12.

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<<Che ci provi. >>

Tutti scuotono la testa arresi

<<Che ci provi? Ma chi ti credi di essere?>>

la riccia spunta dietro le mie spalle, mi giro e la guardo da capo a piedi senza dire nulla, alza un sopracciglio e incrocia le braccia.

<<Io sono Rachel Brown e tranquilla non lo scorderai>>

Ho cercato di trattenermi ma davanti a una persona che ha una tale arroganza e pensa di poter schiacciare gli altri solo per il piacere di farlo, scoppio a riderle in faccia. Sta diventando tutta rossa in viso, al che Sol mi da una gomitata e io smetto di ridere.
Faccio un passo avanti

<<La sberla non dovevo tirartela..>> ed ecco che gli spunta un sorriso soddisfatto

<<...Ma è stato impossibile non farlo, hai una faccia da schiaffi>> incrocio le braccia e assumo una postura più rigida

<<La prossima volta pensaci due volte a creare sceneggiate e ad aggredire le persone, dove pensi che stiamo qui?>>

lascia la sua borsetta alla sua amica che si trova affianco a lei e avanza verso di me

<<Questo è il mio territorio e tu sei una semplice parassita e come parassita te ne andrai>> tira i capelli all'indietro e sorride insieme alla sua amica

<<Se riesci a mandarmi via vorrai dire. Provaci>>

<<Allora inizia a prepararti mocciosa>>

<<Non vedo l'ora di farmi cacciare da una come te>> scoppio a ridere di nuovo, non riesco a prenderla sul serio.

A interromperci è il professore di motoria accompagnato dalla campanella, Eros mi trascina per il braccio, lo guardo ma non molla, non ho idea di dove mi stia portando, questa parte della scuola non la conosco, facciamo un po' di scale e infine apre una porta, entro e mi guardo intorno, siamo in terrazza.

<<Abbiamo una terrazza? Interessante>>

Eros alza gli occhi al cielo
<<Mi dici cosa ti salta in mente? Di sfidarla?>>

<<E perché no? Io di lei non ho paura e no, non mi interessa di quello che si racconta in giro.>>

scuote la testa, di nuovo
<<Sol non stava scherzando quando ha detto che lei è un puro diavolo>>

<<Non ti sapevo così fifone sai?>> la terrazza è davvero enorme, un po' deserta ma carina, c'è un piccolo tavolo e delle sedie e poi..

<<Hai intenzione di ascoltarmi o no?>> si è abbassato ed è a cinque centimetri dal mio viso, i suoi occhi color miele splendono per via del sole, faccio un passo indietro

<<Perché la fate così drammatica? Tutto questo mistero e paura che avete nei suoi confronti non la capisco. La conoscevi la ragazza di cui ha parlato Sol?>>

Davanti al suo silenzio capisco di avere ragione

<<Non lei, ma un' altra persona si>> il suo sguardo diventa cupo, gira il volto e prende un respiro

<<Mi chiedo cosa io stia facendo, non me ne frega un cazzo, che ti renda la vita impossibile, cosa che non mi dispiacerebbe comunque>> prende e se ne va sbattendo la porta.

Ma che problemi ha?
Meglio che me vada via da qui

Penso che la sfiga mi segui ovunque oppure qualcuno mi ha lanciato qualche maleficio, la porta non si apre. Non è che Eros sbattendo la porta talmente forte l'ha rotta? Non ci voglio credere
Provo e provo di nuovo, la porta non si apre, mi siedo in un piccolo divanetto che si trova lì, il telefono c'è l'ho dentro il borsone di motoria nello spogliatoio, perfetto. Mi sdraio e chiudo gli occhi per riposarmi un po', magari riuscirò a dormire almeno un po', tanto peggio di così non può andare.

Un ricordo perduto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora