Talk about you

202 20 2
                                    

- Di me e di te...

- Di me e di te? Mi dispiace, non capisco.

Edward sospirò e si puntellò sui gomiti, sistemandosi meglio sui cuscini.

- Non fraintendere, ma sappiamo ben poco l'uno dell'altro.

Jay si passò una mano fra i morbidi capelli castani, scompigliandoli prima di lasciare ricadere il ciuffo sopra il sopracciglio. Non aveva tutti i torti, il coinquilino.

- Hai ragione...

Il moro sbadigliò.

- Non voglio costringerti a dire qualcosa che non ti va, okay? E neppure blaterare che in quanto tuo ragazzo ci terrei a non avere segreti con te e queste cose qui, ma mi piacerebbe che ti aprissi, con me.

Lui lo fissò con gli occhi cioccolato carichi di incertezza, poi si sedette goffamente sul letto, metà sulle gambe del fidanzato e metà in mezzo ad esse.

- La tua richiesta è... più che lecita, sì. Cosa vuoi sapere?

Edward gli carezzò il capo, nel modo rassicurante che solo lui conosceva.

- Voglio sapere tutto di te, Jay.

- Be'... allora, mi chiamo Jay. Ho quasi ventidue anni. Sono nato in Australia e lì sono cresciuto, poi ho trascorso quattro anni qua in Inghilterra a studiare. Dopo di ciò, sono tornato nella mia madrepatria, per poi ripartire quasi subito e installarmi qui definitivamente. Ho un lavoro part-time come barista. Il mio capo si chiama Mark. Sono uno studente. La mia migliore amica si chiama Amélie, il mio migliore amico vive in Australia e si chiama Troy, è un surfista assai talentuoso - il moro esibì una smorfia, ma restò in silenzio e Jay deglutì, prima di riprendere a parlare. - Sono stato innamorato di lui da quando l'ho conosciuto, non ricambiato. Lui ha sempre amato alla follia un certo James, campione nazionale di surf nonché padre del tuo 'amico' Shane. Gli voglio ancora bene, nonostante la lontananza.

Il ragazzo dagli occhi di giada annuì brevemente, incitandolo a proseguire.

- So tu cosa vuoi sapere, a te non interessano queste banalità. Come ci siamo conosciuti, io e Amélie? Suo zio è l'accerrimo nemico di James, eppure fu grazie a lui che la conobbi casualmente un giorno, in spiaggia. È mai stata innamorata di me? Afferma che piuttosto che baciarmi preferirebbe baciare un ornitorinco, senza offesa per me e per gli ornitorinchi. Abbiamo avuto una relazione, io e Troy? L'ho baciato, una volta, e gli ho confessato d'amarlo. Nulla di più. Se ci sono stato male, per essermi allontanato da lui? Questa cosa mi ha cambiato, mi ha reso ciò che ora sono. Sono stato con altre persone? Sì, moltissime, sia ragazze sia ragazzi. Non sono mai andato oltre al bacio, anche se rammento che qualcuno ci provò senza il mio consenso.

Edward lo fissò a lungo senza dire nulla, poi si stropicciò un occhio.

- Perché mi hai permesso di fare l'amore con te?

Il castano gli prese il viso tra le mani e avvampò violentemente, abbassando lo sguardo. Si schiarì la gola.

- Ascoltami bene, perché non lo ripeterò assai facilmente. Io sono follemente, perdutamente, inequivocabilmente innamorato di te, Edward, e se non l'avessi capito significa che ti amo.

Lui sorrise.

- Era ora che lo dicessi...

Jay lo guardò male, dopodiché le sue mani si strinsero all'altezza del suo petto ampio e s'abbassò su di lui, celandogli ulteriormente il volto.

- L'ho detto, quindi non azzardarti a lasciarmi o io... io...

Il sorriso sul viso del moro si ampliò, e i suoi occhi verdi luccicarono di tenerezza.

- È certamente impossibile che ciò accada - lo rassicurò, le grandi mani ancora a coccolarlo come un cucciolo bisognoso d'affetto. - Comunque non era solo questo che volevo sapere... parlami di te, del tuo io profondo!

Jay rise, piano.

- Io profondo? Non ho un colore preferito, mi piacciono sia il verde sia l'arancione. Ai gatti preferisco i cani. Suono la chitarra. Non ho un genere musicale preferito. Mi piace il silenzio. Amo leggere. Da quando un certo ragazzo cucina, non ho più un piatto preferito, tutto ciò che fa è troppo buono. Amo questo ragazzo. Soddisfatto?

Edward era ammutolito, paralizzato.

- Suoni la chitarra?

- Sì... - il castano rise ancora e azzardò un bacio leggero sulle labbra del fidanzato. Lui, intontito dalle informazioni appena ricevute e dalla febbre, rispose debolmente. - Parla un po' di te, ora.

- Uhm... mi chiamo Edward, ho ventun anni. Mi sono da poco trasferito in Inghilterra. Fino ai quattordici anni ho trascorso una vita da normale adolescente, poi mio padre ha iniziato a bere e a prendersela con me e con mio fratello maggiore Rocky. Rocky aveva quasi diciassette anni. Nostra madre è scivolata in uno stato di apatica depressione. Mio fratello ha trovato la forza di non perdere il sorriso, iniziando ad uscire con un ragazzo che gli faceva la corte, Chase. Lui gli ha anche donato un cucciolo di Golden Retriever, che ha chiamato Cookie. Era felice. Amava il suo ragazzo più di quanto amasse se stesso o me. Per il mio bene, fuggii da uno zio lontano. Rimasi lontano da casa per qualche anno. La situazione deteriorò rapidamente e ci furono problemi con i nostri e con i genitori del suo ragazzo. In una terribile notte di temporale, mentre andava da Chase, una macchina investì Rocky. Non ce la fece. Io non ero lì, e quando lo seppi era già troppo tardi. Non me lo perdonerò mai. Poco meno di un anno fa tornai nella mia città natale, dopo essermi nuovamente rifugiato da mio zio. Conobbi finalmente Chase e, purtroppo, il suo gelosissimo fidanzato Shane. Stupidamente, m'innamorai dello stesso ragazzo che aveva rubato il cuore a mio fratello. Lo baciai una volta, rischiando di farmi picchiare da Shane, e gli confessai i miei sentimenti. Il giorno dopo stavo già preparando i bagagli. Pensavo che passato ciò l'amore non mi avrebbe nemmeno sfiorato, invece ora dove sono? Saranno i deliri della febbre, ma ti amo ogni giorno un po' di più, Jay.

Il ragazzo dagli occhi cioccolato gli tappò la bocca con le proprie mani.

- È abbastanza - disse, imbarazzatissimo.

- Sì, è abbastanza... - concordò Edward, e si addormentò.

Jay restò a vegliarlo tutto il tempo, osservando il rossore sulle sue gote scemare pian piano e il suo corpo muscoloso smettere di tremare. Mentre lui dormiva, gli accarezzò dolcemente la fronte ed i capelli color ebano. Era così bello.

All'improvviso gli venne un'idea e recuperò la chitarra che teneva nell'armadio, intonando una melodia piuttosto dolce, canticchiandone le parole a bocca chiusa.

Dopo poco, era all'incirca notte fonda, il moro aprì gli occhi.

- Jay... suoni da Dio...

Il ragazzo, nel buio, sorrise.

- Può darsi... dimmi, come ti senti ora? Hai dormito parecchio.

- Benissimo... e sono certo che sia esclusivamente merito tuo.

Jay avvampò e poi, piano, si chinò a lasciargli un dolcissimo bacio sulle labbra.

Green Eyes 2 - Follow your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora