Finally, home

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- Io sono Jay - si presentò il ragazzo, facendosi da parte per lasciarlo entrare. Edward, ancora imbambolato ad osservare l'incantevole padrone di casa che s'era ritrovato, si riscosse e accennò un passo verso l'interno, seguito da una piccola riverenza.

Nonostante la malinconia che Jay sprizzava da ogni poro l'appartamento era in sé piuttosto ordinato, pulito, allegro, quasi vivace. Le pareti erano di un tenue color verde mela e i soffitti bianchi.

- Mi dispiace, sono un tantino disordinato - si scusò Jay, dipingendo sul grazioso viso un'espressione imbarazzata talmente adorabile che il nuovo arrivato sentì il battito del proprio cuore accelerare di ritmo.

- Non sono un maniaco dell'ordine...

- Ti faccio vedere l'appartamento. Dopo... vuoi riposare? Mangiare? Fare un bagno?

- Penso che mi farò un bagno, grazie.

Sul volto del castano si aprì un timido sorriso.

- Va bene.

Gli mostrò la cucina, una piccola stanza in cui erano contenute due sedie, un tavolo, il frigo e un piano dove poter preparare da mangiare.

- Sai cucinare, Edward?

- Sì, mi ha insegnato mio fratello.

Era vero; Rocky gli diceva sempre che quando sarebbe andato a vivere con Chase il fidanzato non avrebbe dovuto muovere nemmeno un dito: ci avrebbe pensato lui a tutto, le pulizie, cucinare, tutto ciò che riguardava le mansioni casalinghe.

- Oh, bene. Sappi che se non avessi saputo cucinare non l'avrei messo nei 'lavori di casa', ma vorrei chiederti se ti va di far da mangiare per tutti e due, altrimenti c'è qua vicino un negozio che fa ottimi panini.

- Cucinerò più che volentieri.

Jay lo portò in salotto.

- Lì c'è la televisione, puoi guardarla ma... be', a volte non funziona parecchio bene e poi i vicini si lamentano del rumore anche quando non sono io.

Gli indicò un computer portatile lucidissimo.

- Quello è il mio portatile, però puoi utilizzarlo anche tu se ne hai necessità, basta che non me lo intasi con cose inutili o schifezze, e guai a te se ficcanasi!

Edward sorrise.

- Capito!

Il castano lo condusse verso le stanze da letto e il bagno.

- A sinistra c'è il bagno, c'è un lavandino, il wc, la vasca da bagno e puoi farti la doccia. Questa è la mia camera.

La camera di Jay era arredata in modo piuttosto essenziale, quasi minimalista. Il letto grigio scuro, il comodino nero, la scrivania con una pila di libri e una lampada, una sedia da ufficio, una libreria discretamente fornita, l'armadio. Sopra il letto stava un poster di forma rettangolare, che Edward riconobbe non essere una foto qualunque bensì uno scatto ritraente Jay e un ragazzo biondo, alto, abbronzato e muscoloso con sottobraccio una tavola da surf azzurra, stagliati sullo sfondo di un mare incantevolmente blu.

- Che bella foto...

Jay borbottò qualcosa d'incomprensibile, scurendosi in viso, poi fece un gesto con la mano come a dire 'non ha importanza'.

- E questa è la tua stanza.

La camera a lui riservata non era molto differente da quella del padrone di casa: un letto, un armadio, un tavolino basso dove poggiare le cose, un orologio da muro.

- Mi dispiace, - si scusò per l'ennesima volta il castano - è un tantino spoglia. Non so quanto tu abbia intenzione di stare qui, ma puoi personalizzarla un po' come più preferisci.

Edward entrò nella propria stanza e poggiò lo zaino stracolmo sul letto, dopodiché sedette con un tonfo soffice.

- È morbido...

Jay annuì brevemente.

- Allora, per i 'lavori di casa'... come detto prima mi faresti un immenso piacere se cucinassi, però non sei obbligato. Ciò che sei obbligato a fare sono le pulizie, a parte nella mia camera. Ci penso io a quella. Ti chiedo di non mettere in disordine, e se lo fai rimetti tutto a posto. Visto che devi fare le pulizie, sei pregato di non sporcare. Spero tu sappia usare la lavatrice, anche se non la sai usare, be', s'impara tutto a questo mondo. L'affitto lo pago io e, se te lo stessi chiedendo, faccio un normalissimo lavoro part-time come barista quando non c'è scuola. Come ultima cosa ti pregherei di non fare rumore, io amo il silenzio. Ah, giusto: non mi interessa se ti piacciono i cani o i gatti o entrambi, se ne possono tenere in questo stabile, è vero, ma ho problemi a sufficienza con i vicini, ci manca solo qualche animale indesiderato. Tutto chiaro?

Il moro si grattò il capo.

- Gli orari? Intendo, quelli scolastici.

- Oh, è vero. La sveglia è alle sette meno un quarto. Ti avviso che la mia sveglia non la mollo e altre non ne sopporto, quindi hai due opzioni: o ti svegli da solo senza alcuna sveglia o mi permetti di svegliarti.

- Allora svegliami, grazie.

- Le lezioni iniziano alle otto. La pausa pranzo è da mezzogiorno e mezzo alle due. Finiscono alle quattro e venti, in caso di qualche assenza di un professore alle tre e mezza.

- Ho capito, grazie mille, Jay.

Il castano arrossì lievemente.

- Prego - borbottò, grattandosi il capo, poi sembrò voler aggiungere qualcosa, indeciso. Alla fine scrollò le spalle e uscì, lasciandolo solo.

Edward sospirò e iniziò a svuotare lo zaino, prima di andare a farsi il bagno. Aveva proprio bisogno di rilassarsi.

~~~

Quando uscì dal bagno era ormai calata la sera e il suo padrone di casa sparito chissà dove.

Si asciugò i capelli color ebano ancora umidicci, lasciando ricadere l'asciugamano candido sulle spalle. Il cellulare - in carica - appoggiato sul tavolo vibrò per l'ennesima volta. Continuavano ad arrivargli messaggi da Chase, dallo zio, dai pochi amici che si era fatto.

Fece per spegnerlo. Un messaggio da papà.

'Il professore mi ha detto ogni cosa. Non saresti dovuto andartene in questo momento così brutto. Sei proprio come tuo fratello.'

Edward sbuffò. Ciò che c'era scritto non lo toccava minimamente: era abituato a sentire quelle cose.

- E comunque papà, per te è sempre un brutto momento... - mormorò fra sé e sé, digitando una risposta assai fredda e stringata.

'Non tornerò mai più. E addio.'

Poi, soddisfatto, lo spense e andò a sedersi sul vecchio divano posto davanti alla televisione. Lì c'era sdraiato Jay, profondamente addormentato e con un libro aperto sul petto. Aveva un'aria così innocente, mentre dormiva. Ed era anche molto bello, ebbe modo di osservare il ragazzo dagli occhi verdi.

Decise di lasciarlo riposare e di preparare la cena. Forse non era tutto grigio come da sempre gli pareva la sua vita fosse.

Green Eyes 2 - Follow your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora