16.

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<<Ecco anche questa tolta, sei libera di dormire un po' meglio fino a domani mattina>>
dice mentre toglie l'ago e va via.

Eros continua a rigirarsi,
non riesco a dormire, fa troppo rumore.

<<Smettila>>

si rigira per l'ennesima volta e mi guarda male
<<Il divano è scomodo>>

<<Sbaglio o sei stato tu a dire all'infermiera che saresti rimasto la notte qui?>>

continuo a fissare la porta sperando che papà entri, mi dia un bacio sulla fronte e in modo dolce mi dia la buonanotte  come faceva quando ero piccola, ma non succede.

A lui non frega niente
la cruda realtà trafigge il mio cuore

Lo so che non gli importa

lo so, ma...

Eros si è alzato, è immobile ai piedi del letto, sembra uno zombi, le sue occhiaia fanno paura

<<Cosa vuoi?>>

punta il letto <<Dormire li>>

scuoto la testa
<<Ci sto dormendo io>>

<<Allora vuol dire che dormiremo insieme>> non ho ancora modo di realizzare quello che ha appena detto che si avvicina,mi sposta delicatamente e si sdraia affianco a me, le nostre braccia si sfiorano,percepisco il suo calore, sento qualcosa al livello dello stomaco che non riesco a descrivere e non mi piace.

Non mi piace essere toccata,
nessuno mi deve toccare

<<Eros>> sussurro cercando di mantenere la calma, lui in risposta mugola e basta

<<Eros>> ripeto e lo scuoto

<<Ragazzina, sto cercando di dorm->>

l'ho spinto dal letto.

<<Tu sei pazza>> si alza lentamente,, si massaggia il braccio

<<Non ti ho dato il permesso, non puoi fare tutto quello che vuoi lo sai?.>> spiego in modo pacato

<<Ti hanno abituato male>> rido mentre mi metto a sedere sul letto

Si rimette sul divano

<<L'ho fatto solo perché mi fai pena>>

Cosa?

Sono davanti a lui con le braccia incrociate
<<Come hai detto?>>

<<Quello che hai sentito ragazzina, tua madre non l'ho vista e tuo padre? C'era ma se n'è andat->>

Prendo con tutte le mie forza il suo braccio e lo trascino fuori dalla stanza
<<Non farti più vedere>> Prendo un respiro

<<Stronzo>> Sbatto la porta.

Il mio cuore va a mille
Come si permette, come si permette a provare pena nei confronti e a iniziare a parlare di mio padre.

Un giramento di testa
Non ho bisogno di nessuno, men che meno della pietà di qualcuno. Sono sempre stata sola, solo io e basta e va bene così.

Le mie gambe tremano
Perché sono così? Perché?

Mi accascio per terra
Perché l'ha tirato fuori. Perché deve parlare. Perché non può stare zitto.

Un ricordo perduto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora