Love in the air

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- Troy...

Edward esitò. E adesso? Era così vicino a Jay da sentire il suo respiro sulle labbra. Cosa doveva fare? Rispondere 'sì'? Dire 'no, sono Edward'? Accarezzargli il volto? Provare a svegliarlo?... baciarlo?

Tentennando, si abbassò lentamente sulla sua bocca semi-aperta. Il cuore gli batteva tanto forte da sembrare che potesse esplodergli nella gabbia toracica. Il castano socchiuse gli occhi, poi di colpo li spalancò, paralizzato.

- E-edward... cosa stai facendo? - chiese, con una nota di panico e sconcerto nella voce. Lui fece un balzo indietro, spaventato.

- I-io... hai detto qualcosa mentre dormivi...

L'espressione sul volto di Jay non cambiò.

- Cosa?

- Hai detto 'Troy'...

Nel buio, il ragazzo dagli occhi cioccolato arrossì.

- Be', grazie di avermi portato qui...

Edward si passò una mano fra i capelli scuri, senza dare cenno di volersene andare.

- Chi è Troy? È il ragazzo della foto sopra il tuo letto? - chiese infine. Nell'oscurità luccicò inquietantemente un canino.

- Non sono affari tuoi.

- Ma... - provò a ribattere, e senza vederlo chiaramente seppe che Jay l'aveva appena fulminato con lo sguardo.

- Non insistere! Grazie di avermi portato a letto e buonanotte, Edward.

Il moro strascicò i piedi, riluttante a desistere. Che il padrone di casa non fosse un ragazzo estroverso e solare, quello be', l'aveva capito, ma non comprendeva il motivo di essere così freddo.

- Buonanotte, Jay...

E uscì, diretto verso la propria camera.

Jay restò in silenzio, sforzandosi di respirare normalmente. Per un attimo aveva davvero pensato che Edward l'avrebbe baciato, e questo avrebbe solo reso le cose più difficili. Perché lui amava ancora Troy, e l'aveva sognato per l'ennesima volta.

Sognato di poggiare il capo sulla sua spalla, di sentire le sue braccia muscolose prenderlo in braccio, di portarlo fino al proprio letto e di posarcelo sopra, prima di chinarsi dolcemente a baciarlo...

Ma era stato unicamente un sogno, come al solito.

Un sogno, tutto qui...

Allora perché il proprio cuore non sembrava volersi calmare? Perché una piccola parte di sé aveva sperato che le labbra dell'attraente coinquilino dagli occhi verdi si appoggiassero sulle proprie?

È la stessa cosa, come con le altre persone con cui sei uscito: mera attrazione fisica. Nulla di più, nulla di meno.

Durante i quattro anni in cui aveva studiato in Inghilterra prima di tornare a dire addio a Troy e nell'ultimo anno passato lontano dalla madre patria era difatti uscito con parecchia gente, ragazze, ma anche e soprattutto ragazzi. Non era mai andato oltre il bacio con nessuno, nemmeno quando aveva avuto la malaugurata idea di invitare a dormire il suo allora attuale ragazzo, il quale l'aveva sbattuto sul letto senza tanti riguardi e aveva provato a spogliarlo nonostante gli avesse detto di no. Alla fine, vista l'insistenza, s'era beccato un pugno e un 'non farti vedere mai più' prima che la porta gli venisse chiusa in faccia.

Adesso era single da non sapeva nemmeno più lui quando, e gli andava bene. Aveva smesso di trastullarsi in quelle relazioni inconcludenti lo stesso giorno in cui Amélie gli aveva detto che bisogna lottare solo per ciò in cui si crede davvero.

Nonostante fosse un tantino fuori di testa e tutto fuorché normale, era una ragazza assai speciale, l'esatto contrario di suo zio. Lei sapeva che le voleva bene, e questo era sufficiente.

Comunque, se hai problemi con Edward, puoi sempre trovare una scusa per buttarlo fuori di casa.

E con questi pensieri per la testa Jay smise di fissare il soffitto e chiuse gli occhi, lasciandosi lambire e cullare dal sonno.

~~~

Il mattino dopo Edward si svegliò prima del coinquilino, stanco e di pessimo umore. Gli pareva di aver dormito sì e no tre ore.

Una volta vestito cercò di sistemarsi in qualche modo i capelli color ebano tutti arruffati. Sembravano come lui: di pessimo umore. Era difatti bastato rammentare la sera prima per sentirsi peggio che se Jay l'avesse schiaffeggiato. Che diavolo gli era passato per la testa? Anche solo pensare di baciarlo era qualcosa di irraggiungibile per lui, punto e basta.

Sospirò e scese a preparare la colazione. Poco dopo arrivò anche il padrone di casa, donandogli una fugace occhiata di soppiatto per poi evitare il suo sguardo tutto il tempo.

Il disagio è palpabile...

- Oh, giusto... - ruppe il silenzio Jay, pulendosi un angolo della bocca. - Oggi c'è scuola solo il mattino. Io pranzo qui a casa e poi vado al lavoro, stasera non aspettarmi.

Edward sbadigliò ed annuì.

- Okay.

E passato il mattino giunse il pomeriggio, e il moro non sapeva cosa fare. Decise di uscire e provare a chiedere a Jay se potesse accompagnarlo fino al bar dove lavorava, tanto per fare due passi.

- Edward... esci?

Il castano lo fissò col capo inclinato, forse perché s'era bloccato sulla porta e gli stava ostruendo il passaggio.

- Eh? Ah, oh, hm, sì.

- Bene, tanto le chiavi ce le hai, no?

- Sì... Jay, posso accompagnarti al lavoro?

Lui fece una smorfia ambigua, arricciando le labbra.

- Meglio di no...

- Perché?

- Perché è meglio così - ribadì Jay, spiccio.

Se ti vedesse il mio capo penserebbe che sei il mio ragazzo e non la finirebbe più di torturarmi...

- Va bene... allora andrò a fare un giro per negozi.

- Sicuro che non ti perdi?

Edward rise.

- Io? Perdermi? Ma quando mai?

Come poteva dirgli di essersi già perso una volta, quand'era arrivato, il primo giorno?

Insieme uscirono, poi quando Jay tirò dritto lui finse di svoltare. Una volta che il ragazzo fu scomparso dalla sua visuale si affrettò a raggiungerlo (ma restando a breve distanza!) e a pedinarlo.

Ciò che vide poco dopo non gli fece affatto piacere: una ragazza era appena apparsa davanti al castano e ora lo stava abbracciando. Forte. Ricambiata. E non una ragazza qualunque. Amélie.

Ed era un bacio, quello che si erano scambiati subito dopo?

Edward sentì qualcosa di molto simile alla gelosia ardergli nel petto. Non avrebbe mai pensato che Jay fosse uno che diceva bugie come se nulla fosse, d'altronde cos'aveva detto? Alla sua domanda se Amélie fosse la sua ragazza aveva risposto 'è la mia migliore amica', eppure era quasi certo che quello fosse un bacio. Aveva anche detto che andava a lavorare, ma incontrarsi con la propria migliore amica (o ragazza...) si poteva definire 'lavoro'?

Be', a lui cosa importava? Si stava comportando come se gli piacesse Jay. E lui, lui amava Chase e solo Chase.

Green Eyes 2 - Follow your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora