3 - 𝐿𝑌𝐼𝑁𝐺 PLACES (p.1/2)

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L'Aveyard Clare Academy vantava di svariati ambienti comuni. C'erano diverse mense ampie, giardini verdeggianti, piscine, campi da allenamento e persino una circuito ippico con relativo maneggio. Ma il luogo che Iris più amava era il cortile ciottolato interno dell'ala Est, incastonato tra la Biblioteca, l'Osservatorio e il Vivaio degli aromi. Ignorato da chiunque, era un piccolo spazio scoperto, circoscritto da porticati e loggiati che oramai solo gli Asserviti dell'accademia percorrevano, tranquillo e isolato.

Solo lì, in pochi metri quadrati, riusciva a estraniarsi e trovare pace. Spesso, abbandonando la rigida compostezza che da sempre amava dei Privilegiati, si sedeva con un balzetto sul muretto basso che dava sull'entrata dell'adiacente Vivaio e rimaneva a contemplare la fontana zampillante costruita nel mezzo per minuti.

Amava il rumore dell'acqua scrosciante che si abbatteva sulla pietra levigata; adorava l'aroma fresco e delicato delle spezie vicine, mosso dalla corrente, che si mischiava con quello caldo e rassicurante della saggezza racchiusa nei volumi antichi e fragili della biblioteca; era innamorata della quiete e del silenzio.

Ma quel giorno, camminando lungo il porticato di colonne dal fusto rastremato e annusando il sentore di salvia, non era sola. Alzò un sopracciglio e armò la lingua tagliente non appena vide la figura appoggiata al suo muretto, avvolta da una fumosa nuvoletta rossiccia. Sentì il nervoso artigliarle lo stomaco ancor prima di raggiungerla.

«Cosa fai qui, Lars? Oltre ad appestare l'aria.» sorrise sarcastica, incrociando le braccia al petto. «La mia aria.»

Josh, mollemente adagiato, fumava uno spinello che spandeva un miasma tanto dolce da risultare nauseante. Aveva la giacca violacea a doppio petto slacciata e quando espirò, dischiudendo un poco le labbra, produsse uno sbuffo rossastro che finì dritto in faccia a Iris. Lei tossì.

«Myrciaria Ericea. Una delle migliori creazioni degli Zivel Flora. Una vera esplosione per i sensi. Entri in un modo tutto tuo.» disse flemmatico, porgendole lo spinello di fragile carta bianchiccia. «Vuoi? Oggi mi sento generoso.»

«E io disgustata.» asserì Iris acida, allontanando da sé la mano del ragazzo senza celare la stizza. «Sparisci, Lars. Questo posto è mio.»

Josh si guardò intorno con occhiate beffarde: «Mi pare che non ci sia il tuo nome.»

«Sei peggio dei Privilegiati della Cerchia Secondaria. Non hai qualcun altro da importunare?» esasperò Iris, rassettandosi la giacca turchina. La preferiva rispetto a quella dell'anno precedente, troppo molle e senza struttura; la vita era messa in risalto dal martingala sul retro e le spalle erano definite e più rigide. Si sistemò anche il grazioso foulard al collo, bianco, di seta con elaborati pizzi.

Erano movimenti meccanici che giungevano ogni volta che avvertiva nascerle in corpo dello stress. «Desidererei rilassarmi per qualche minuto senza la piaga della tua presenza.»

«Potrei, ma ora sei la mia vittima preferita. Sicura che non vuoi un tiro? Poi te ne penti.»

Lei piazzò una mano inanellata sul fianco, minacciosa. «Evapora, Josh.»

«D'accordo. Io ero qui per farti un favore.» disse in un sospiro di falso dispiacere. Inspirò ed espirò altro fumo rossastro. «Ma visto che sei così sgarbata, vorrà dire che lo terrò per me.»

Iris notò le labbra di Josh arricciarsi in un sorrisetto scaltro e il suo sguardo fosco accendersi di un bagliore vispo, così s'incuriosì. «Aspetta... Esattamente, cosa terresti per te?»

«Ti sei bruciata l'occasione. Ha appena fatto poof!»

«So cosa vuol dire quel ghigno, Lars.» ridusse gli occhi a due fessure e si piantò, coi tacchi tra i ciottoli, a un palmo dal naso del ragazzo. «Sai qualcosa di grosso.»

L'Accademia dei Privilegiati di HemeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora