto al professore, giusto per vedere come avrebbe reagito. Non mi scorderò mai la sua faccia quando ha capito che ero stato io.
Fuoco puro.
Come quando l'ho incontrata la prima volta alla festa. Era pronta a tagliarmi la testa. Avevo detto apposta quelle parole.
Lo faccio sempre, cerco sempre di spingere la persona per farli arrivare al limite,
ma con lei non mi sono neanche dovuto impegnare.L'ultima volta che è stata a scuola è stato per la punizione, non che la cerchi per i corridoi, ma i professori ogni volta che pronunciano il suo nome, Alina, così delicato e dolce, non risponde nessuno.
<<Walker ma cosa stai facendo>> un pugno sul braccio sinistro mi arriva bello forte, sto per lanciare un'occhiataccia ma quando vedo che è Edoardo,il mio migliore amico, sorrido.
<<Stavo pensando a..- mi interrompo prima di dire delle cavolate- andiamo che abbiamo lezione di matematica>>
Dei fogli volanti e il rumore di un astuccio caduto per terra, abbasso lo sguardo e noto che è la ragazza dai capelli rossi della mensa, un'amica della ragazzina penso, visto che quest'ultima ha fatto scena in mensa solo per difenderla.
Il mio amico si precipita e l'aiuta, appena si trova davanti a me, mi viene un mancamento.
Il cuore sta per uscirmi dal petto
È lei, non è possibile<<Kat?>> a bassa voce, inizio a tremare.
<<Penso tu ti stia confondendo, mi chiamo Flora>> mi guarda in modo strano sistemandosi i capelli rossi
La testa inizia a pulsare, mi metto le mani nei capelli
Non è possibile, so che non è lei
ma i suoi..
occhiMi devo allontanare subito o impazzirò sul serio.
Mi guardo allo specchio del bagno, accarezzo la collana che ho sul collo, come per calmarmi.
La collana che non ho mai tolto, la collana che mi ha dato lei.
Prima di andarsene e lasciarmi da solo.
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Un ricordo perduto
ChickLitPuò una morte collegare due persone? «I tuoi occhi» faccio un passo indietro, mi riporta indietro nel tempo, un tempo che volevo dimenticare, cancellare ma ormai una cosa che credevo fosse chiusa e dimenticata si è aperta e non so più se questa pe...