A bad day - Third part

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Durante il tragitto verso scuola non aveva incontrato come di solito Amélie e forse era meglio così. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Non l'aveva vista nemmeno prima dell'inizio delle lezioni e a quel punto non gli era sembrato poi questo grande sollievo. Forse aveva bisogno di lei più di quanto volesse ammettere.

Sollievo o no, la ragazza arrivò poco prima della pausa di metà mattina, ma Jay non poteva saperlo, erano in classi differenti.

- Ohi! Che è quella faccia da funerale? - chiese, e lui incurvò le spalle, scurendosi in volto.

- Niente...

- Il tuo 'niente' ha a che fare con Edward? Ti ha lasciato?

Il castano scosse il capo.

- Non lo so...

Amélie esibì una smorfia e gli diede una pacca sulla spalla.

- È per colpa mia, vero?

Un sospiro.

- No, è solo colpa mia, Amélie! Per il mio egoistico senso di codardia è successo tutto questo! Avrei dovuto dire subito di me, di noi, ai miei genitori, senza scuse, almeno adesso io non starei uno schifo ed Edward non mi odierebbe.

Le dita di lei si chiusero delicatamente attorno alla sua spalla.

- Te l'ha detto lui?

Jay la guardò confuso.

- Che cosa?

- Che ti odia.

- No - rispose, e strinse le labbra. Il naso gli tremava lievemente.

- Non piangere - mormorò Amélie, e lentamente lo abbracciò. L'amico iniziò a singhiozzare rumorosamente, cercando goffamente di aggrapparsi ai lembi della sua felpa. Lei gli accarezzò il capo.

Sono così morbidi, i suoi capelli...

Edward li osservava più in là da dietro una colonna, sentendosi giusto un poco uno stalker. Serrò le labbra in una linea sottile. No, lui non avrebbe pianto. Ma faceva male comunque.

~~~

La pausa pranzo era passata; Jay era andato al negozio dove facevano panini deliziosi, quello dove una volta era un cliente abituale, mentre il moro aveva pranzato a casa in solitudine, approfittandone per telefonare allo zio e chiedergli se potesse tornare 'per un po' di tempo' da lui, con immediata ed entusiasta risposta affermativa, seguita da un 'qualcosa non va?'. Aveva negato, dicendo che andava tutto bene ma aveva bisogno di staccare per qualche tempo dalla scuola.

Adesso era giunta la ricreazione pomeridiana e il ragazzo dagli occhi cioccolato s'era appena ritrovato solo, la migliore amica volatilizzata.

Un allievo dall'aria familiare gli si avvicinò: aveva un sorriso sicuro di sé dipinto sulle labbra, i capelli di un rosso-arancio pettinati in un ciuffo-cresta assai ambiguo e gli occhi azzurrissimi.

- Ehi, Jay - lo salutò con tono quasi arrogante e beffardo.

- Ciao, Ares.

Ares era uno dei suoi tanti ex ragazzi, in particolare l'unico che aveva invitato a dormire da sé e che aveva provato ad obbligarlo a fare ciò che non desiderava. Nonostante tutto, un tempo gli piacevano molto i tipi così.

- Da quanto tempo non ci si vede... - iniziò Jay, deglutendo.

- Moltissimo, già. Mi sei mancato tanto, piccolo.

Il castano distolse lo sguardo.

- Cosa vuoi? - chiese, dritto al punto. Sapeva che il suo 'ritorno' non poteva che essere fonte di disagio.

Green Eyes 2 - Follow your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora